> FocusUnimore > numero 7 – settembre 2020
Entro la cornice di Modena Smart Life si segnalano alcune presentazioni e proposte che attingono alla intuizione ed alla originalità del lavoro dei docenti e delle docenti e dei ricercatori/trici Unimore che hanno dato vita recentemente al progetto CLAP (Cultural LAb Platforming) del Centro interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities DHMoRe, e dei colleghi/colleghe che hanno promosso il progetto SHARMED e il VOCABOLATORIO.
Si tratta di progetti partecipativi che utilizzano le tecnologie digitali per promuovere la condivisione di saperi e lo sviluppo di idee e pratiche innovative. Alla base di questi progetti c’è infatti la convinzione che gli strumenti tecnologici oggi disponibili creino opportunità inedite di scambio, dialogo e collaborazione creativa. Sulla base di queste premesse, sono stati sperimentati alcuni rilevanti progetti di ricerca in ambito educativo e imprenditoriale.
Il progetto CLAP (Cultural Lab Platforming – http://www.dhmore.unimore.it/2020/04/16/progetto-clap-cultural-lab-platforming-dhmore/), finanziato dal Comune di Modena e dalla Fondazione Brodolini del valore complessivo 250.000,00 euro, che si avvale di un co-finanziamento a carico di Unimore, è un programma di innovazione nel settore delle industrie creative e culturali unico nel panorama italiano, la cui responsabilità è in capo ai Professori Tommaso Fabbri, direttore del Dipartimento di Economia Marco Biagi, e Vittorio Iervese del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali.
Il progetto si collega alle attività del DHMoRe Lab – Per un’impresa culturale digitale, di cui è responsabile scientifico il Prof. Matteo Al Kalak e che si pone l’obiettivo di predisporre servizi di tutela, studio e disseminazione del patrimonio culturale materiale attraverso due laboratori di ricerca industriale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, con specifica attenzione ai beni museali, biblioteche e archivi: un Laboratorio di Catalogazione digitale e fruizione aumentata; un Laboratorio Manoscritti e comprensione automatica.
Il progetto CLAP, dal canto suo, intende sviluppare percorsi di ricerca e di sviluppo applicati alle industrie creative e culturali miranti a diventare impresa e valore per il territorio.
Attraverso l’applicazione sistematica delle logiche di piattaforma alle industrie culturali (Platforming culturale) ci si propone di creare nuovi modelli per la valorizzazione e la fruizione di contenuti culturali.
Le modalità in cui verranno previste le iniziative di platforming culturale – e questa sarà una vera novità – rappresenteranno anche sperimentazioni di cittadinanza digitale.
Obiettivi specifici del programma proposto, che trova la sua incubazione nel Centro interdipartimentale DHMoRe, diretto dalla Professoressa Elena Fumagalli, sono: produrre ricerca applicata originale che generi nuovi contenuti educativi e formativi; stimolare la contaminazione tra tecnologia e umanesimo, tra mestieri tradizionali e innovativi, per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani del territorio; generare e testare prototipi di innovazioni per le industrie creative e culturali; sperimentare modelli innovativi di generazione di valore del patrimonio culturale civico.
Il progetto troverà declinazione nella attivazione di due assegni di ricerca; nella realizzazione di seminari per le istituzioni e associazioni culturali, dedicati alle esperienze innovative di progettazione e fruizione culturale augmented e technology-driven; nella organizzazione di incontri con giovani professionisti del settore culturale di cultural platform design dedicati alle logiche e criteri di progettazione di platform culturali; nella organizzazione di workshop generativi; e, infine, nella erogazione di servizi di accelerazione e incubazione di imprese giovanili negli ambiti della cultura, spettacolo e creatività.
SHARMED (Shared Memories and Dialogues – www.sharmed.eu), invece, è un progetto Erasmus + (Key-action 3, innovative education) finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con la partecipazione dell’Università di Jena (Germania) e dell’Università di Suffolk (Regno Unito). Il progetto, realizzato tra gli inizi del 2016 e la fine del 2018, coordinato dal Professor Claudio Baraldi del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali ha originato un secondo progetto Horizon 2020, anche questo coordinato dallo stesso Professor Baraldi, più specifico e dedicato alla integrazione dei bambini migranti nel sistema educativo (CHILD UP. Children Hybrid Integration: Learning Dialogue as a way of Upgrading Policies of Participation).
Finalità del progetto SHARMED è stata quella di promuovere nuove esperienze di dialogo in classi multiculturali, attraverso la produzione, la comparazione e la discussione di memorie personali e culturali dei bambini. Come punto di partenza per la narrazione di queste memorie, il progetto ha utilizzato dei materiali visivi, in larga misura fotografie. Il progetto ha inteso realizzare forme di empowerment e riconoscimento dei contributi dei bambini alla comunicazione in classe e alla produzione delle narrazioni della memoria.
Nella sua realizzazione sono stati coinvolti bambini tra gli 8 e i 13 anni, in classi di scuole primarie e secondarie di secondo grado sia di origine migrante, sia non di origine migrante. Il progetto ha inoltre coinvolto le famiglie e gli insegnanti dei bambini, oltre a un gruppo di facilitatori che hanno lavorato nelle classi. Per stimolare la riflessione e l’innovazione dell’educazione nelle classi e nelle scuole multiculturali il progetto ha proposto una gamma di strumenti di ricerca. Complessivamente, il progetto, e la ricerca integrata nel progetto, hanno riguardato incontri in 48 classi scolastiche (16 per ciascun paese) in 20 scuole, nella metà dei casi video-registrati, 987 bambini, che oltre a essere coinvolti nelle attività, hanno risposto a tre questionari e partecipato a un focus group, 1004 genitori, ai quali sono stati somministrati questionari, 40 insegnanti e 9 facilitatori, ai quali sono state somministrate interviste. Durante il progetto sono state utilizzate 1683 immagini, quasi esclusivamente fotografie, sono state realizzate 182 attività in classe, per un totale di circa 360 ore, metà delle quali sono state video-registrate per scopi di ricerca. Il progetto ha inoltre coinvolto stakeholder locali e regionali (Comuni, uffici scolastici e altri Enti).
Per favorire riflessione e innovazione nel sistema educativo, SHARMED ha infine sviluppato degli strumenti specifici: un pacchetto formativo, delle linee guida di tipo metodologico per realizzare la facilitazione in classe, un archivio multimediale e una guida per l’autovalutazione nel caso di realizzazione autonoma di attività nelle scuole.
Se SHARMED è un progetto interessato alla condivisione delle memorie IL VOCABOLATORIO (https://www.facebook.com/vocabolatorio) è un progetto finalizzato ad immaginare parole future.
Il VOCABOLATORIO nasce come un gioco di sperimentazione con gli studenti e le studentesse del corso di laurea in Storie e Culture Contemporanee del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali di Unimore per poi diventare una sorta di laboratorio virtuale collaborativo dove smontare e rimontare parole per il presente e il futuro prossimo.
Il progetto, coordinato dal Professor Iervese, prende ispirazione dalle grandi esperienze della letteratura del Novecento (Joyce, Quenau, Eco, ecc.) e dai modi di funzionamento delle reti sociali. Nasce così un laboratorio di parole (Vocaobolario+Laboratorio = VOCABOLATORIO) virtuale in cui ciascuno può fare proposte che aprano riflessioni e nuovi orizzonti di significato. Si possono mettere in discussione termini o espressioni esistenti il cui significato si ritiene vada rivisto o la cui area semantica va allargata oppure semplicemente dove i partecipanti possono introdurre degli interrogativi. Si possono proporre parole nuove per descrivere fenomeni che non hanno ancora una descrizione efficace.
“Tra le tante cose di cui avremo bisogno domani – spiega il Professor Vittorio Iervese – c’è anche un nuovo vocabolario. C’è bisogno di nuove parole per un nuovo mondo. C’è bisogno di rivedere quelle vecchie e non farsi abbindolare da formule apparentemente nuove ma paludate e truffaldine”.
Il VOCABOLATORIO pertanto è un laboratorio virtuale dove è possibile mettere in discussione l’esistente senza compromettere l’esistenza, dove immaginarsi le parole che ci mancano per le azioni che ci vogliono.
Per quanti sono interessati a partecipare basta spedire via messaggio privato sulla pagina Facebook le proposte e una commissione altamente qualificata si occuperà di selezionare i lemmi più pertinenti ed originali.
I lemmi possono seguire due categorie: COSA C’È DIETRO, ovvero si possono mettere in discussione termini o espressioni esistenti il cui significato si ritiene vada rivisto o la cui area semantica va allargata o semplicemente per introdurre degli interrogativi; COSA ABBIAMO DAVANTI, ovvero si possono proporre parole nuove per descrivere fenomeni che non hanno ancora una descrizione efficace.
Ogni lemma deve contenere una spiegazione che ne illustri sia la composizione sia il contenuto e la funzione.