> FocusUnimore > numero 12 – febbraio 2021
I corsi di dottorato rappresentano una risorsa strategica essenziale per la crescita di Unimore che negli ultimi anni ha compiuto un intenso sforzo per migliorare la qualità della formazione fornita ai dottorandi, per la loro strutturazione in un percorso più omogeneo, e ha promosso la figura del dottore di ricerca nell’ambito pubblico e privato.
Da questo punto di vista, il corso di Dottorato di Medicina e Clinica Sperimentale (Clinical and Experimental Medicine, CEM) è certamente un esempio di successo e di crescita nelle scuole dottorali di Unimore.
Il dottorato, coordinato dal Prof. Giuseppe Biagini del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze (NeuBioMet), si articola in tre curricula: Public Health – Sanità pubblica; Translational Medicine – Medicina traslazionale; Nanomedicine, Medicinal and Pharmaceutical sciences – Nanomedicina, Medicinali e Scienze Farmaceutiche e coinvolge docenti di altri quattro dipartimenti: due di area medica, il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili (SMECHIMAI) ed il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili (CHIMOMO), il Dipartimento di Scienze della Vita (DSV) ed il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali (DSLC).
Il Dottorato di Medicina e Clinica Sperimentale si pone l’obiettivo di formare ricercatori in grado di trasferire le principali problematiche cliniche dei diversi settori del Corso alla ricerca applicata, in modo tale da acquisire le basi teorico-pratiche per la futura carriera nell’ambito del settore di ricerca e sviluppo presso istituzioni pubbliche o private.
In particolare, il corso intende formare dottori e dottoresse di ricerca di elevata qualificazione scientifica nello svolgimento di attività nell’ambito della progettazione, sintesi, caratterizzazione e sviluppo di prodotti e molecole biologicamente attive, con abilità specifiche in ambito di disegno sperimentale, di monitoraggio e di valutazione dei progetti e nell’applicazione di un ampio spettro di tecnologie sia convenzionali che innovative.
Inoltre, il dottorato CEM forma ricercatori e ricercatrici in grado di inserirsi nel mondo della ricerca internazionale attraverso una formazione multidisciplinare, che include periodi di formazione presso enti di ricerca preferibilmente stranieri in cui lo studente/la studentessa possa apprendere nuove tecnologie, venire a contatto con un diverso ambiente formativo e di lavoro, nonché perfezionare l’utilizzo della lingua inglese.
L’obiettivo finale è fare raggiungere al dottorando/alla dottoranda una autonomia nella progettazione della ricerca relativa alle diverse patologie umane che lo porterà ad un utilizzo di diverse tecnologie e modelli in modo appropriato.
Negli anni passati, i dottori e le dottoresse di ricerca formati da questo corso di dottorato hanno trovato importanti sbocchi professionali sia nel mondo accademico, in Italia e all’estero, sia in Aziende sanitarie, Istituti di ricerca pubblici e privati e in laboratori di ricerca e sviluppo di aziende prevalentemente di ambito biotecnologico, biomedicale e farmaceutico.
Il prof. Giuseppe Biagini è molto soddisfatto del lavoro svolto negli ultimi anni, sia per la qualità della formazione fornita, sia per il successivo percorso professionale dei dottori di ricerca formati. “Il corso è cresciuto sia numericamente sia nella qualità della formazione, come dimostrato dalle ottime performance ottenute nella valutazione da parte del Ministero, che lo pongono ai vertici tra i corsi di dottorato di Unimore. In particolare, la qualità della ricerca del collegio dei docenti del corso è di assoluta eccellenza e la dotazione di risorse e di servizi è giudicata di particolare qualità”.
La crescita numerica è stata particolarmente evidente nell’ultimo anno: il XXXVI ciclo ha visto la messa a bando di 26 posti di dottorato, con 18 borse di studio previste.
La crescita e il progressivo miglioramento qualitativo del dottorato è figlio di una serie di scelte strategiche operate negli ultimi anni che hanno allargato gli orizzonti scientifici e le partnership del corso.
Due dipartimenticontribuiscono in maniera importante all’economia del corso di dottorato, il BMN e lo SMECHIMAI: ritenuti dipartimenti di eccellenza dal Ministero, hanno dato, con le risorse aggiuntive a disposizione, un importante contributo al dottorato.
Il corso di dottorato ha da anni stretto un accordo strategico con l’IRCCS in Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia di Reggio Emilia, che non consiste nella sola erogazione di borse di dottorato per studenti della scuola che svolgono l’attività di ricerca presso l’ente di ricerca reggiano, ma configura una stretta collaborazione che ha portato ad organizzare iniziative didattiche e formative comuni.
Il successo dell’iniziativa è anche testimoniato dalla volontà da parte della Fondazione GRADE ONLUS di Reggio Emilia, che assiste i malati oncologici, di finanziare il corso di dottorato CEM con cinque borse di studio e dalla borsa di studio aggiuntiva messa a disposizione dall’AUSL di Reggio Emilia.
Infine, il dottorato CEM ha raggiunto un accordo di collaborazione con l’Università di Angers, in Francia, grazie al quale gli studenti e le studentesse di dottorato possono conseguire un dottorato in co-tutela con l’ateneo francese, con rilascio del doppio titolo di dottorato francese e italiano.
È anche grazie a questo accordo che lo scorso anno è stata vinta una borsa di dottorato aggiuntiva nell’ambito del bando VINCI, un bando prestigioso di collaborazione italo-francese: si tratta solamente della seconda occasione nella quale Unimore concorre con esito positivo a questo bando di grande prestigio e tradizione. La crescita di interesse verso il dottorato CEM è ulteriormente testimoniata dalla richiesta di due posti di dottorato industriale da parte di due importanti aziende farmaceutiche e tecnologiche.
“Nonostante i traguardi raggiunti siano fonte di soddisfazione, ci sono certamente ancora delle criticità importanti, che però possono essere risolte solo con un intervento strutturale di Ateneo – sottolinea il Prof. Giuseppe Biagini -. Il primo punto riguarda il rapporto con il territorio. La capacità di fundraising del Corso, seppur relativamente buona nel contesto di Unimore, rimane ancora insoddisfacente e richiederebbe un intervento più organico e strutturale di ateneo per rendere questo processo più efficace”.
In secondo luogo, la capacità di attrazione di studenti laureati all’estero rimane ancora deficitaria, nonostante l’accordo bilaterale con l’Università di Angers, come lo è la messa a bando di posizioni ottenute nell’ambito di progetti europei.
È questa in realtà una criticità comune a tutti i dottorati Unimore ed è secondo il prof. Biagini legata a due fattori: “Il primo è la difficoltà di comprensione del bando di accesso al corso da parte di studenti stranieri, che scoraggia i potenziali interessati ed il secondo è il ridotto supporto logistico e infrastrutturale che l’Ateneo può al momento fornire ai dottorandi che decidono di iniziare il proprio percorso dottorale a Modena o Reggio Emilia”.
Molto quindi resta ancora da fare, ma il lavoro svolto negli ultimi anni ha posto le basi per un corso di dottorato di assoluta eccellenza che potrà ulteriormente crescere, in particolare sul fronte dell’internazionalizzazione.