> FocusUnimore > numero 48 – giugno 2024
Unimore partners with the new National Centre for the Future of Biodiversity NBFC
Italy is one of the Mediterranean countries richest in biodiversity and endemic species and, thanks to the Recovery Plan, the National Centre for the Future of Biodiversity (NBFC), of which Unimore is a partner, was founded with the aim of monitoring, conserving and restoring biodiversity and identifying effective strategies to protect and enhance biological diversity in the Mediterranean basin. Research and innovation are the key ingredients not only to conserve the great diversity of organisms in our country and the Mediterranean, but also to devise new processes and products to restore biodiversity and generate economic, social and environmental value. A central element of the NBFC is the close relationship between biodiversity and personal well-being. Biodiversity is a key resource for counteracting the effects of climate change, preventing floods, fires, soil erosion and pollution of environmental resources. Central to the NBFC is the definition of processes capable of promoting ecosystem services to generate value from biodiversity and activate virtuous, replicable and scalable mechanisms in different environments with similar characteristics. An important step of the NBFC was taken in May in Palermo, where the first Forum of the National Biodiversity Future Centre was held, the Centre’s first major scientific event where over 600 researchers from all over Italy participated.
Nell’ambito del cambiamento climatico, perdita di habitat, estinzione locale e globale delle specie, monitoraggio, conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità è ormai un’emergenza globale.
La biodiversità è la soluzione perché rappresenta una risorsa essenziale per l’umanità e per la salute degli ecosistemi che sono alla base della rigenerazione delle risorse ambientali. L’Italia è tra i Paesi del Mediterraneo più ricchi di biodiversità e di specie endemiche, condizione riconosciuta e valorizzata con le modifiche, approvate nel febbraio 2022, degli articoli 9 e 41 della Costituzione, che hanno introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali della Carta costituzionale anche nell’interesse delle future generazioni.
In questo contesto e grazie al Recovery Plan è stato fondato il Centro Nazionale per il futuro della Biodiversità (NBFC) che ha l’obiettivo di monitorare, conservare e ripristinare la Biodiversità e di individuare strategie efficaci di tutela e valorizzazione della diversità biologica nel bacino del Mediterraneo.
Il centro NBFC, del quale Unimore è partner, opera in stretta sinergia con le istituzioni di tutela ambientale del territorio e con le aziende private che operano in diversi settori e che trovano nella biodiversità la loro risorsa primaria. Tra queste imprese vi sono anche coloro che ricercano molecole bioattive capaci di prevenire l’insorgenza di malattie multifattoriali, ma anche aziende che ricercano nella biodiversità nuovi alimenti o basi sostenibili per nuovi integratori e cosmetici.
Ricerca e innovazione sono gli ingredienti fondamentali non solo per conservare la grande diversità di organismi del nostro Paese e del Mediterraneo, ma anche per ideare nuovi processi e prodotti per ripristinare la biodiversità e generare valore economico, sociale e ambientale. Elemento centrale del NBFC è la stretta relazione tra biodiversità e benessere della persona sotto il profilo fisico, psichico, culturale e sociale.
La ricerca scientifica nel Mediterraneo è cruciale per incrementare le strategie di monitoraggio della diversità biologica al fine di prevenire fenomeni erosivi e di alterazione degli ecosistemi. Studiare i processi di conservazione e misurare la loro efficacia permetterà di prevenire l’estinzione delle specie e consentirà di individuare le strategie più adatte ai diversi habitat anche in relazione ai cambiamenti climatici. La ricerca in ambiente operativo è inoltre essenziale per definire strategie di supporto e rafforzamento di popolazioni erose e per ripristinare la biodiversità in aree ad elevato impatto antropico e ambientale come quelle urbane e periurbane.
“Unimore – spiega la prof.ssa Lorenza Rebecchi – apporta in particolare il suo contributo principale nel conoscere, monitorare e conservare la diversità animale, vegetale e batterica di habitat terrestri e di acqua dolce della penisola Italiana integrando conoscenze scientifiche e tassonomiche di base con strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale, la bioinformatica e la genomica grazie alle ricerche condotte da 14 docenti Unimore a cui si aggiungono 4 ricercatori e 4 dottorandi appositamente reclutati grazie ai fondi ricevuti dall’Ateneo”.
La biodiversità è una risorsa fondamentale per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, prevenire inondazioni, incendi, erosioni di suolo e inquinamento delle risorse ambientali. Al centro di NBFC vi è la definizione di processi capaci di promuovere i servizi ecosistemici per generare valore dalla biodiversità e attivare meccanismi virtuosi, replicabili e scalabili in diversi ambienti con caratteristiche simili.
La connessione tra biodiversità, sviluppo sostenibile e salute planetaria diventa un imperativo in un contesto globale di malattie e crisi ambientale ormai conclamata. L’emergenza delle malattie infettive sottolinea la necessità di adottare un sistema integrato capace di agire a vari livelli (one health) al fine di promuovere la sicurezza sanitaria globale. La perdita di biodiversità colpisce miliardi di persone a livello globale e la grande erosione biologia e ambientale in atto rischia di incrementare tale numero.
In tale contesto NBFC, istituito grazie al piano di Ripresa e Resilienza post-Covid Plan, è in prima linea con una visione globale, integrata e concreta per fornire gli strumenti necessari ad invertire questa tendenza. In tal senso la conservazione della biodiversità non è, quindi, solo una questione di gestione delle risorse biologiche e ambientali, ma anche una componente di valore per la salute dell’uomo e per l’economia del pianeta.
Per NBFC, l’approccio olistico è cruciale per affrontare le complessità dell’urbanizzazione e del degrado ambientale. L’impegno di NBFC è potenziare la biodiversità, promuovere l’occupazione sostenibile e migliorare complessivamente la salute, integrando le metriche di benessere umano e biodiversità. In linea con il Piano Europeo di Resilienza e con un focus particolare sui giovani, NBFC si dedica a tutelare il domani delle generazioni future, promuovendo un’esistenza in armonia con la natura e perseguendo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Un passo importante del NBFC è stato fatto a maggio a Palermo dove si è tenuto il primo Forum del National Biodiversity Future Center, il primo grande evento scientifico del Centro dove oltre 600 ricercatrici e ricercatori di tutta Italia si sono confrontati su temi sensibili quali il monitoraggio della diversità biologica di habitat marini, di acqua dolce e terrestri, la riqualificazione delle aree degradate, la conservazione della natura, il rapporto tra natura e benessere e lo sviluppo di strumenti efficaci per prevenire la perdita della biodiversità.
Alla scoperta delle eccellenze alimentari dell’Emilia-Romagna con il Blended Intensive Program di Unimore
Anche Unimore, partner del progetto, ha partecipato con un nutrito gruppo di studiosi: Lorena Rebecchi, chair in una sessione del convegno dedicata alle specie aliene, Lara Maistrello, Elisabetta Sgarbi, Michele Cesari, Antonio Todaro, Ilaria Giovannini, Anush Kosakyan e quattro dottorandi Federica Frigieri, Aya Mortada, Francesco Saponi, Marco Scaramelli.
Alla scoperta delle eccellenze alimentari dell’Emilia-Romagna con il Blended Intensive Program di Unimore
Per il secondo anno il Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore accompagna un gruppo di oltre 20 studenti e studentesse stranieri alla scoperta delle produzioni alimentari di eccellenza dell’Emilia-Romagna.
Si tratta di un percorso caratterizzato da un approccio scientifico e pratico quello che accompagna gli studenti e le studentesse iscritti a questo Erasmus+ BIP – Blended Intensive Program di Unimore, progetto di formazione di tre settimane finanziato dalla Comunità Europea, realizzato in collaborazione con le Università di Caen (Francia), di Praga (Repubblica Ceca) e Valencia (Spagna).
Il programma, che ha preso il via lunedì 10 giugno con l’accoglienza degli studenti e delle studentesse, proseguirà fino al 29 giugno esi svolgerà nel Campus San Lazzaro, principalmente al padiglione Besta, sede del Dipartimento di Scienze della Vita di Reggio Emilia (via Amendola, 2).
Al gruppo di studenti e studentesse (nello specifico tre di Unimore, 10 dell’Università di Praga, 6 dell’Università di Valencia e 4 dell’Università di Caen), vengono proposte 45 ore di didattica sulle tecnologie alimentari innovative, nei laboratori del Dipartimento di Scienze della Vita, oltre ad alcune visite presso caseifici, allevamenti e acetaie.
Un importante incontro si è tenuto in particolare lo scorso 19 giugno, con la visita presso la sede del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano.
Tra le tematiche che vengono trattate nel corso delle lezioni, alla scoperta delle eccellenze alimentari della regione Emilia-Romagna, ci sono: la biotecnologia dell’aceto, la teoria e applicazione dell’imaging RGB e iperspettrale per il monitoraggio degli alimenti, la tutela e vigilanza del formaggio Parmigiano Reggiano, i biostimolanti vegetali per l’agricoltura sostenibile, la prospettiva del consumatore sull’imballaggio alimentare e il ruolo multiforme del packaging nella catena del valore alimentare, le malattie post-raccolta dei prodotti ortofrutticoli e i processi produttivi dell’eccellenza alimentare dell’Emilia-Romagna. Nelle lezioni conclusive si parlerà anche di vernici bio per migliorare le prestazioni della carta per imballaggi alimentari e in che modo le nanotecnologie supporterebbero i sistemi agroalimentari.
“La collaborazione con i tre Atenei – ha commentato il Prof. Andrea Pulvirenti, coordinatore del progetto– nasce dalla partecipazione a un Bando Europeo Erasmus plus, al quale ho preso parte in qualità di Presidente del corso di laurea in Controllo e Sicurezza degli Alimenti. Lo scopo è quello di aumentare il grado di internazionalizzazione del nostro corso. La vincita del bando ha portato a diversi incontri nelle sedi partner e un incontro di formazione per i docenti stranieri che abbiamo organizzato a luglio 2022 proprio a Reggio Emilia. Da quell’evento è nata l’idea di far conoscere agli studenti e alle studentesse le ricerche applicate alle importanti produzioni del nostro territorio ed ecco che quest’anno siamo arrivati alla seconda edizione” – ha commentato il Prof. Andrea Pulvirenti, coordinatore del progetto.
L’Erasmus+ BIP – Blended Intensive Program permette ai docenti e agli studenti e alle studentesse di svolgere una mobilità intensiva e, in parte, blended.
Il Programma prevede la creazione di un insegnamento o attività formativa da offrire ad almeno 15 studenti universitari, provenienti da almeno due università europee, insieme con gli studenti dell’università proponente e prevede la partecipazione di docenti universitari di tutte le sedi.