> FocusUnimore > numero 48 – giugno 2024
The reform of the public gaming sector: research and initiatives to combat pathological gaming are being carried out at Unimore
There are many initiatives, mainly aimed at schools, carried out by the CRID – Research Centre on Discrimination and Vulnerability and the Marco Biagi Foundation within the framework of the Bando Legalità (Notice of Legality) of the Municipality of Modena or the University’s participation in the Game Science Research Centre, an inter-university research centre set up to develop the formative, social and educational potential of gaming. On 28 May, the seminar Reorganisation of the gaming sector, Act I: the new decree on remote gaming was held at the Marco Biagi Foundation, in which an initial analysis of the regulation of online gaming and betting collection was carried out. The central element of the discussion was the assessment of the effectiveness of the measures introduced by the new legislation to prevent the rampant phenomenon of pathological gambling, which has been growing steadily for years.
L’impegno scientifico e di terza missione di Unimore sul tema del gioco prosegue da tempo: basti citare le iniziative, rivolte prevalentemente alle scuole, portate avanti dal CRID – Centro di Ricerca su Discriminazioni e vulnerabilità e dalla Fondazione Marco Biagi nell’ambito del Bando Legalità del Comune di Modena o la partecipazione dell’Ateneo al Game Science Research Center, Centro di ricerca interuniversitario nato per sviluppare il potenziale formativo, sociale ed educativo del gioco.
Nel solco di queste esperienze, il 28 maggio scorso, presso la Fondazione Marco Biagi, si è tenuto il seminario Riordino del settore dei giochi, atto I: il nuovo decreto sul gioco a distanza nel quale si è svolta una prima analisi della disciplina della raccolta di giochi e scommesse online, oggetto di revisione attraverso il recente decreto legislativo 25 marzo 2024, n. 41, in attuazione dell’art. 15 della legge n. 111/2023.
L’evento si inquadra nell’ambito del progetto PRIN 2022 Strumenti regolatori per la prevenzione e la lotta al Gioco d’Azzardo Patologico nell’era digitale, di cui il Principal Investigator è il Prof. Simone Scagliarini, ordinario di Diritto costituzionale e pubblico del nostro Ateneo.
Elemento centrale della discussione è stata la valutazione dell’efficacia delle misure introdotte dalla nuova normativa ai fini della prevenzione del fenomeno dilagante dell’azzardo patologico (GAP), da tempo in crescita costante e tale da mobilitare in generale nel nostro Paese, ma anche nel territorio modenese, una quantità di risorse economiche impossibile da trascurare: basti osservare che l’Italia è la quarta nazione al mondo dopo USA, Cina e Giappone per importi spesi. L’importanza del recente intervento del legislatore è ancor più evidente se si considera che, dalla pandemia in poi, il gioco si sta spostando sempre più verso il canale online, nel quale la raccolta degli ultimi anni ha superato, specie tra le fasce più giovani, il tradizionale canale fisico, mantenendo oramai stabilmente questo preoccupante primato.
In tale contesto, l’atto normativo adottato dal Governo rappresenta la prima tappa del percorso complessivo di riordino cui esso sta provvedendo in attuazione della delega fiscale, della quale costituisce un elemento non secondario, vista l’ampiezza del gettito fiscale che l’erario realizza attraverso l’imposizione sul gioco (nel 2022, ultimo dato ufficiale disponibile, si parla di oltre 11 mld./€).
“La regolazione del gioco d’azzardo – afferma il Prof. Simone Scagliarini – ormai da oltre vent’anni è passata da una logica tendenzialmente restrittiva ad una volta a favorire l’offerta di gioco lecito nell’intento di limitare le infiltrazioni criminali nel settore, peraltro con risultati assai dubbi, come sembrano dimostrare numerose vicende giudiziarie e gli stessi documenti della Commissione parlamentare antimafia. In compenso, si è avuta un’espansione della dipendenza dal gioco d’azzardo e dei fenomeni di marginalizzazione e povertà ad essa correlati, cui soprattutto Regioni ed enti locali hanno cercato di porre un argine”.
“Lo spostamento del gioco sulla rete – prosegue il Prof. Scagliarini – pone nuove sfide al legislatore che voglia davvero contenere il fenomeno e in questo senso è importante l’intervento di riordino avviato con il nuovo decreto approvato dal Governo lo scorso marzo. Il quale, tuttavia, sembra più preoccupato delle entrate erariali che della tutela del giocatore, presentando molti aspetti critici, dal momento che privilegia meccanismi che fanno affidamento sulla volontà del giocatore stesso di limitarsi, cosa assai difficile a verificarsi per chi è affetto da una addiction comportamentale”.
Tra l’altro, anche sotto il profilo formale, la tecnica legislativa utilizzata sembra piuttosto carente, con l’individuazione di principi generali assai laschi e previsioni di dubbia efficacia e utilità, come ha dimostrato la relazione della Dott.ssa Noemi Miniscalco, assegnista di ricerca di Istituzioni di diritto pubblico.
Anche gli interventi programmati che hanno contribuito al dibattito durante il seminario hanno posto in luce profili paralleli, e non marginali, di criticità: così, se la Prof.ssa Maria Cecilia Fregni, ordinaria di Diritto tributario nel nostro Ateneo, ha posto in luce le problematiche relative ai profili fiscali, il Prof. Vincenzo Sciarabba, associato di Diritto costituzionale e responsabile dell’unità di ricerca dell’unità di Genova del progetto PRIN, ha stigmatizzato il mancato coinvolgimento di Regioni ed enti locali, che anzi, semmai, sono state tentate con la ventilata possibilità di ottenere parte delle entrate tributarie derivanti dal gioco, ciò che rischierebbe di indurle a desistere da tutte quelle misure di prevenzione che esse finora hanno posto in essere con maggiore incisività rispetto a quanto fatto dallo Stato.
Infine, si pone anche il problema di ciò che il decreto non disciplina, come per esempio il gaming, il cui confine con il gambling (gioco d’azzardo), specialmente on line, si va sempre più assottigliando, o la materia delle criptovalute, l’investimento nelle quali non è meno aleatorio dell’azzardo vero e proprio, secondo un’indicazione pervenuta anche dall’attuale Governatore della Banca d’Italia.
Insomma, le questioni in campo sono ancora molte e saranno oggetto dei futuri sviluppi della ricerca. Da un lato, infatti, sono attesi (almeno) altri due decreti, uno sul gioco d’azzardo fisico ed un altro sui profili strettamente fiscali, che potrebbero essere la leva – se solo il legislatore lo volesse – per disincentivare il gioco e prevenire per questa via il relativo disturbo patologico.
Peraltro, oltre all’aspetto strettamente scientifico, il progetto si pone l’obiettivo di creare una sinergia con altre Istituzioni e con il Terzo Settore impegnato in questo ambito. In questo senso si sta in particolare proseguendo il dialogo con l’ASL, da tempo impegnata nella prevenzione e cura del GAP, ed attualmente in fase di creazione di un tavolo con le Associazioni del settore ludico del territorio per valorizzare l’aspetto positivo del fenomeno e contrastare con il gioco sano quello patologico: un interessante modello alternativo, fondato sulla co-progettazione, che potrebbe rappresentare una nuova e diversa risposta al dilagare del fenomeno.