> FocusUnimore > numero 3, aprile 2020
La vicenda della pandemia da COVID-19 ha visto impegnato in prima linea tutto il sistema sanitario nazionale, regionale e locale.
Accanto ai tanti professionisti ed operatori che, da settimane e per settimane, si sono prodigati per arginare la diffusione e curare le centinaia e migliaia di pazienti ricoverati per aver contratto il corona virus, docenti, ricercatori, dottorandi, assegnisti e specializzandi di Unimore hanno generosamente affiancato questo sforzo collettivo e corale, sostenuto anche dal mondo del volontariato e della Protezione Civile, adoperandosi al meglio delle proprie capacità e competenze.
Dai docenti e medici della Terapia Intensiva, della Pneumologia, della Infettivologia, dell’Immunologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria fino all’Epidemiologia, Virologia e Psichiatria il coinvolgimento dell’Ateneo è stato davvero ampio e si è distinto per alcune iniziative, originali ed uniche nel loro genere, che hanno posto l’accento in particolare sul tema della prevenzione, un “pilastro” nella strategia di contrasto alla pandemia, mettendo a valore le tante ricerche condotte negli anni.
A questo scopo è nata in seno all’Ateneo una Task force multidisciplinare, che – in poco tempo – si è trovata a dover fronteggiare risposte a centinaia di domande in tema di rischi e prevenzione del contagio da Sars- COV-2 inviate dagli utenti di UNIMORE attraverso una email dedicata (covid19@unimore.it).
Dalla sua istituzione, annunciata con la creazione sulla homepage www.unimore.it di una finestra “Task Force Covid-19” sono giunte richieste di informazioni riguardanti le caratteristiche del contagio e come evitarlo.
“Le domande più frequenti – racconta la professoressa Paola Borella del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze – hanno riguardato la resistenza dei germi sulle superfici e/o nelle particelle di polvere, i metodi di pulizia e disinfezione ambientale in presenza o meno di un caso in famiglia, la necessità di lavare e disinfettare le strade e/o di togliersi le scarpe prima di entrare in casa (comportamento lodevole anche se probabilmente non rilevante per questo virus), il rischio che l’arrivo delle zanzare possa favorire ulteriormente la diffusione del contagio, l’uso e/o il riuso delle mascherine”.
Vi sono stati anche quesiti sugli effetti psicologici di questa grave emergenza, tema questo su cui i docenti Unimore di Salute Mentale hanno elaborato depliant da fornire a tutti e tutte.
Non sono mancate richieste riferibili a singole situazioni di rischio come la presenza di malattie particolari (es. allergie), e sul rischio connesso con l’assunzione di farmaci.
Alcuni studenti hanno poi espresso il desiderio di approfondire le loro conoscenze sullo sviluppo del virus sulle cellule umane, sulla differenza del numero di malati in rapporto al sesso e all’età, sulla diversa gravità della malattia per es. legata alla carica virale infettante, sulla possibilità che una persona giovane senza co-morbosità possa morire (anche il fumo di sigaretta, l’abuso di alcoolici e l’assunzione di droghe potrebbe avere una influenza per la loro azione immunosoppressiva), sulla presenza e durata di una risposta immunitaria, sulla “immunità di gregge” ovvero sull’opportunità di far circolare liberamente il virus affinché una parte rilevante della popolazione si immunizzi frenando il contagio interumano tipico di questa malattia.
Qualcuno ha anche chiesto previsioni sulla ripresa dell’attività regolare: “Quesito – spiega Paola Borella – sul quale non abbiamo naturalmente potuto offrire certezze, rassicurando tuttavia gli studenti in merito al fatto che non perderanno l’anno: le sessioni di esame e le lauree si stanno svolgendo con regolarità, pur con tutte le difficoltà che loro e noi docenti incontriamo in questa situazione emergenziale”.
Risulta chiaro che alcuni quesiti nascono dai cosiddetti social che di giorno in giorno fanno circolare false notizie che rimbalzano in rete e diventano per l’appunto virali. Il consiglio dato a tutti è di rifarsi unicamente ad informazioni, aggiornamenti, suggerimenti pratici presenti solo in siti istituzionali in particolare quelli del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità che offrono un riepilogo completo e aggiornato sia dei dati epidemiologici che dei comportamenti utili per tenere sotto controllo l’epidemia, anche quelli giornalieri ,come i consigli dietetici e sulla attività fisica dentro casa.
A domanda risposta: una Task Force per una corretta informazione
A oggi sono numerosi i docenti, esperti ed esperte arruolati nella task-force Unimore, che si avvale anche del supporto di esperti della Aziende Sanitarie di Modena e Regio Emilia: gli igienisti ed epidemiologi Gabriella Aggazzotti, Annalisa Bargellini, Paola Borella, Tommaso Filippini, Elena Righi, Sergio Rovesti, Marco Vinceti, il medico del lavoro Fabriziomaria Gobba, il medico legale Enrico Silingardi, la presidente del corso di laurea in infermieristica, sede di Modena, Paola Ferri, l’esperta di medicina generale e cure primarie Maria Stella Padula, gli esperti di salute mentale Silvia Ferrari e Gian Maria Galeazzi e, inoltre, i responsabili nel Dipartimento di Sanità Pubblica ASL di Modena Giovanni Casaletti e Davide Ferrari ed i componenti della Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitario di Modena Luca Sircana e Elena Vecchi e della Azienda Sanitaria Locale di Reggio Emilia Paolo Giorgi Rossi, Roberto Grilli, Mauro Grossi, Pietro Ragni.
I consigli della Scuola di Specializzazione in Psichiatria
Insieme alle drammatiche conseguenze cliniche, l’aggressività e la diffusione di questo virus porta con sé conseguenze – talvolta – pesanti anche sul piano non solo economico ma anche sociale e psicologico.
Per il contrasto di queste ultime conseguenze ha brillato per utilità e rigore scientifico una iniziativa della Scuola di Specializzazione in Psichiatria, diretta dal prof. Gian Maria Galeazzi, che insieme alla prof.ssa Silvia Ferrari, e ad altri colleghi come il prof. Giuseppe Pagnoni, i dottori Gaspare Palmieri e Marco Venuta hanno preparato quattro opuscoli – quasi veri e propri manuali di consigli pratici (consultabili sulla pagina www.unimore.it – sezione Task Force Covid-19) – su come affrontare altrettante problematiche diventate cruciali in queste giornate di forzato isolamento: stress da quarantena, lutto, mindfulness (consapevolezza) e meditazione zen.
Restare in forma da casa
Anche l’attività sportiva per il benessere fisico e psicologico in queste settimane di forzata inattività può essere di aiuto per trascorrere più serenamente le giornate.
Unimore e Cus More, quindi, si sono affiancati a supportare la campagna di comunicazione dell’Ufficio per lo Sport #DistantiMaUniti e la campagna #iorestoacasa.
In particolare, Cus More ha pensato di proporre a distanza, per tutti i tesserati e le tesserate e per chiunque volesse approcciarsi al mondo dello sport universitario, le abituali attività erogate in palestra da istruttori e istruttrici. Si tratta di attività da fare a casa e individualmente per tenersi in forma. I video sono a disposizione sui canali social del nostro Cus https://www.facebook.com/cusmoreasd/ e https://www.instagram.com/cus_mo.re/. Le notizie sugli aggiornamenti dei corsi erogati online sono continuamente aggiornate sul sito https://www.cusmodena.it/.
“Si tratta di una “didattica sportiva” a distanza assolutamente nuova e speciale”, come ha sottolineato la delegata allo Sport di Ateneo professoressa Isabella Morlini. “L’obiettivo è quello di fornire a tutti un momento di svago e sport e al tempo stesso ribadire l’importanza di fare movimento invitando gli utenti a salvaguardare la propria salute e la forma fisica rimanendo a casa”.
GRUPPO IGIENE PUBBLICA UNIMORE: per ricerche a 360° in difesa dei più deboli, di uomini e donne e dell’ambiente
Il gruppo di ricerca della Sanità Pubblica di Unimore comprende ricercatori e docenti del settore di Igiene Generale ed Applicata, esperti in Epidemiologia, Igiene ambientale, Educazione Sanitaria e Sanità Pubblica, e dei settori della Medicina del Lavoro, Scienze Infermieristiche, Medicina Legale e Medicina Generale.
Lo compongono: Gabriella Aggazzotti, Annalisa Bargellini, Paola Borella, Paola Ferri, Tommaso Filippini, Elena Righi, Sergio Rovesti, Fabriziomaria Gobba, Enrico Silingardi, Maria Stella Padula e Marco Vinceti.
Diversi e complementari i filoni di ricerca che caratterizzano il gruppo: oltre agli studi epidemiologici sui rischi espositivi, sono numerosi i progetti di ricerca, coordinati e gestiti dal gruppo, ma con forti legami interdisciplinari, che hanno l’obiettivo di sviluppare interventi per la promozione della salute e di proporre le più moderne strategie per la prevenzione delle malattie infettive e non infettive.
Riguardano studi sui rapporti tra fattori ambientali e professionali e salute per individuare e caratterizzare i rischi di esposizione a sostanze tossiche (es. pesticidi, metalli e metalloidi, trialometani) e a fattori fisici, quali le radiazioni non ionizzanti, generate ad esempio dalla telefonia cellulare o dalle teletrasmissioni, e le radiazioni ultraviolette, derivanti dalla radiazione solare. Degni di nota sono gli studi sulla associazione tra inquinamento da traffico e tumori infantili quali la leucemia, la ricerca dei fattori di rischio ambientali coinvolti nell’insorgenza delle malattie neurodegenerative quali la SLA e la demenza, e lo studio dei rapporti fra ftalati ed effetti sullo sviluppo neuromotorio dei bambini, indagini che forniscono un contributo neuroepidemiologico peculiare e qualificante all’interno del Progetto di Eccellenza del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e neuroscienze.
Riguardano anche la diffusione e controllo di microrganismi opportunisti (es. Legionella spp, Pseudomonas spp, ecc.) e infezioni correlate all’assistenza, con particolare attenzione ai gruppi di persone che vivono in comunità (ospedali, case di cura, residenze per anziani), particolarmente fragili al rischio di infezioni, come oggi accade con il nuovo coronavirus. In questo ambito, alcuni studi riguardano lo sviluppo e applicazione di nanomateriali in grado di contrastare la sopravvivenza di batteri sulle superfici high touch, continuamente toccate dalle mani (problema di grande interesse ed attualità), e si sperimentano nuovi disinfettanti utili a ridurre il rischio di contaminazione idrica da batteri, studiandone, con strumenti innovativi come la metagenomica, il loro impatto sulla comunità microbica dell’acqua.
E ancora progetti multidisciplinari di promozione della salute: indagini che coinvolgono i bambini per quanto riguarda la loro educazione alimentare, e più in generale gli stili di vita salubri, oltre a studi sugli effetti psicologici e non causati da eventi traumatici quali il terremoto. Alcune indagini sono rivolte a favore della salute delle donne gravide e dei neonati, utilizzando in aree disagiate del mondo strumenti di telemedicina che consentono il controllo a distanza della loro salute. Non meno rilevanti le ricerche di strumenti per il contenimento dei rischi di incidenti durante la guida su autoveicoli, attraverso il monitoraggio dello stato di attenzione con sistemi multisensoriali, visione artificiale e apprendimento automatico.
Senza dimenticare i progetti di ricerca di ambito medico forense: si tratta di studi che coniugano le metodiche di matrice istopatologica e immunoistochimica, di tossicologia forense, di genetica forense, e di radiologia forense, i problemi della casistica necroscopica medico-legale, con particolare riguardo alla diagnosi delle cause di morte improvvisa, anche fetale e neonatale, alle problematiche connesse ai casi di morte correlata all’uso di farmaci e sostanze d’abuso, alla diagnostica medico-legale delle asfissie.
Di grande rilievo sono i progetti di ricerca sulla efficacia formativa: si tratta di studi dedicati a fornire metodologie didattiche per promuovere abilità comunicative-relazionali, di collaborazione interprofessionale e di partnership con il paziente; questi studi coinvolgono gli studenti iscritti ai corsi della facoltà di medicina, che nella loro futura professione avranno un ruolo fondamentale per costruire un percorso di cura e riabilitazione sempre più vicino ai pazienti. A questo percorso formativo, si aggiunge il progetto EduCare Unimore che prevede attività di formazione e ricerca con i pazienti formatori, ovvero pazienti che educano altri pazienti e i loro famigliari al rispetto dell’ambiente e della salute, e suggeriscono comportamenti adeguati anche in caso di epidemie come quella in corso.
Il gruppo si avvale della collaborazione di numerosi istituti di ricerca italiani e internazionali e riceve finanziamenti competitivi da istituzioni nazionali ed estere (quali i fondi europei dei programmi FP7 ed Horizon 2020, PRIN, Inail ex Ispels, COST, fondi regionali e locali), tra cui aziende private interessate a migliorare la qualità dei loro prodotti a beneficio dei consumatori e prevenire i rischi di danni alla salute anche a livello occupazionale. I risultati delle ricerche sono significativi sia in termini di impatto scientifico, come dimostrano le numerose e recenti pubblicazioni su riviste quotate del settore, che per le ricadute pratiche, nel loro intento di individuare i gruppi e i soggetti a maggior rischio e di suggerire le metodologie di prevenzione utili a minimizzare la comparsa di malattie e promuovere il mantenimento dello stato di salute della popolazione.