> FocusUnimore > numero 43 – gennaio 2024
In Service to the Educational Community. Remembering Loris Malaguzzi (1920-1994) and the roots of the “Reggio Emilia Approach”
January 30 is the 30th anniversary of the passing of Loris Malaguzzi, the Reggio Emilia pedagogist who inspired the educational experience of the municipal nursery schools and preschools in Reggio Emilia, now known as the “Reggio Emilia Approach.” Loris Malaguzzi was the one who determined the creation of a fundamental innovative pedagogical project marked by the wise commitment to make society care about childhood and its rights, for quality education for girls and boys, those in Reggio Emilia and those around the world. He helped to understand more about who children are, and to do this he carried out daily research work with schools, teachers, children, and parents. He has never produced a written work systematizing his thinking, but he has largely put it into practice through the creation of public schools in Reggio Emilia, a municipal network of nurseries and preschools that still contributes today, after so many years, to the right to education of a large number of boys and girls from 0 to 6 years old.
Il 30 gennaio del 1994 ci lasciava improvvisamente Loris Malaguzzi, il pedagogista reggiano ispiratore dell’esperienza educativa dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia, oggi nota come “Reggio Emilia Approach”.
Loris Malaguzzi ha contribuito in modo determinante a elaborare un progetto pedagogico innovativo e a realizzare un’avventura umana, sociale e culturale, frutto dell’impegno di una città e dei suoi amministratori e delle sue amministratrici, del lavoro di tanti/e insegnanti, pedagogisti/e, atelieristi/e, cuochi/e e figure ausiliari, della partecipazione di genitori e di cittadini/e, delle esperienze insieme a bambine e bambini.
Si tratta di una storia collettiva che vive da sessant’anni.
Il contributo di Loris Malaguzzi, in questo processo, è stato fondamentale per orientare e guidare l’innovazione che era voluta dalla città, ma necessitava di un pensiero pedagogico libero e visionario per sviluppare la qualità nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, riconosciuta sin dai suoi primi passi come un riferimento a livello internazionale.
Loris Malaguzzi ha avuto l’intuizione e la capacità di non concentrare su di sé l’elaborazione del progetto, ma di coinvolgere la cittadinanza, amministratori e amministratrici e rendere protagonisti bambini e bambine, insegnanti, pedagogisti/e, atelieristi/e, genitori, dando loro voce e visibilità.
È infatti a bambini, insegnanti e genitori che ha dedicato uno dei suoi scritti-manifesto, “Una carta per tre diritti”[1], con cui invita a riconoscere e valorizzare il ruolo interconnesso di ciascuno dei protagonisti dell’esperienza educativa, e che si chiude con queste parole: “Partecipazione e ricerca sono in effetti due termini capaci di riassumere molto della concezione più generale della nostra teoria educativa, quanto di riassumere i requisiti migliori per avviare e sostenere la realizzazione dell’intesa cooperativa tra genitori e insegnanti coi valori che essa aggiunge alla prospettiva educativa dei bambini”.
La vita di Loris Malaguzzi è stata contraddistinta dall’impegno, sapiente e militante, a far sì che la società si accorgesse e si occupasse dell’infanzia e dei suoi diritti, dall’impegno per un’educazione di qualità per le bambine e i bambini, quelli di Reggio Emilia e quelli di tutto il mondo.
Ha sempre rifiutato la retorica dell’infanzia: ci ha aiutato a capire di più chi sono i bambini.
Per fare questo ha realizzato un quotidiano lavoro di ricerca con le scuole, le insegnanti, i bambini, i genitori che ha reso visibile l’infanzia. Una visibilità che si è concretizzata attraverso mostre che hanno percorso i continenti, aprendo dibattiti intorno all’educazione e contribuendo a generare cambiamenti nella scuola e nelle politiche per l’infanzia, ma anche attraverso le riviste di settore, di cui è stato Direttore, nelle quali – fuori dal cerchio stretto degli addetti ai lavori – ha portato l’attenzione su come i bambini apprendono in contesti che valorizzano le loro intelligenze e la loro creatività, i 100 linguaggi.
Instancabile promotore di incontri e iniziative di scambio e confronto, Malaguzzi ha organizzato numerosi momenti pubblici di riflessione – e frequentemente di denuncia; ha partecipato a dibattiti pedagogici e politici nazionali e internazionali, diventando un punto di riferimento importante, per quanto scomodo.
Non ha mai prodotto un’opera scritta che sistematizzasse il suo pensiero, che però ha ampiamente testimoniato attraverso la creazione di scuole pubbliche a Reggio Emilia, una rete comunale di nidi e scuole dell’infanzia che contribuisce ancora oggi a corrispondere al diritto all’educazione di un grande numero di bambini e bambine da 0 a 6 anni.
Il suo pensiero è più che mai attuale non solo perché visionario e anticipatore, ma anche perché si rinnova ogni mattina nei nidi e nelle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia.
“Ritornare al pensiero di Loris Malaguzzi – spiega Claudia Giudici Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, nonché Docente di Psicopedagogia presso Unimore – continua a essere una condizione necessaria per dare forma al futuro dell’esperienza educativa della città: non consegna prescrizioni, vincoli, ma strategie di pensiero, criteri interpretativi, rigore metodologico nell’analisi delle situazioni, capaci ancora oggi di orientare le scelte più che mai necessarie per non cedere alla tentazione della semplificazione e del riduzionismo, che costituiscono il più grande tradimento dei diritti dei bambini”.
L’invito è quello a riscoprire il pensiero di Loris Malaguzzi attraverso le “sue” scuole, la lettura di suoi testi e discorsi, con l’intento di comprendere la rivoluzione culturale da lui prodotta sul piano teorico, con dirette implicazioni sulle condizioni di vita dei bambini e dei genitori, e di lavoro degli insegnanti a Reggio Emilia e in molte realtà a livello nazionale e internazionale che si ispirano a questa esperienza.
L’auspicio è quello di apprezzare la ricchezza, la profondità, l’irriverenza del pensiero di Loris Malaguzzi che non si faceva intrappolare da convenzioni e compromessi. Un pensiero che si è avvalso dei fermenti culturali, politici e sociali del tempo storico in cui si è formato e ha operato, e che è diventato esperienza concreta: costrutti culturali socialmente condivisi, saperi quotidiani che insegnanti e bambini ci consegnano.
Il celebre psicologo Howard Gardner, professore presso la Harvard Graduate School of Education, nella prefazione al libro “I cento linguaggi dei bambini” ha scritto: “Senza dubbio Malaguzzi […] è il genio guida di Reggio Emilia, il cui nome dovrebbe essere pronunciato insieme a quello dei suoi eroi: Froebel, Montessori, Dewey e Piaget. Ma molto più di tanti filosofi dell’educazione egli ha dedicato la sua vita alla costruzione e all’animazione di una comunità educativa”[2].
Loris Malaguzzi ci ha lasciato un grande patrimonio, che occorre continuare a rendere possibile e a far fruttare, un patrimonio di persone e di esperienze, competenze e saperi.
Un patrimonio pubblico: Malaguzzi ha sempre creduto, infatti, nel ruolo centrale dei Comuni per le politiche educative pubbliche per la fascia 0-6 affermando che solo con la sensibilità e la cura che si può dedicare alle cose vicine si possono fare esperienze di alto livello come meritano i bambini e le bambine.
In uno dei suoi tanti incontri ha affermato: “Credo che l’educazione del bambino sia qualcosa che appartiene a un ambito sociale esteso, ma non troppo lontano dai poteri effettivi delle famiglie, tale da impedire loro un contatto diretto con i figli […]. La presenza attiva delle famiglie e della cittadinanza nella gestione della scuola […] vive in osmosi con essa, in presa diretta coi problemi che l’assillano”.
A questo si collega l’esperienza della “gestione sociale” e della partecipazione dei genitori, uno dei cardini di identità e vitalità del progetto educativo reggiano, sia nella teorizzazione che nella prassi, fondato su un profondo rispetto per l’essere umano e i suoi diritti.
Come osserva Nando Rinaldi, Direttore dell’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia: “In un’intervista dei primissimi anni Novanta Malaguzzi affermava: “Dare senso umano e civile all’esistenza, scegliere con forza e consapevolezza, avere nostalgia del futuro e dell’uomo, sono state le prime filosofie che abbiamo imparato…”[3]. E ancora: “Liberare speranze per una nuova cultura dell’umanità, è il motivo ricorrente del nostro lavoro. […] una ragione che si regge su una grande nostalgia del futuro e dell’uomo”[4]. “Avere nostalgia del futuro e dell’uomo”: un invito accorato, quello che ci viene ancora oggi da Loris Malaguzzi, pieno di fiducia, di ottimismo e di speranza, sempre attuale per quanti lavorano nei mondi dell’educazione”.
[1] https://www.reggiochildren.it/assets/Uploads/RC-100LM-CartaDiritti-3.pdf
[2] I cento linguaggi dei bambini, a cura di Carolyn Edwards, Lella Gandini, George Forman, edizioni Junior/Spaggiari edizioni, Parma, 2017, p. 21.
[3] Ivi, p. 69.
[4] Ivi, p. 111.