> FocusUnimore > numero 27 – giugno 2022
Digital workspaces: A project that studies automatically generated data
Professor Tommaso Fabbri of the Department of Economics Marco Biagi is scientific director of the FAR 2021 research project entitled “Work datafication and behavioral visibility in the digital workplace” which aims to investigate the information potential contained in the huge amount of data that is now automatically generated, as we work, by digital work environments. The first step of such a process is the extraction and processing of data, together with the cross-study of such data with others from other sources, such as the traditional personnel information system, company software on performance, internal climate surveys, to give it an organisational meaning, generating analytics that can describe, interpret and predict the relationships between digital working behaviours, people’s perceptions of their work experience, for example the satisfaction for the work done and the organisational context, level of engagement, but also work-life balance and work-related stress and the results of their work.
Il progetto di ricerca FAR 2021 dal titolo “Work datafication and behavioral visibility in the digital workplace” si propone di indagare il potenziale informativo contenuto nell’enorme quantità di dati che vengono oggi generati automaticamente, mentre lavoriamo, dagli ambienti di lavoro digitali.
“La digitalizzazione del lavoro intesa come l’adozione sempre più diffusa e pervasiva da parte delle imprese di piattaforme collaborative digitali, più o meno integrate, nelle quali le persone svolgono le proprie attività lavorative in ambienti che replicano online i tradizionali ambienti di lavoro analogici porta con sé la produzione di grandi quantità di dati – disponibili praticamente in tempo reale e con un livello di dettaglio senza precedenti – su comportamenti, prestazioni e risultati lavorativi individuali” dichiara il prof. Tommaso Fabbri – responsabile scientifico del progetto – che prosegue: “La sfida organizzativa che si pone in questo contesto è quella di cercare di valorizzare la datificazione del lavoro non solo per migliorare le performance di business, ma anche per progettare sistemi di gestione delle risorse umane ed esperienze di lavoro gratificanti e sostenibili, nella consapevolezza però che la rappresentazione dei dati sui comportamenti digitali agili ha implicazioni sulla visibilità organizzativa dei comportamenti stessi generando potenziali effetti di ritorno, sui comportamenti ancora da agire, che possono essere positivi, ma anche nascondere bias o generare circoli viziosi ”.
Il primo passo di un tale processo è l’estrazione e l’elaborazione dei dati, insieme allo studio incrociato di tali dati con altri provenienti da altre fonti (come il tradizionale sistema informativo del personale, i software aziendali sulle performance, le indagini di clima interno, ecc.), per darne un significato organizzativo, generando analitiche che consentano di descrivere, interpretare e predire le relazioni tra i comportamenti lavorativi digitali, le percezioni che le persone hanno della loro esperienza lavorativa (per esempio in termini di: soddisfazione per il lavoro svolto e il contesto organizzativo, livello di engagement, ma anche work-life balance e stress da lavoro correlato) e i risultati prodotti dal loro lavoro.
A tal fine sono richieste, da un lato, competenze interdisciplinari che spaziano dall’informatica alla statistica predittiva e del data mining, al management e organizzazione aziendale, dall’altro, è essenziale la collaborazione di aziende che operino in ambienti di lavoro digitali, aperte alla condivisione di dati provenienti da varie fonti.
Il gruppo di lavoro è, perciò, composto da cinque professori afferenti a tre dipartimenti di Unimore (Tommaso Fabbri e Maddalena Cavicchioli del DEMB, Federica Mandreoli e Riccardo Martoglia del FIM e Anna Chiara Scapolan del DCE) e da due giovani ricercatori, nei ruoli di assegnista e dottorando. Inoltre, il progetto si basa sulla partnership con l’azienda modenese Ammagamma Srl, operante nel campo dell’intelligenza artificiale applicata a diversi settori e funzioni di business (energia, marketing, logistica, HR, ecc.).
Tale progetto di ricerca multidisciplinare mission-oriented di filiera beneficia della linea di finanziamento FOMO (Fondazione di Modena) dalla quale ha ottenuto 60mila euro e si realizzerà nell’arco di un anno e mezzo. Le attività di ricerca, iniziate a gennaio 2022, stanno procedendo secondo l’articolazione e le tempistiche previste: la prima fase di data acquisition dalla piattaforma digitale di lavoro Office 365, l’acquisizione di dati provenienti dal sistema informativo del personale e la somministrazione di survey a tutti dipendenti dell’azienda è ormai completata ed è già iniziata la fase di data analysis incrociando tutti dati sinora raccolti. Un’ultima fase di approfondimento qualitativo tramite interviste e focus group in azienda servirà ad integrare i risultati dall’attività di data mining e modelling con considerazioni sulle implicazioni manageriali ed organizzative.
“Auspichiamo che i risultati prodotti dalla nostra attività di ricerca possano offrire un importante contributo sia a livello scientifico che a livello di pratica manageriale, e già questo autunno realizzeremo una prima masterclass sulle people analytics rivolta a manager interessati. Indagare e rivelare le potenzialità dell’utilizzo dei dati provenienti dalla digitalizzazione del lavoro può infatti ispirare concrete politiche e pratiche data-driven a sostegno della produttività, dell’innovazione, del knowledge management e del benessere organizzativo e occupazionale. Comprendere come i dati sul lavoro digitale possono essere selezionati e combinati in rappresentazioni significative delle prestazioni e dei comportamenti lavorativi digitali è una sfida scientifica interdisciplinare che risponde all’agenda di molte aziende pubbliche e private della nostra area territoriale e che rientra a pieno titolo nella programmazione dell’Unione Europea in tema di ricerca e innovazione, in particolare su digitalizzazione, industria digitale e società resiliente e inclusiva” conclude Tommaso Fabbri.