> FocusUnimore > numero 30 – ottobre/novembre 2022
Biodiversity: Unimore is a partner in the largest project ever carried out in Italy in this field
Green light for the National Biodiversity Future Centre (NBFC) project coordinated by the Consiglio Nazionale delle Ricerche (National Research Council) involving a network of 48 partners (universities, research institutes, foundations and companies) on the topic of biodiversity. The project has the ambition to implement the most powerful research and innovation initiative on biodiversity ever carried out in Italy and was born in response to the Public Notice for the presentation of Proposals for the strengthening of research structures and the creation of R&D ‘national champions’ on some Key Enabling Technologies, to be financed in the framework of the National Recovery and Resilience Plan (NRRP), funded by the European Union – NextGenerationEU. The purpose of the National Biodiversity Future Centre is to bring together national scientific research excellence and modern technologies to monitor, preserve and restore biodiversity in the marine, terrestrial and urban ecosystems of the Italian peninsula and to enhance biodiversity by making it a central element on which to base sustainable development. The NBFC is structured based on the Hub&Spoke approach, with a central point at the University of Palermo (Hub) and 8 spokes with the participation of affiliated partners, including Unimore. There are spokes dedicated to marine biodiversity (#1 and #2), terrestrial biodiversity (#3 and #4), urban biodiversity and human well-being (#5 and #6), the interaction between biodiversity and society (#7), and innovation and development of Key Enabling Technologies (KETs) associated with biodiversity (#8). Prof. Lorena Rebecchi of Unimore’s Department of Life Sciences is a member of the NBFC scientific committee and is responsible, together with the University of Siena, for spoke 3 research. It will benefit from the activities of 15 Unimore researchers with a high profile and proven track record in the study of biodiversity, with a dedicated Unimore funding of 4.5 million euro.
La Biodiversità ha un ruolo fondamentale per il funzionamento degli ecosistemi e la fornitura di beni e servizi, con evidenti ripercussioni sul benessere dell’ambiente e dell’uomo, sulla sicurezza e le attività produttive. Tuttavia, negli ultimi decenni, l’aumento della popolazione umana e le legittime aspirazioni per livelli sempre più elevati di qualità della vita hanno comportato un incremento constante della pressione sulla biodiversità, che si è tradotta in riduzione degli habitat, sovra-sfruttamento degli ecosistemi e cambiamenti climatici portando all’estinzione delle specie.
Per salvaguardare la Biodiversità, la cui tutela è prevista dalla Costituzione Italiana e per rispondere alla normativa europea prevista per il 2030, che indicano come obiettivi una riduzione della perdita di biodiversità del 30% e il recupero di almeno il 15% degli equilibri ecosistemici, è necessario intervenire utilizzando solide conoscenze scientifiche e tecnologiche.
Il nostro Paese è parte dell’Hot Spot di biodiversità del Mediterraneo e possiede un’elevata ricchezza in specie endemiche e una grande variabilità ecologica e di habitat. Tuttavia, ha subito consistenti perdite di biodiversità nei confronti di numerosi gruppi di organismi (45% delle specie animali e quasi il 55% delle specie vegetali sono a rischio di estinzione) e di habitat (circa il 30%), soprattutto a causa di fattori antropici e ambientali.
L’elevato tasso di estinzione di specie, abbinato alla perdita e frammentazione di ambienti critici, come la macchia mediterranea e i ghiacciai delle alte quote in ambito terrestre e le praterie di fanerogame in ambito marino hanno un impatto sconvolgente sulle risorse naturali e sull’efficacia dei servizi ecosistemici che sono fondamentali per la resilienza degli ecosistemi e per il benessere dell’uomo. Da questo nasce l’esigenza di intervenire in modo tempestivo sui diversi livelli di organizzazione biologica che includono i processi, le funzioni e le interazioni tra gli organismi e il loro ambiente in una prospettiva di biodiversità funzionale dove l’uomo deve essere componente integrante e non preponderante degli ecosistemi.
In questo contesto è stato sviluppato il progetto National Biodiversity Future Centre (NBFC) coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e che coinvolge una rete di 48 partner (università, enti di ricerca, fondazioni e imprese) sul tema della biodiversità. Il Centro usufruirà di un finanziamento di oltre 320 milioni di euro per i primi tre anni (2023-2025), con il coinvolgimento di oltre 1300 ricercatori degli Enti partner e di qualche centinaio di neoassunti.
Il progetto ha l’ambizione di attuare la più poderosa iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai attuata in ambito italiano ed è nato in risposta all’Avviso pubblico per la presentazione di Proposte di intervento per il Potenziamento di strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali” di R&S su alcune Key Enabling Technologies, da finanziare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU.
La finalità del National Biodiversity Future Centre è quella di aggregare la ricerca scientifica nazionale di eccellenza e le moderne tecnologie per monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi marini, terrestri e urbani della penisola italiana e per valorizzare la biodiversità rendendola un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile.
Nello specifico NBFC consentirà di: fornire strumenti innovativi ed efficaci ai decisori politici per contrastare la perdita di biodiversità, quantificare i servizi ecosistemici e realizzare attività per il ripristino della biodiversità nel Mediterraneo; individuare soluzioni tecnologiche innovative per raggiungere i target del Green Deal legati alla capacità di sequestro di carbonio degli ecosistemi, alla conservazione della biodiversità e ai principi dell’economia circolare; formare una nuova classe di ricercatori con competenze multidisciplinari capaci di affrontare temi complessi come quello dell’ambiente e della biodiversità; far diventare il nostro paese centro di riferimento per lo studio e la conservazione della biodiversità anche grazie alla formazione di nuovi professionisti; creare nella società civile una consapevolezza e partecipazione nei confronti della tutela e valorizzazione della biodiversità.
Il NBFC è strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, ovvero con un punto centrale presso l’Università di Palermo (Hub) e 8 spoke che si avvalgono della partecipazione di partner affiliati, tra cui Unimore, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nello specifico sono previsti spoke dedicati alla biodiversità marina (#1 e #2), alla biodiversità terrestre (#3 e #4), alla biodiversità urbana e benessere umano (#5 e #6), alla interazione tra biodiversità e società (#7) e all’innovazione e sviluppo di Key Enabling Technologies (KET) associate alla biodiversità (#8).
La Prof.ssa Lorena Rebecchi del Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore, componente del comitato scientifico del NBFC e responsabile, assieme all’Università di Siena delle ricerche dello spoke 3, ha commentato: “Il NBFC si fonda sulla sinergia fra università, enti di ricerca, fondazioni e imprese, tutte scelte in base al loro comprovato valore scientifico e tecnologico. Rappresenterà un punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale che dovrà affrontare le sfide imposte dal cambiamento climatico. In questo contesto i ricercatori di Unimore sono attivamente coinvolti nello sviluppo delle attività di ricerca dello spoke 3, che ha come obiettivo quello di valutare e monitorare la biodiversità e la sua evoluzione in ambiente terrestre e di acqua dolce integrando approcci tassonomici tradizionali e genomici senza dimenticare la citizen science”.
Nello specifico lo spoke 3 del progetto beneficerà delle attività di 15 ricercatori Unimore di alto profilo e comprovata esperienza pluriennale nello studio della biodiversità che, grazie ad un finanziamento dedicato a Unimore di 4.500.000 di euro, si occuperanno di: migliorare la conoscenza di base della biodiversità terrestre e d’acqua dolce, integrando approcci tradizionali e moderni; valutare e monitorare le specie/comunità a rischio, come conseguenza dei cambiamenti climatici e delle perturbazioni antropiche; identificare le specie aliene invasive e valutare il loro impatto sulle specie autoctone; implementare la conoscenza della biodiversità del suolo e dell’acqua dolce per massimizzare la loro funzione ecologica; implementare progetti di citizen science per coinvolgere i cittadini e le comunità locali.