> FocusUnimore > numero 37 – giugno 2023
Co-designing and Co-programming local policies: for an innovative, sustainable and inclusive local eco-system
The project Co-designing and Co-programming Local Policies: for an innovative, sustainable and inclusive local eco-system stems from the collaboration between the Marco Biagi Department of Economics, the Law Department, and the Department of Studies on Language and Culture which, in 2020, started a joint reflection on the consequences of the reform of the Third Sector with reference to new forms of knowledge, local governance and policy planning and implementation. It became clear how much the university can play a leading role within these transformations in terms of education, research and third mission. The new strategic line of the project aims at analysing and understanding the needs of public administration, public and private enterprises, in particular Third Sector entities, with the aim of developing innovative processes for the benefit of the territories. The training activities will cover economics, law, and the English language, which is fundamental for both project drafting and communication with stakeholders. The third mission spin-offs will concern: the formulation of organisational and training programmes capable of effectively integrating the Third Sector’s participation procedures into national and local welfare systems; the creation of a “Local Welfare Laboratory”; the organisation of workshops dedicated to project writing and effective communication.
Il progetto Co-progettare e Co-programmare politiche locali: per un eco-sistema territoriale innovativo, sostenibile e inclusivo nasce dalla collaborazione tra i Dipartimenti di Economia Marco Biagi, Giurisprudenza e Studi Linguistici e Culturali che, nel corso del 2020, hanno avviato una riflessione congiunta sulle conseguenze della riforma del Terzo Settore in riferimento a nuove forme di conoscenza, di governance locale e di programmazione ed implementazione di politiche.
È risultato evidente quanto l’Ateneo può giocare un ruolo di primo piano entro queste trasformazioni sia sul piano formativo, della ricerca e di terza missione.
Nell’ottobre del 2021, i tre dipartimenti hanno realizzato un ciclo di «Conversazioni con il Terzo Settore Modenese» (pubblicazione di un Quaderno della Fondazione Marco Biagi), come esito di un percorso partecipato a livello locale.
Le Conversazioni hanno fornito l’occasione per rilevare i principali temi nei processi in atto sui quali sviluppare ricerca e costruire proposte formative. Valorizzando quanto emerso nel ciclo delle Conversazioni e intercettando un forte interesse da parte dei Comuni di Modena e Reggio Emilia, i tre dipartimenti hanno presentato congiuntamente un primo progetto strategico, l’«Osservatorio per la sostenibilità territoriale», finanziato dal DM 737 (2022-2025), con l’obiettivo di approntare un‘infrastruttura informativa e informatica in grado di integrare le informazioni relative alla domanda e all’offerta di bene pubblico territoriale nelle sue diverse declinazioni, con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse.
Nel quadro descritto, si inserisce la nuova linea strategica «Co-progettare e Co-programmare politiche locali: per un eco-sistema territoriale innovativo, sostenibile e inclusivo» che ha come obiettivo quello di analizzare e comprendere i bisogni della pubblica amministrazione, delle imprese pubbliche e private, in particolare gli Enti di Terzo Settore, con il fine di sviluppare processi innovativi a beneficio dei territori.
Più nel concreto, il progetto si compone di tre macro-aree: l’elaborazione di strumenti istituzionali volti a garantire il massimo potenziamento del welfare sostenibile. sia sul piano economico-finanziario che su quello dell’inclusione dei cittadini/utenti, muovendo dagli istituti della co-programmazione e della co-progettazione, introdotti dalla Riforma del Terzo Settore; l’affiancamento degli Enti del Terzo Settore, nel processo di trasformazione che li vede protagonisti, sia da un punto di vista organizzativo, sia nelle relazioni con gli enti locali e con le persone destinatarie degli interventi; una valutazione dell’impatto delle politiche di welfare «relazionale» sul piano della comunicazione e sul livello di tutela dei diritti, in un’ottica di sostenibilità.
Un tema trasversale alle tre aree sarà quello della digitalizzazione, in linea con il Piano Strategico di Unimore 2020-2025, con la Strategia regionale di Specializzazione intelligente e con il nuovo programma Horizon Europe. L’introduzione di tecnologie digitali ha innegabili impatti sui sistemi locali non soltanto in relazione alla produzione di beni, ma anche in riferimento alle politiche pubbliche e all’erogazione di servizi, non ultimi quelli riconducibili all’ampio settore del welfare.
Questi impatti riguardano:
- il livello organizzativo dei singoli enti locali e, più diffusamente, le aziende pubbliche, private e gli Enti di Terzo Settore che concorrono all’erogazione dei servizi; si tratta ad esempio di contribuire alla formazione del personale presente e futuro fornendo competenze mirate alla capacità gestionale, al trattamento dell’equità, alla comunicazione, inclusa quella con persone residenti di lingua non italiana;
- la governance delle politiche locali, anche alla luce del processo di rinnovamento innescato con l’approvazione del Codice del Terzo Settore (d. lgs. n. 117 del 2017) e con la rinnovata enfasi sugli istituti dalla co-progettazione alla co-programmazione, fino all’accreditamento, al fine di dar vita al cosiddetto “welfare circolare”, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale di cui all’art. 118, u. c., Cost;
- i diritti di partecipazione dei cittadini e l’accessibilità dei servizi, in un’ottica di sviluppo umano, benessere della collettività e trasmissibilità delle informazioni. In questo senso, nell’ambito del Piano Nazionale per la Ricerca 2021-2027, la centralità della persona, inclusi coloro per i quali l’italiano è una lingua straniera, è ciò che caratterizza lo sviluppo del potenziale trasformativo dell’innovazione per introdurre nella società elementi in grado di innescare un cambiamento positivo e duraturo. Si tratta del principio della “human-centric innovation” che trova collocazione e rafforzamento anche nella Missione 5 del PNRR, che lega digitalizzazione (Missione 1) e innovazione sociale.
Le ricadute formative delle attività riguarderanno insegnamenti di carattere economico, ad esempio potenziamento degli insegnamenti di programmazione e controllo di gestione; giuridico, dove si evidenzieranno i nessi fra sostenibilità ed effettività dei diritti e contabilità pubblica; nonché, su ampia scala, quello della lingua inglese, fondamentale sia per la stesura di progetti che per la comunicazione con interlocutori che necessitano di una lingua franca.
Le ricadute di terza missione riguarderanno: la formulazione di programmi organizzativi e formativi in grado di integrare efficacemente i procedimenti di partecipazione del Terzo Settore nei sistemi nazionali e locali di welfare; la creazione di un «Laboratorio di Welfare Territoriale»; l’organizzazione di laboratori dedicati alla scrittura di progetti e alla comunicazione efficacie.