> FocusUnimore > numero 45 – marzo 2024
The fight against youth bullying: the CHIMOMO Department’s PRIN PNRR
The PRIN 2022 project with principal investigator from Unimore’s Department of Surgery, Medicine, Dentistry and Morphological Sciences with interest in Transplantology, Oncology and Regenerative Medicine, financed under the National Recovery and Resilience Plan, is coordinated by Prof. Loris Vezzali and concerns the fight against youth bullying in sports. The PASSION project (sPort to promote solidArity and wellneSS among chIldren and yOuNgsters) aims precisely to increase our scientific knowledge of the protective factors for dealing with bullying in sport, with a focus on the social determinants of a safe and welcoming sports environment. This objective responds to the need to identify scientifically based strategies that enable us to use sport as a social tool to foster social inclusion. Sport can in fact not only be a leisure environment, but a true educational place that trains people to live in society. This project joins a series of projects conducted by the research group together with UEFA, in which sport is considered a social tool useful for improving people’s lives.
Il progetto PRIN 2022 con PI di Unimore del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa, finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è coordinato dal Prof. Loris Vezzali e riguarda il contrasto al bullismo giovanile in ambito sportivo.
Il bullismo rappresenta una forma di discriminazione comune, consistente nel prendere di mira ripetutamente persone vulnerabili sulla base delle loro caratteristiche individuali oppure dell’appartenenza a gruppi discriminati (ad esempio, persone con disabilità, migranti). Si tratta di un fenomeno spesso presente tra i bambini e gli adolescenti, praticato nelle scuole, in spazi pubblici, o anche online. Episodi di bullismo si verificano anche in ambienti sportivi, con conseguenze per i giovani atleti a livello fisico, mentale e in relazione alla loro inclusione sociale, riducendo in questo modo i benefici dello sport a livello di benessere.
Data l’ampiezza del fenomeno e la varietà di contesti nei quali si esplica, diventa fondamentale individuare metodologie di contrasto adeguate e così fornire a insegnanti ed educatori armi per gestire al meglio situazioni di prevaricazione. In questo senso, lo sport può rappresentare non solo un ulteriore ambiente nel quale il bullismo avviene, bensì anche un eccellente strumento per contrastare questo odioso fenomeno.
Il progetto PASSION (sPort to promote solidArity and wellneSS among chIldren and yOuNgsters) si propone precisamente di aumentare le nostre conoscenze scientifiche sui fattori protettivi che consentono di far fronte al bullismo nello sport, con una particolare attenzione alle determinanti sociali di un ambiente sportivo sicuro ed accogliente. Tale obiettivo risponde alla necessità di individuare strategie scientificamente fondate che ci consentano di utilizzare lo sport come strumento sociale per favorire l’inclusione sociale. Lo sport infatti può non essere solo ambiente ricreativo, bensì vero e proprio luogo educativo che formi al vivere nella società.
Il bullismo è un fenomeno sociale in cui entrano in gioco dinamiche interpersonali e intragruppo. Queste due dimensioni, che si legano da un lato alle relazioni personale con altri individui specifici, mentre nell’altro richiamano l’esperienza del gruppo sociale di riferimento in un dato contesto, possono evocare processi psicologici in parte differenti e dunque richiedere diverse strategie di intervento. È dunque importante focalizzarsi su entrambe queste componenti per affrontare il bullismo nei contesti sportivi con la massima efficacia.
A tal fine, particolarmente rilevante è il clima sociale promosso da allenatore, genitori, compagni di squadra. Ad esempio, importante può essere l’approccio motivazionale verso il risultato (piuttosto che verso il processo) oppure l’idea che tutto sia lecito per vincere: entrambe queste motivazioni possono sostenere una cultura nella quale alcuni bambini siano molestati nel caso non si giunga al risultato desiderato. I processi di gruppo rappresentano ulteriori candidati importanti nel determinare il bullismo o il suo contrasto. Per esempio, la prevalenza di norme di gruppo favorevoli o contrarie al bullismo può influenzare notevolmente il comportamento dei giovani atleti. Ciò è maggiormente rilevante nella misura in cui spesso le norme di gruppo sostengono il bullismo, in maniera diretta o indiretta (ad esempio, manifestata dall’indifferenza degli astanti). Giocare sulle norme sociali diventa dunque rilevante, a maggior ragione per il fatto che, se si riescono a promuovere chiare norme contro il bullismo, queste saranno prontamente adottate dalla maggior parte dei componenti del gruppo.
Il progetto prevede la realizzazione di una serie di studi correlazionali e sperimentali anche sul campo, che permetteranno di individuare le caratteristiche sociali degli ambienti sportivi che riducono il rischio di bullismo e migliorano il benessere dei giovani atleti. Dal momento che bambini e giovani adolescenti sono particolarmente esposti alle conseguenze deleterie del bullismo, essi rappresentano i target principali degli studi, tenendo conto inoltre del loro stadio di sviluppo e di ciò che può contribuire a migliorarne benessere fisico e mentale. Nello specifico, si considereranno bambini (8-10 anni) e giovani adolescenti (11-13 anni).
Capofila del progetto è Unimore, che collaborerà alla sua realizzazione con l’Università di Verona. Per indagare tali tematiche, Unimore ha costituito un gruppo di ricerca interdisciplinare, formato da Loris Vezzali, Alessia Cadamuro, Maria Grazia Modena, Tommaso Minerva, Elisa Bisagno, Elisa Lodi.
Tale progetto si affianca a una serie di progetti condotti dal gruppo di ricerca insieme alla UEFA, nei quali lo sport viene considerato strumento sociale utile a migliorare la vita delle persone dentro e fuori dal campo. Tra questi, particolarmente rilevante per la sua complementarietà con il PRIN è PINBALL (https://pinballproject.eu/ ), che mira a usare il calcio per sensibilizzare i giovani atleti a reagire agli episodi di bullismo in campo e a scuola, condotto con le federazioni calcistiche nazionali di Croazia, Finlandia, Grecia, Portogallo, Svizzera.