> FocusUnimore > numero 56 – marzo 2025

A collaboration between the Province of Reggio Emilia and Unimore has resulted in an Observatory against gender differences in the workplace
In 2024, the Province of Reggio Emilia, in collaboration with the Department of Communication and Economics at Unimore, launched the Provincial Observatory Against Gender Differences in the Workplace, with support from the Emilia-Romagna Region. The project aims to identify effective policies for gender equality and improve women’s working conditions by developing a set of indicators to describe and monitor the issue. These indicators draw on the GEI Index Europe, but are specifically tailored to Reggio Emilia, covering domains such as Work, Money, Knowledge, Time, Power, and Health. The results indicate progress in areas like Health and Power, while highlighting significant gender gaps in Work and Knowledge domains. For example, women have a higher life expectancy, but still face challenges in balancing work and family responsibilities. The project identifies key areas for intervention, including professional qualification programmes, continuous education for young women, and public-private partnerships for work-life balance. Ultimately, the project calls for cultural changes alongside these efforts to address gender disparities in the workplace and beyond.

Nel 2024 la Provincia di Reggio Emilia ha dato il via, in collaborazione con il Dipartimento di Comunicazione ed Economia di Unimore, al progetto dell’Osservatorio Provinciale Contro le Differenze di Genere in Ambito Lavorativo, grazie anche al sostegno della Regione Emilia-Romagna.

Il progetto nasce dalla considerazione che l’indicazione di politiche efficaci per raggiungere l’uguaglianza di genere e migliorare la condizione lavorativa delle donne richiede la disponibilità di un set di indicatori per descrivere e monitorare il fenomeno, decidere ed agire su basi consistenti, nella consapevolezza che la complessità dei costrutti discriminazione ed eguaglianza di genere obblighi a non delegare la comprensione del fenomeno alla sola lettura di indicatori statistici e che l’interpretazione del fenomeno stesso valorizzi l’interdipendenza tra i fattori che lo caratterizzano.

La costruzione dell’indicatore relativo al Gap di genere per la Provincia di Reggio Emilia ha preso a riferimento i domini ed i sotto-domini utilizzati nella costruzione del Gei Index Europa, al fine di aderire ad una proposta riconosciuta sul piano teorico e metodologico.

L’Osservatorio è stato quindi strutturato utilizzando indicatori sintetici sul tema del lavoro, e non solo, che permettano di orientarsi alla coerenza ‘analitica’ rispetto al GEI index, utilizzando cioè le categorie (dette domini): Lavoro (Work), Condizioni economiche (Money), Conoscenze (Knowledge), Tempo (Time), Potere (Power), Salute (Health). Tuttavia, l’allineamento con il modello europeo si limita, appunto, agli ambiti di valutazione del gap di genere a Reggio Emilia, che, per obiettivi di indagine e ragioni di metodo, contiene indicatori, metodi di calcolo e misure mai comparabili con l’indice europeo.

Le indicazioni di sintesi producono un risultato non comparabile con altre costruzioni regionali e nazionali e quindi con il GEI Index Europa, che può però esprimere il contributo dei domini che accelerano e rallentano il conseguimento della parità del genere femminile.

Il risultato per la provincia di Reggio Emilia è alimentato dai domini Power e Health, in linea con Time e Money e peggiorato da Work e Knowledge:

– nel dominio Health, le condizioni di stato sono paritarie, con una speranza di vita alla nascita superiore a quella degli uomini, mitigata dall’autopercezione dello stato di salute e dalla speranza di vita in buona salute alla nascita e i comportamenti delle donne più salutari rispetto a quelli degli uomini;

– nel dominio Power, le sotto-dimensioni del potere politico ed economico sono nella sostanza equilibrate, con il secondo leggermente superiore soprattutto grazie al ruolo proattivo delle donne nelle libere professioni;

– nel dominio Time, la quasi parità raggiunta nelle relazioni sociali e nella partecipazione alle attività fisiche e di intrattenimento fuori casa, è ‘appesantita’ dall’asimmetrica distribuzione dei tempi per l’assistenza e i lavori familiari. In questo caso, le donne mantengono un carico superiore in media rispetto agli uomini, con una corrispondente maggiore difficoltà nella conciliazione dei tempi vita lavoro. Questa indicazione dovrebbe essere associata in particolare ai risultati del dominio Work,

commentati di seguito, per le inevitabili implicazioni che essa ha sulla gestione della vita e carriera

professionale;

– nel dominio Money, il gap relativo alla retribuzione media annuale e settimanale è compensato da una quasi parità raggiunta nella situazione economica: La regione Emilia-Romagna vanta risultati ampiamente superiori rispetto ai dati nazionali sul rischio povertà, sulla diffusione della bassa intensità lavorativa e sulla disuguaglianza dei redditi;

– nel dominio Work, i gap sono decisamente più marcati, con la partecipazione al mondo del lavoro penalizzata dalla lenta integrazione della popolazione femminile giovane nel mondo del lavoro e la segregazione professionale ancora molto evidente. La distribuzione dei lavoratori tra le attività economiche è decisamente asimmetrica e vede le donne impiegate prevalentemente in contesti professionali che premiano le competenze relazionali, commerciali, assistenziali ed educative.

– nel dominio Knowledge, la più alta partecipazione delle donne alla formazione terziaria riesce solo parzialmente a compensare una segregazione educativa ancora marcata, con riferimento, in particolare, all’iscrizione a corsi di studio in aree relative alle discipline letterarie e artistiche, medicoassistenziali e educative. A conferma di questo dato, la difficoltà ad incrementare la partecipazione a percorsi formativi in area STEM, pur con tutti gli sforzi effettuati anche in ambito istituzionale nazionale. Occorre però riflettere sull’esistenza di una vocazione ‘strutturale’ ad alcuni contesti ‘educativi’, alimentati da modelli culturali radicati da tempo, la cui revisione può avvenire solo a livello generazionale e pertanto nel medio-lungo periodo;

Le direzioni verso la parità di genere sono solo in parte percorribili con azioni programmatiche coordinabili a livello provinciale e regionale; altri interventi richiedono la partecipazione istituzionale almeno interregionale o nazionale o ancora, come l’agenda 2030 testimonia, europea.

Tra le prime, possono facilitare il miglioramento dei risultati del dominio Work, Time, e indirettamente Money:

– l’avvio di percorsi di qualificazione professionale, destinato alle giovani donne che faticano ad entrare nel mondo del lavoro, soprattutto quando il livello di scolarizzazione è basso;

– l’avvio di percorsi di formazione continua, ancora destinati alle giovani donne, e finalizzato, questa volta ad un processo di reintegrazione in percorsi educativi istituzionali, che migliorino i ritorni occupazionali nel medio periodo;

– la creazione di tavoli di concertazione pubblico-privato per agevolare forme di sperimentazione di buone pratiche per la conciliazione vita-lavoro, soprattutto in un contesto come quello attuale caratterizzato da un tasso di denatalità preoccupante, ad alto impatto sulle prospettive economiche e sociali dell’intero paese;

– la sensibilizzazione, da parte delle Istituzioni e degli Enti Locali, del tessuto economico locale, ampiamente ricettivo, al fine di valutare tipologie contrattuali e formule di erogazione delle prestazioni professionali miste (ad esempio lo smartworking) per creare dei percorsi di crescita a medio termine, adeguati a governare, insieme, le dimensioni di stabilità e flessibilità senza perdite di efficienza e produttività.

In buona sostanza a tutti questi sforzi occorre comunque affiancare un percorso orientato al cambiamento di un atteggiamento culturale di fondo, che richiede sistematiche azioni di sensibilizzazione rivolte a tutte le categorie anagrafiche, social e professionali della popolazione.

Dalla collaborazione tra Provincia di Reggio Emilia e Unimore un Osservatorio contro le differenze di Genere in ambito lavorativo