> FocusUnimore > numero 55 – febbraio 2025

Focus on the welfare of emergency personnel, financing channels for companies and the promotion of typical products in the digital age: these are the topics of the SH Macro Sector projects (FOMO Line)
The FAR 2024 call has funded three projects in the SH Macro-sector (Social Sciences and Humanities) at Unimore, focusing on the well-being of emergency healthcare personnel, funding channels for businesses, and the promotion of local products in the digital era. The projects, each funded with approximately €55,000, are coordinated by faculty from various Unimore departments. The future of emergency care: The project, coordinated by Prof. Tommaso Fabbri, explores the interaction between territorial and organisational innovation in emergency services and its impact on staff well-being. The aim is to analyse the effectiveness of regional health care reform and to improve working conditions in order to reduce operators’ stress load. GRIDS: Supported by Dr. Luca Gambarelli, this project studies the diversification of financing channels for Italian SMEs, with a focus on digital innovation and sustainability. It analyses how access to alternative sources of financing (such as crowdfunding and minibonds) affects the growth and sustainability of enterprises, with a focus on the territorial impact in Emilia-Romagna. TermPTEmRo: Coordinated by Prof. Chiara Preite, the project aims at the creation of a multilingual digital termbase to promote typical Emilia-Romagna products. The termbase, based on digital languages, is structured to offer detailed information on D.O.P., D.O.C.G., I.G.T., and I.G.P. products, with the aim of enhancing the regional wine and food culture at an international level and supporting the development of an aware tourism. These projects emphasise innovation, occupational well-being and cultural promotion in the digital age, aiming at a positive impact on the region and local businesses.

I progetti di ricerca finanziati da Unimore attraverso il bando FAR – Fondo di Ateneo per la Ricerca 2024 – Linea FOMO (Fondazione di Modena) per il Macrosettore ERC Scienze sociali e umanistiche – SH sono tre, ognuno dei quali ha ricevuto un finanziamento di circa 55mila euro.

Due dei progetti sono coordinati da docenti del Dipartimento di Economia “Marco Biagi”: “The future of emergency care: the interplay between territorial and organizational innovation and its effect on employee outcomes” (Il futuro dell’assistenza in emergenza: l’interazione tra innovazione territoriale e organizzativa e il suo effetto sui risultati dei dipendenti), guidato dal Prof. Tommaso Fabbri e il progettoGRIDS -Unlocking Growth and Sustainability for Italian companies: which Role for Diversification of funding channels?” (Sbloccare la crescita e la sostenibilità delle imprese italiane: quale ruolo per la diversificazione dei canali di finanziamento?) guidato dal Dott. Luca Gambarelli.

A questi si aggiunge il progetto “TermPTEmRo: “Local tastes” and territorial promotion in the digital era. Towards an online multilingual termbase of typical Emilia Romagna products” (“Sapori locali” e la promozione del territorio nell’era digitale. Verso un termbase online dei prodotti tipici dell’Emilia-Romagna), coordinato dalla Prof.ssa Chiara Preite del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali.

 Il progetto “The future of emergency care” (Prof. Fabbri) punta a fornire una comprensione più dettagliata del sistema della gestione delle emergenze ospedaliere e degli strumenti organizzativi capaci di influenzare il benessere del personale dell’emergenza urgenza.

Il sistema di emergenza-urgenza in Italia rappresenta un contesto privilegiato per lo studio poichè affronta sfide significative legate alla sostenibilità operativa dei Pronto Soccorso (PS). Gli elevati carichi di lavoro, la carenza di personale e l’esposizione a rischi psico-fisici compromettono il benessere degli operatori sanitari e la qualità del servizio erogato. Le condizioni di lavoro, quali l’elevata intensificazione lavorativa, i turni notturni, il carico mentale-emotivo che grava sugli operatori e la loro esposizione alle aggressioni da parte di pazienti o accompagnatori, influiscono sulla già scarsa attrattività della professione e l’elevato tasso di dimissioni dal settore.

In questo particolare contesto, l’introduzione regionali dei Centri di Assistenza e Urgenza (CAU) in Emilia-Romagna, prevista dalla riforma del sistema sanitario territoriale (D.M. 77/2022), mira a ridurre la pressione sui PS, gestendo i casi a bassa complessità. Tuttavia, l’impatto effettivo di questa innovazione organizzativa resta da valutare.

Questa ricerca si sviluppa a partire dai risultati preliminari emersi da uno studio pilota condotto nel 2023, che ha rilevato la capacità lavorativa, la soddisfazione professionale e il benessere lavorativo del personale dell’AOU tramite un questionario. Lo studio ha evidenziato criticità all’interno dell’area dell’Emergenza Urgenza, che si caratterizza per livelli inferiori di benessere lavorativo. La stessa ricerca ha individuato fra i possibili fattori determinanti di tali problematiche come l’elevato carico di lavoro, l’autonomia nei compiti, e le caratteristiche fisiche dell’ambiente lavorativo (es. spazi, illuminazione, acustica).

I risultati di questa prima analisi sono stati pubblicati in Casolari et al. (2024), “Factors associated with work ability among employees of an Italian university hospital”, BMC Health Services Research.

La ricerca, finanziata dal FAR FOMO (2024), si propone di approfondire e ampliare le tematiche emerse dai precedenti progetti, valutando i cambiamenti delle variabili di benessere nel tempo e valutando l’impatto di iniziative per il benessere dei lavoratori adottate nel frattempo dall’AOU. In secondo luogo, la ricerca si pone l’obiettivo del monitoraggio del benessere alla luce di eventuali modifiche organizzative implementate a seguito della riforma del sistema sanitario territoriale e quindi l’introduzione dei CAU.

Lo studio adotta un approccio interdisciplinare, coinvolgendo professionisti dell’emergenza urgenza e della sorveglianza sanitaria dell’AOU di Modena, economisti e specialisti in organizzazione aziendale del Dipartimento di Economia Marco Biagi. Inoltre, grazie all’impiego di una metodologia di ricerca mista, che combina strumenti quantitativi e qualitativi, lo studio approfondisce le dinamiche organizzative, i livelli di stress lavorativo e la qualità del servizio offerto ai pazienti.

“La ricerca accademica sul benessere e malessere lavorativo è oggi prevalentemente orientata verso un approccio psicologico, focalizzandosi sull’analisi dello squilibrio tra le richieste dell’organizzazione e le risorse a disposizione del dipendente. Questo paradigma tende a marginalizzare il ruolo dell’organizzazione del lavoro nella promozione del benessere, con il rischio di limitare l’efficacia degli interventi a livello individuale, anziché agire sulle condizioni strutturali del lavoro. In questa prospettiva, il benessere lavorativo non può essere trattato esclusivamente come una questione individuale: come insegnò uno fra i più illustri studiosi di questo ateneo, Bernardino Ramazzini, l’origine del malessere è spesso organizzativa, e la “paziente” da analizzare e curare è la situazione di lavoro stessa. Il progetto finanziato si propone di affrontare questa sfida, studiando le scelte organizzative al fine di individuare e intervenire sugli elementi critici che necessitano di miglioramento” – dichiara il coordinatore Prof. Tommaso Fabbri.

Con il progetto GRIDS si passa invece all’ambito imprenditoriale: lo studio nasce infatti dal riconoscimento che la diversificazione delle fonti di finanziamento può avere un ruolo cruciale per le imprese nel realizzare gli investimenti digitalizzazione e sostenibilità necessari nell’attuale contesto europeo imprenditoriale e regolamentare.

Secondo le stime della Commissione Europea, l’Unione Europea avrà bisogno di ulteriori 480 miliardi di euro all’anno nei prossimi dieci anni per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni stabilito per il 2030. In questo contesto sfidante, i mercati dei capitali giocano un ruolo chiave nell’aiutare le imprese a soddisfare tali ambizioni. In particolare, le PMI italiane, tradizionalmente dipendenti dal credito bancario, ora affrontano la sfida di assicurarsi risorse finanziarie aggiuntive in un contesto caratterizzato dall’incompleta Unione dei Mercati dei Capitali.

In questo contesto il team interdisciplinare guidato da Luca Gambarelli, composto da esperti in finanza, management, intelligenza artificiale e analisi dei dati, si pone l’obiettivo di rispondere a tre domande chiave:

In che modo le imprese italiane hanno diversificato le proprie fonti di finanziamento nel corso dell’ultimo decennio? Tradizionalmente, le imprese italiane, ed in particolare le PMI, hanno fatto affidamento quasi esclusivamente sul credito bancario, ma negli ultimi anni si sono aperte nuove opportunità tra le quali il private equity, il venture capital, il crowdfunding e i minibond. Il progetto analizzerà questa evoluzione, mettendola in relazione con le caratteristiche delle imprese oggetto di analisi.

In che modo la diversificazione delle fonti di finanziamento impatta sulla crescita delle imprese? L’accesso a capitali più flessibili e diversificati potrebbe migliorare la capacità di innovare e di affrontare le sfide legate alla digitalizzazione e alla transizione sostenibile. Utilizzando un campione esteso di imprese italiane e un ampio database, stabiliremo se le imprese che hanno adottato una strategia di finanziamento più diversificata hanno registrato una crescita, sia in termini economici che non, superiore a quelle che non lo hanno fatto.

Qual è il ruolo della sostenibilità in questo processo? Sempre più aziende stanno adottando strategie di sostenibilità per rispondere alle nuove normative europee, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Tuttavia, le modalità con cui le imprese integrano la sostenibilità nei loro modelli di business variano significativamente. Il nostro progetto utilizzerà tecniche avanzate di Intelligenza Artificiale e modelli di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per analizzare i documenti aziendali e classificare le imprese in base al loro approccio alla sostenibilità. In questo modo, saremo in grado di verificare se l’associazione tra diversificazione delle fonti di finanziamento e crescita (canale diretto) si trasmette anche attraverso l’approccio delle imprese alla sostenibilità (canale indiretto), studiando al contempo le possibili ricadute sul territorio.

Lo studio rappresenta una novità nel campo della ricerca sulla sostenibilità aziendale sotto diversi aspetti. In primo luogo, si prevede che contribuisca al progresso teorico nel campo della struttura del capitale delle imprese, incorporando il valore della sostenibilità nel legame tra diversificazione dei finanziamenti e crescita. In secondo luogo, si propone di superare i rating ESG, sviluppando un approccio alternativo e più efficace per la misurazione della sostenibilità aziendale. Un altro aspetto chiave del progetto sarà l’analisi dell’impatto territoriale. Studieremo in particolare il caso dell’Emilia-Romagna, per comprendere meglio il ruolo che la diversificazione finanziaria e la sostenibilità possono giocare nello sviluppo locale.

“Il nostro progetto si inserisce nel più ampio impegno di Unimore nel supportare le imprese locali nella transizione verso modelli di finanziamento più diversificati e sostenibili. L’accesso al capitale è una leva fondamentale per la crescita e l’innovazione, soprattutto in un contesto così sfidante. Attraverso un dialogo continuo con le aziende del territorio e l’utilizzo di strumenti avanzati di analisi dei dati, intendiamo offrire una mappa chiara delle opportunità di finanziamento alternative e delle strategie più efficaci per rafforzare la competitività del tessuto imprenditoriale nazionale e locale. Il nostro obiettivo è che la ricerca non resti confinata in ambito accademico, ma diventi un vero strumento di crescita per le imprese e di sviluppo per il territorio.” – afferma il coordinatore Luca Gambarelli.

Basato sulla terminologia digitale, il progetto TermPTEmRomira alla creazione di un termbase multilingue incentrato sui prodotti tipici della Regione Emilia-Romagna. Al fine di promuovere i contenuti relativi a ciascun prodotto, “Sapori locali” è concepito come un termbase ad accesso aperto ospitato in un sistema di gestione della terminologia seguendo i principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable and Reusable) della European Open Science Cloud Association.

Le lingue inserite nel progetto sono italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e rumeno. Per ogni lingua, il termbase “Sapori locali” sarà composto da record terminologici relativi a D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata), D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta), D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica) e I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) dei prodotti dell’Emilia-Romagna (così come elencati nel Registro europeo delle indicazioni geografiche e delle specialità tradizionali).

Il termbase sarà così organizzato: ogni denominazione di prodotto, considerata come un termine, identificherà una voce per un record terminologico. Ogni voce sarà arricchita da una serie di campi informativi: dominio e sottodominio, informazioni grammaticali, definizione, descrizione e note tecniche sul prodotto, contesto(i) autentico(i), trascrizione fonetica, varianti e altre relazioni semantiche sul prodotto, etimologia, fonti bibliografiche e sitografiche consultate. Saranno presenti anche gli equivalenti nelle altre lingue straniere del termbase (seguiti da note linguistiche, se necessario), che renderanno possibile il passaggio alle altre lingue, per cui l’utente potrà navigare tra le lingue per ampliare le loro conoscenze sui prodotti.

L’uso di un sistema di gestione della terminologia consentirà inoltre di migliorare progressivamente la risorsa nel tempo, grazie all’inserimento di nuovi prodotti in occasione dell’aggiornamento delle liste registrate e di nuove lingue. Il progetto intende creare anche un database di immagini, contenute nel medesimo archivio, da collegare tramite link alle schede.

Per progettare un termbase digitale multilingue ad accesso aperto che consenta di condividere e promuovere la cultura territoriale, attraverso le sue tradizioni enogastronomiche regionali, è necessario prendere in considerazione gli studi contemporanei sulla gastronomia, anche in ambiente digitale. Per questo motivo, durante la costruzione del termbase, saranno condotte ricerche parallele sulla morfologia, sulla traduzione, sulla comunicazione interculturale, sulla fraseologia, sulla terminologia, in prospettiva sincronica o diacronica.

Tra le iniziative scientifiche di disseminazione sarà organizzato un convegno sui temi lingua, cibo, patrimonio culturale, terminologia e digital humanities, durante il quale sarà possibile ospitare esperti ricercatori in digital humanities e digital terminology legate alla valorizzazione del territorio italiano, e presentare i risultati del progetto e delle ricerche ad esso collegate e sviluppate dal gruppo. Saranno organizzati anche workshop metodologici destinati a dottorandi/e e a laureandi/e sulla progettazione e creazione di un termbase digitale multilingue. Inoltre, si intende collaborare con le organizzazioni locali, attraverso iniziative con lo scopo di diffondere non solo la conoscenza, ma anche la fruizione del patrimonio enogastronomico locale. Saranno previste, infatti, iniziative rivolte a un pubblico non specialistico aperte a tutta la cittadinanza.

“Grazie a questo importante finanziamento sarà possibile sviluppare una ricerca linguistica che potrà valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio emiliano-romagnolo, adottando e applicando le nuove tecnologie digitali alla diffusione della conoscenza dei prodotti, anche a vantaggio dello sviluppo di un turismo consapevole e sostenibile” – ha concluso la coordinatrice del progettoProf.ssa Chiara Preite.

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