FocusUnimore > numero 40 – ottobre 2023
The old railway tracks of Modena between redevelopment, transformation and perception of the landscape: a research path linked to educational proposals of the Museum System and Botanical Garden (MUSEOMORE) kicks off
Infrastructural elements are those that most influence the contemporary and future evolution of the Modena territory. In particular, the landscape associated with railway lines, in use and decommissioned, has contributed to the rapid transformation of much of the province to meet historical and economic needs and complex relationships. The Modena railway junction has undergone several evolutionary moments in its history, starting in 1880 when the provincial administration decided to connect the provincial capital to an articulated network alongside the state line. The construction of a network of provincial railway links had a profound impact on the area, changing its physiognomy. A research project linked to didactic proposals by the Museum and Botanical Garden System (MUSEOMORE), promoted and supervised in particular by Milena Bertacchini, the Gemma Museum’s contact person, has begun, attracting the interest of Unimore lecturers from various disciplines. In addition, an initial experiment is about to begin aimed at schools on the disused Modena-Rubiera railway line, which intends to guide young students in the careful observation of this landscape in order to understand its complexities and the importance of the identity value of disused railway lines and how this industrial heritage can become an effective tool for the development and reconstruction of the collective historical and cultural significance attributed to these places.
Il paesaggio modenese è dominato da elementi antropici modellati dalla mano dell’uomo. Tra questi, gli elementi infrastrutturali sono quelli che maggiormente hanno condizionato e condizioneranno l’evoluzione contemporanea e futura del territorio. In particolare, il paesaggio associato alle linee ferroviarie, in uso e dismesse, ha contribuito ad una rapida trasformazione di buona parte del comprensorio provinciale costretto a rispondere, nel tempo, ad esigenze storiche ed economiche ed a relazioni complesse tra struttura dei tracciati, modelli insediativi e trame agrarie.
Il nodo ferroviario di Modena ha conosciuto nella sua storia vari momenti evolutivi che si sono sviluppati a partire dal 1880 quando l’amministrazione provinciale decise di collegare il capoluogo ad una articolata rete provinciale a fianco della linea statale.
Il periodo della agro-industrializzazione di fine Ottocento primi Novecento portò anche a Modena l’esigenza di un collegamento più efficace con i maggiori centri economici della sua provincia, sia a sud verso la fascia collinare appenninica, sia a nord verso il cuore della pianura padana. La costruzione di una rete di collegamenti ferroviari provinciali provocò un profondo impatto sulla sintassi territoriale modificandone profondamente la fisionomia.
La rete raggiunse la sua massima espansione intorno al 1940 con circa 100 km di ferrovie secondarie: le linee verso sud per Sassuolo, Maranello e Vignola, con le diramazioni Spilamberto-Bazzano e Castelfranco-Bazzano; e la linea verso nord per Mirandola con la diramazione Cavezzo-Finale Emilia. In quel periodo furono iniziate anche altre due linee ferroviarie, la Maranello-Pavullo e la Mirandola-Rolo-Novellara, che però non furono mai completate. La prima, in particolare, intendeva creare le basi per un ambizioso collegamento ferroviario transappenninico.
Attualmente, vari tratti di queste ferrovie dismesse, quando non venduti o cannibalizzati da privati, sono stati trasformati in itinerari ciclabili lungo i quali però spesso è difficile percepire la memoria storica e il valore identitario di questi luoghi.
La linea Modena – Sassuolo è l’unico tratto sopravvissuto dell’antica rete ferroviaria provinciale, attualmente oggetto di un acceso dibattito cittadino che vede una parte di popolazione decisa a fare sopprimere questa infrastruttura storica.
Nel 2021 si è unito alla rete delle linee ferroviarie dismesse anche il tracciato tra Modena e Rubiera della linea nazionale Bologna-Milano, inaugurata nel 1859. Questo tratto, che è stato soppresso nel 2014, è stato inserito negli anni in diversi programmi di riqualificazione e rigenerazione urbana che lo hanno trasformato in un percorso ciclo-pedonale affiancato da aree verdi e alberi (greenway), dove è lasciato al pietrisco della massicciata ferroviaria, rimasto a luoghi visibile a lato della ciclabile, il compito di ricordare in modo tangibile la memoria della presenza dei binari.
È iniziato da queste considerazioni un percorso di ricerca collegato a proposte didattiche da parte del Sistema dei Musei e Orto Botanico (MUSEOMORE), promosso e curato in particolare dalla dott.ssa Milena Bertacchini, referente del Museo Gemma, che ad oggi ha raccolto l’interesse di docenti di Unimore di diverse discipline (Dipartimenti di Scienze Chimiche e Geologiche, Scienze della Vita e Studi Linguistici e Culturali) e di altri che vorranno fornire il proprio contributo. Inoltre, sta per avviarsi una prima sperimentazione rivolta alle scuole sul tracciato dismesso del tratto ferroviario Modena-Rubiera, che coinvolge anche docenti dell’Università di Bologna, esperti del Comune di Modena del Settore Istruzione (MEMo) e dei Settori Ambiente e Pianificazione e Sostenibilità Urbana, degli Archivi storici comunale e provinciale, della Fondazione Leonardi e di Associazioni culturali. La sperimentazione intende guidare studentesse e studenti all’osservazione attenta di questo paesaggio per comprenderne la complessità attraverso l’interpretazione di voci e sguardi differenti.
Risulta evidente l’importanza del valore identitario delle linee ferroviarie dismesse e come questo patrimonio industriale, talvolta svilito, trascurato o ignorato, possa diventare uno strumento efficace per lo sviluppo e la ricostruzione del significato collettivo storico e culturale attribuito a questi luoghi. Un approccio peraltro caldeggiato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR senza il quale diventa impossibile affrontare con un’adeguata profondità di sguardi anche il dibattito sul recupero o sulla soppressione di altre linee ferroviarie storiche.
La proposta progettuale è stata posta all’attenzione dell’Osservatorio Regionale del Paesaggio, coordinato dall’Arch. Laura Punzo (Servizio Area Territorio, Città, Paesaggio, dirigente Ing. Marcello Capucci, Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente con Assessora Barbara Lori), dal Prof. Emiro Endrighi, direttore di MUSEOMORE e rappresentante di Unimore all’interno dell’Osservatorio insieme alla prof.ssa Paola Coratza, riscuotendo un particolare interesse con prossimi sviluppi a scala regionale.