> FocusUnimore > numero 12 – febbraio 2021
L’11 dicembre 2020 è stato raggiunto un accordo tra il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea riguardo all’allocazione delle risorse per il nuovo programma di ricerca e innovazione Horizon Europe per il periodo 2021-2027. L’accordo finale arriva a più di due anni dalla proposta iniziale della Commissione del giugno 2018 e va a completare l’accordo istituzionale di aprile 2019.
Il budget complessivo del programma ammonterà a 95,5 miliardi di euro, decretando un aumento di risorse del +30% rispetto alla dotazione finanziaria di Horizon 2020.
Nello specifico, 90,1 miliardi di euro del budget totale proverranno dal bilancio comune, mentre 5,4 miliardi da Next Generation EU, il pacchetto europeo di ripresa dal Covid-19. E’ previsto inoltre un ulteriore rafforzamento di 4,5 miliardi di euro (prezzi correnti).
L’obiettivo generale del programma è quello di generare un impatto scientifico, economico e sociale attraverso gli investimenti dell’Unione Europea nel campo della ricerca e dell’innovazione, al fine di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell’Unione e promuoverne la competitività, anche nel suo settore industriale, realizzare le priorità strategiche dell’Unione e contribuire ad affrontare le sfide globali, compresi gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La promozione di una ricerca orientata alla qualità e in dialogo costante con i territori di scala nazionale e internazionale, meglio coordinata internamente e meglio collegata con l’esterno, diventa sempre più un elemento caratterizzante di Unimore.
Il rafforzamento delle sinergie interne dell’Ateneo, in una logica di contaminazione, e la promozione di scambi interdisciplinari e interdipartimentali è essenziale per generare ricadute positive capaci di moltiplicare il valore per tutti i soggetti.
Il rafforzamento della presenza istituzionale di Unimore nella ricerca regionale, nazionale e dell’Unione europea è un processo lungo e complesso, ma che sta iniziando a dare frutti concreti. La presenza di rappresentanti dell’Ateneo in cluster regionali e nazionali, in Partenariati Pubblico Privati europei e in altre iniziative trasversali diventa elemento propizio per la partecipazione a progetti di natura competitiva, rafforzata dalla partecipazione di docenti dell’Ateneo nelle reti nazionali e internazionali di interesse.
In diretto collegamento con le attività di ricerca e con le altre attività di Ateneo vi è la necessità di sviluppare in modo maggiormente organico la cosiddetta “terza missione” che si struttura nella relazione tra il territorio, o meglio, tra i territori, e l’Università intesa nel senso più ampio di produzione del sapere e trasferimento di conoscenza. La capacità di costruire relazioni virtuose con le istituzioni territoriali, le Asl, le scuole, le imprese e i soggetti economici, le rappresentanze di interessi, i musei, le associazioni culturali e di promozione sociale, ecc. è vitale per l’Università.
Unimore ha già una sua solida e diffusa rete di relazioni con istituzioni pubbliche e private, ma per una miglior implementazione della “terza missione” occorre un programma di sviluppo che individui gli obiettivi strategici, le azioni da intraprendere, le risorse necessarie e i principali risultati attesi.
La strategia di “terza missione”, per le sue stesse implicazioni, deve essere coerente e funzionale alla strategia per la ricerca e per la didattica di Ateneo. È consuetudine intendere la valorizzazione della ricerca con la creazione di imprese spin-off, l’incremento del conto terzi e favorendo la partecipazione/creazione di incubatori di imprese, sostenendo in modo specifico la capacità brevettuale. Ma anche incrementare la rete di collaborazione con il territorio, attraverso la cosiddetta produzione di beni pubblici, può in via diretta in alcuni casi, indirettamente in altri, far crescere la reputazione della nostra Università e quindi la sua capacità di attrazione: la formazione continua, l’attività di produzione culturale, la sperimentazione clinica e la formazione in ambito di promozione della salute e non ultimo il Public Engagement.
Una corretta promozione e gestione delle attività di ricerca richiedono sempre maggiore integrazione tra aspetti tecnici, aspetti giuridico-legali e indirizzi politico-istituzionali in un contesto di aumentata consapevolezza etica e di equilibrio di genere.
Il radicamento nel territorio locale che caratterizza Unimore è un autentico e duraturo elemento di forza attraverso il quale l’Ateneo deve poter cogliere le opportunità di collegamento con i protagonisti dello sviluppo territoriale e rafforzare ulteriormente i processi di internazionalizzazione.
Unimore intende aggregare gruppi transdisciplinari di Ricerca, con lo scopo di favorire la collaborazione e la contaminazione tra gruppi di ricerca di discipline diverse, per sfruttarne sinergicamente l’apporto in termini di contenuti, approccio e contatti con altre istituzioni europee e favorire lo sviluppo di proposte progettuali su bandi competitivi. Tali “Gruppi di lavoro” avranno alcuni compiti fondamentali: lo screening delle opportunità di finanziamento e loro diffusione in ateneo, anche attraverso eventi informativi e formativi; l’analisi di contesto sulle politiche europee e traiettorie di sviluppo dei programmi di finanziamento a medio e lungo termine; la creazione di un ambiente favorevole per la nascita di nuove idee progettuali sfruttando l’ottica della contaminazione scientifica e culturale che caratterizza la loro costituzione, accompagnati da strutture e servizi mirati e funzionali alla Terza missione, alla ricerca Internazionale e Nazionale, nell’ottica di integrazione multi fondo e con grande risalto alla valorizzazione e tutela della proprietà intellettuale.
Pillar I “Excellent Science”
Il Pillar Excellent Science (“Consiglio Europeo della ricerca (ERC)“; “Azioni Marie Sklodowska-Curie“; “Infrastrutture di ricerca”) sosterrà l’eccellenza scientifica seguendo un approccio “dal basso verso l’alto”, mirato a rafforzare la leadership scientifica dell’Unione e sviluppare conoscenze e competenze di alta qualità.
Pillar II “Global Challenges and European Industrial Competitiveness”
Il Pillar II (“Sanità”; “Cultura, Creatività e Società inclusiva e sicura”; “Digitale e industria”; “Clima, energia e mobilità”; “Prodotti alimentari e risorse naturali”; “Centro comune di ricerca (JRC)”) rafforzerà l’impatto della ricerca e dell’innovazione nell’ambito dello sviluppo, del sostegno e dell’attuazione delle politiche dell’UE e sosterrà l’adozione di soluzioni innovative nel settore industriale e nella società, al fine di affrontare le sfide globali.
Nell’ambito del Pillar II verrà data particolare attenzione alle “Mission“, ovvero una serie limitata di missioni ad alta visibilità, definite nel contesto di un processo di pianificazione strategica, che perseguiranno obiettivi ambiziosi ma realizzabili e circoscritti nel tempo. Le 5 Missioni individuate sono: Adattamento ai cambiamenti climatici, comprese le trasformazioni sociali; Cancro; Salute degli oceani, dei mari e delle acque costiere e interne; Città intelligenti e climaticamente neutre; Prodotti alimentari e salute del suolo.
Le Missioni sono programmate nell’ambito del pilastro “Sfide globali e competitività industriale“, ma possono beneficiare anche di azioni svolte nell’ambito di altre parti del programma.
Pillar III “Innovative Europe”
Il Pillar III (“Consiglio europeo dell’Innovazione (EIC)”; “Ecosistemi europei dell’innovazione”; “Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT)”) promuoverà le innovazioni, con particolare attenzione alle innovazioni pioneristiche e rafforzerà la diffusione sul mercato delle soluzioni innovative, anche attraverso l’istituzione del Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC).
Per contribuire al successo in questi ambiti l’Amministrazione è chiamata, in particolare per quanto riguarda la ricerca, a fornire nuovi servizi e supporti innovativi alle strutture e ai gruppi di ricerca, a favorire, attraverso azioni di razionalizzazione organizzativa, la semplificazione e lo snellimento dei processi, la riqualificazione delle competenze, una efficace integrazione delle funzioni amministrative e di quelle delle strutture tecnico – scientifiche deputate alla conduzione dei progetti, al fine di favorire il collegamento tra la gestione economica delle risorse e dei contratti e lo svolgimento dei processi di ricerca.