> FocusUnimore > numero 48 – giugno 2024

Theatre as a training tool: a 30-hour course for PhD students at DISMI
The final recital of the Theatre Course for PhD students at DISMI took place recently: the initiative highlighted the importance of theatrical techniques for academic communication. PhD students in Industrial Innovation Engineering staged a homage to Achille Campanile. During the course, the students learnt techniques of stage action, use of the voice and effective communication, all fundamental skills not only for the theatre, but also for professional paths, particularly in the academic field. The idea of a theatre course for PhD students in technical subjects such as mechanics, electronics and computer science might seem outlandish or out of place. However, reality shows that skills such as stage presence, clarity of presentation and accuracy are essential for those entering an academic career. Scientific studies support this connection between theatre and teaching. The theatre workshop aimed to improve the students’ teaching and communication skills by learning the techniques of the performing arts. Exercises in imitation, imagination and improvisation helped the students to handle the communication challenges of their careers with greater confidence and creativity. The success of the event highlighted how theatre training can enrich PhD students’ profile, making them more effective and engaging communicators.

Al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, si è svolto di recente il saggio conclusivo del Laboratorio di Teatro per dottorandi del DISMI: l’iniziativa ha messo in evidenza l’importanza delle tecniche teatrali per la comunicazione accademica.

Diretti dal Gianni Parmiani, attore-guida del corso, i dottorandi e le dottorande in Ingegneria dell’Innovazione Industriale hanno messo in scena un omaggio a Achille Campanile.

Il saggio degli allievi e delle allieve del Laboratorio di Teatro per dottorandi, organizzato dal Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, tenutosi presso il Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, ha segnato la conclusione del corso di 30 ore di recitazione teatrale, svoltosi nei locali del Campus San Lazzaro.

Lo spettacolo, intitolato “È di scena il dottorato – L’umorismo è il solletico al cervello“, è stato un omaggio ad Achille Campanile, condotto da Gianni Parmiani, che ha sapientemente messo in scena alcuni dei pezzi più divertenti dell’autore romano, dirigendo un gruppo di dottorandi e dottorande in Ingegneria dell’Innovazione Industriale.

Durante il corso, allieve e allievi hanno imparato tecniche di movimento scenico, uso della voce e comunicazione efficace, tutte abilità fondamentali non solo per il teatro, ma anche per i percorsi professionali, e in particolare in ambito accademico.

L’idea di un corso di teatro per studenti di dottorato in materie tecniche come meccanica, elettronica e informatica potrebbe sembrare stravagante o fuori luogo. Tuttavia, la realtà dimostra che abilità come la presenza scenica, la chiarezza espositiva e la precisione sono essenziali per chi si affaccia alla carriera accademica.

Studi scientifici supportano questa connessione tra teatro e insegnamento. Nel libro “Acting Lessons for Teachers: Using Performance Skills in the Classroom” di R.T. Tauber e C.S. Mester, ad esempio, si sottolinea come l’adozione di tecniche creative, sia verbali sia non verbali, possa migliorare significativamente l’apprendimento degli studenti. Anche S.B. Sarason, nel suo lavoro, rileva che insegnare è un’arte performativa, dove l’insegnante deve trasformare il programma in una fonte di interesse per un pubblico eterogeneo.

Queste osservazioni sono particolarmente pertinenti per le materie STEM, dove la complessità dei contenuti richiede una solida capacità espositiva. I dottorandi, futuri docenti e ricercatori, devono quindi essere non solo esperti della loro materia, ma anche abili comunicatori.

Il laboratorio di teatro ha avuto l’obiettivo di migliorare le capacità di insegnamento e comunicazione degli allievi attraverso l’apprendimento delle tecniche dell’arte scenica. Durante il corso, gli studenti hanno partecipato a esercizi di training fisico e vocale, giochi teatrali, e sessioni di improvvisazione, imparando a utilizzare corpo e voce come strumenti espressivi.

Queste competenze si sono rivelate utili anche per affrontare situazioni accademiche variegate. Gli esercizi di imitazione, immaginazione e improvvisazione hanno aiutato gli studenti a gestire con maggiore sicurezza e creatività le sfide comunicative del loro percorso professionale.

“La figura, almeno nel luogo comune, dell’Ingegnere e dell’attore sono piuttosto distanti – spiega Gianni Parmiani, ma questo stereotipo è stato la molla per proporre agli allievi un autore come Achille Campanile che fa delle situazioni ironiche e irrazionali, paradossali un suo “marchio di fabbrica”. Un tipo di umorismo che va a stimolare la parte più cerebrale e meno “di pancia”, che trova in giovani ingegneri un terreno molto fertile. Lo stereotipo, come spesso accade per le categorie troppo nette, è quindi molto lontano dalla realtà”

“I partecipanti – continua Parmiani –, pur partecipando alla stessa scuola di Dottorato, non si conoscevano molto, ed è stato gratificante e interessante il percorso di costruzione di un gruppo di lavoro, il creare dei legami che possono diventare preziosi, anche per una collaborazione futura in ambito di ricerca. La parte che ritengo più utile dal punto di visto formativo è infatti quella di imparare ad affrontare situazioni di stress, di ansia di fronte alla platea, consapevoli dei propri mezzi e con strumenti adatti alla buona riuscita.”

“La forza del teatro – conclude Parmiani – è quella di avere a che fare con le persone, attraverso un percorso che vive sullo scambio di energia tra gli attori, i compagni che sono in scena, e il pubblico che – coinvolto in un legame che è un “sentire insieme”, corporeo e spirituale – restituisce energia a chi sta sul palco, in un dare e ricevere continuo e vitale. L’affiatamento, la consapevolezza che gli altri attori sono al tuo fianco e la possibilità di esprimersi liberamente è l’insegnamento che lascia il teatro a questi giovani allievi, permettendo loro di aprire la propria corazza di “duro” ingegnere e lasciar fluire l’espressività e la vitalità che ognuno porta dentro.”

Lo spettacolo finale, tenutosi di fronte a una platea composta non solo da professori e tutor, ma anche da familiari, amici e studenti, ha rappresentato una preziosa occasione per mettere in pratica le competenze acquisite.

Il successo dell’evento ha evidenziato come la formazione teatrale possa arricchire il profilo dei dottorandi e delle dottorande, rendendoli comunicatori più efficaci e coinvolgenti.

Il Laboratorio di Teatro per dottorandi del DISMI ha dimostrato che anche nelle discipline più tecniche, l’arte della comunicazione è fondamentale. La formazione teatrale si conferma quindi un valore aggiunto, capace di preparare gli studenti a dare il meglio non solo nel loro campo di studi, ma anche nella loro futura carriera accademica.

“La curiosità verso l’arte teatrale come strumento per migliorare le capacità didattiche e di comunicazione in campo scientifico-tecnico – sottolinea il Prof. Franco Zambonelli, Direttore PhD School Ingegneria Innovazione Industriale– è nata nel 2020, in pieno periodo COVID, grazie ad un seminario dal titolo “v. sotto”, organizzato dal Centro di Ricerca MANIS, attivo presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore. Da quell’episodio fortuito, abbiamo approfondito il ruolo dell’esperienza teatrale per la formazione e la comunicazione Scientifica”

“Ci è parso appropriato – commenta il Prof. Massimo Milani, Direttore del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – effettuare la prima sperimentazione sugli studenti di dottorato, per via della loro giovane età e la vicinanza alle funzioni centrali dell’attività accademica (didattica e ricerca). Il grande successo dell’iniziativa ci ha indotto a considerare la possibilità di proseguire l’esperienza coinvolgendo anche il personale docente”.

“È scientificamente riconosciuto, soprattutto nella recente letteratura anglosassone, l’importanza dell’esperienza teatrale per migliorare l’efficacia nell’insegnamento (teaching as performing art), nella comunicazione scientifica (public speaking as performing art) e nel governo delle persone (leadership as performing art) – sottolinea il Prof. Eugenio Dragoni, proponente del corso –. I dottorandi di Ingegneria si trovano nella condizione ideale per beneficiare delle conoscenze teatrali perchè hanno, adesso, un ruolo di scienziati in formazione, con funzioni docenti, e sono proiettati nel futuro ruolo di dirigenti nel mondo del lavoro. Grazie a recenti esperienze fatte da colleghi docenti anziani, abbiamo ritenuto utile offrire ai dottorandi in Ingegneria dell’innovazione industriale un laboratorio di teatro per esporli alle tecniche e ai principi dell’arte teatrale, che loro trasporteranno, per osmosi, nei contesti didattico, scientifico e organizzativo.”

Il teatro come strumento di formazione: al DISMI un corso di 30 ore per dottorande e dottorandi