> FocusUnimore > numero 25 – aprile 2022
Le trasformazioni strutturali e i ripetuti shock che hanno attraversato l’economia e la società in questo primo quarto del nuovo secolo, dalla digitalizzazione alla pandemia, investono direttamente il tessuto produttivo e il mondo del lavoro, dando impulso a una rinnovata azione regolativa.
In discussione non vi è solo il modo della regolazione (quali norme dovranno definire gli equilibri tra i fattori della produzione? Quali diritti e quali tutele dovranno essere disegnati intorno ai nuovi bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici?) ma anche i suoi attori. Ci si domanda, in particolare, quale ruolo rivestiranno le istituzioni sovranazionali nella definizione delle future politiche del lavoro, atteso che il carattere globale dei fattori trasformativi menzionati dinanzi evidenzia, in modo palese, la scarsa lungimiranza di approcci ripiegati su di una dimensione puramente statuale.
Pur non essendosi ancora formato un vero e proprio ordinamento giuridico sovranazionale del lavoro, i vari organismi internazionali in campo, dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro – OIL all’Unione Europea, forniscono un contributo centrale sia nella formazione degli orientamenti di policy sia nella definizione di standard regolativi vincolanti adeguati alle sfide contemporanee.
L’Unione Europea, più specificamente, sembra avere superato la sindrome di “sterilità sociale” che l’aveva colpita nei primi anni duemila, al termine della stagione delle direttive di armonizzazione che avevano regolamentato, ad esempio, l’orario di lavoro e le forme di lavoro flessibile.
La Commissione guidata da Ursula Von Der Lyen ha messo a punto nel 2021 un “Piano d’azione” che si propone di tradurre i principi del Pilastro Europeo dei diritti sociali, proclamati nel 2017, in una serie organica di interventi. Nell’alveo di questo Piano d’azione stanno prendendo forma numerosi provvedimenti legislativi, attualmente sottoposti al consueto iter tra le istituzioni di Bruxelles, che affrontano alcuni dei temi più spinosi sul tappeto: tra questi una proposta di direttiva in materia di lavoro nelle piattaforme digitali, una proposta di direttiva sul salario minimo e una proposta di direttiva sulla parità retributiva tra uomini e donne.
Il Pilastro Europeo dei diritti sociali è anche al centro del programma “NextGenerationEU”, con cui l’Unione ha mobilitato le risorse economiche per la ripresa post-pandemica gestite in Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR. Infatti, tra i criteri di valutazione dei progetti figura, sotto la voce “Rilevanza”, la capacità degli stessi di contribuire in modo efficace all’implementazione del Pilastro, rafforzando così la coesione sociale, economica e territoriale all’interno dell’Unione.
Unimore e la Fondazione Marco Biagi seguono questi processi promuovendo iniziative di approfondimento e partecipando a numerose ricerche.
Il 26 e 27 maggio 2022 si terrà a Modena la 19a edizione del Convegno internazionale in ricordo di Marco Biagi, quest’anno dedicata al tema “Work Beyond the Pandemic. Towards a Human-Centred Recovery”.
Carlotta Serra, Direttrice della Fondazione, la introduce così: “Nel corso delle due giornate, autorevoli studiosi e studiose provenienti da tutto il mondo si confronteranno, in una prospettiva interdisciplinare e comparata, sulle principali questioni sollevate dalla pandemia da Covid-19 nel mondo del lavoro e sulle iniziative di contrasto intraprese dai governi dei diversi Paesi del mondo. Tra i temi discussi vi saranno: il lavoro da remoto, misura cui i Paesi hanno fatto ricorso per salvaguardare i livelli occupazionali e la produttività delle aziende; la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici vulnerabili; fenomeni rispetto ai quali la pandemia da Covid-19 si è posta come acceleratore di dinamiche già in atto, quali il gender gap e la trasformazione digitale dei luoghi di lavoro” (Il programma del convegno è disponibile sul sito https://www.fmb.unimore.it/).
Più in generale, all’impatto del diritto europeo nella sfera dei rapporti collettivi tra imprese, sindacati e rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici è dedicato il volume “EU Collective Labour Law”, recentemente pubblicato a cura di Beryl ter Haar e Attila Kun per i tipi di Edward Elgar: l’opera raccoglie i risultati di una riflessione organica – la prima del suo genere – su un profilo assai particolare e di grande attualità.
Iacopo Senatori, Ricercatore di Diritto del lavoro al Dipartimento di Economia “Marco Biagi” e componente del Comitato scientifico della Fondazione, è tra gli autori che hanno contribuito al volume, avendo curato insieme ad Angela Rauseo il capitolo dedicato ai comitati aziendali europei, ovvero gli organismi che esercitano i diritti di informazione e consultazione nelle imprese multinazionali.
“Il libro curato da Beryl ter Haar e Attila Kun colma una lacuna nel panorama della riflessione giuslavoristica europea”, osserva Senatori, “poiché, a dispetto delle scarse competenze attribuite dai Trattati all’UE nella materia delle relazioni collettive, nel tempo si è costituito un sistema europeo di pratiche e norme positive che ruota intorno ai diritti fondamentali di contrattazione collettiva, sciopero e informazione e consultazione dei lavoratori. Un sistema capace di influenzare l’evoluzione degli ordinamenti nazionali ma di esserne al contempo influenzato, in virtù del richiamo costante del diritto europeo al rispetto delle tradizioni e delle prassi nazionali in tema di relazioni industriali. Un sistema che, quindi, necessita di una razionalizzazione e di un rafforzamento della propria base teorica e concettuale: obiettivi sui quali la ricerca coordinata dai due colleghi si è specificamente concentrata. I 27 capitoli che compongono questa riflessione corale dimostrano che il dialogo sociale e l’autonomia collettiva, in quanto elementi caratterizzanti del modello sociale europeo, sono intrinsecamente collegati alle politiche con cui l’Unione affronta le crisi e le trasformazioni contemporanee. Essi costituiscono quindi importanti strumenti per la regolazione e il governo delle sfide che investono il lavoro, l’economia e la società: la pandemia, la digitalizzazione, il cambiamento climatico e la povertà”.
In particolare, continua Senatori: “I diritti di informazione e consultazione, che costituiscono la spina dorsale della legislazione europea sulle relazioni collettive di lavoro, sono uno strumento essenziale per permettere ai lavoratori e alle lavoratrici di esercitare, attraverso i propri rappresentanti, un’influenza effettiva sulle decisioni inerenti all’organizzazione del lavoro e alle strategie dell’impresa, formulando pareri e proposte che il datore di lavoro è tenuto a prendere in considerazione fornendo una risposta motivata, anche qualora non intenda accogliere i suggerimenti ricevuti. Per il loro carattere dinamico e procedurale, e per il loro essere focalizzati sulla soluzione di questioni specifiche, i diritti di informazione e consultazione possono risultare strumenti particolarmente adatti a governare situazioni non facilmente inquadrabili attraverso regole standardizzate, come quelle riguardanti la digitalizzazione dei processi di lavoro e la costruzione di ambienti di lavoro inclusivi. Dai diritti di informazione e consultazione, inoltre, possono svilupparsi forme più articolate ed approfondite di collaborazione tra impresa e lavoratori, come la ‘partecipazione negoziata’ tipica di numerose realtà del settore metalmeccanico dell’Emilia -Romagna”.
Un contributo per capire le trasformazioni del lavoro nell’industria 4.0
Il termine Industria 4.0 richiama le innovazioni tecnologiche attualmente adottate da molte imprese manifatturiere e che prevedibilmente saranno sempre più diffuse nel nostro tessuto produttivo. Insieme all’adozione e all’utilizzo delle nuove tecnologie nelle imprese del territorio modenese e reggiano si stanno verificando trasformazioni del modo di organizzare le attività di lavoro e del modo di lavorare, ma la trappola del determinismo tecnologico, l’idea che i cambiamenti organizzativi e sociali siano determinati dai caratteri intrinsechi delle nuove tecnologie, è sempre presente. Il problema, invece, è capire quali sono le scelte di adozione, integrazione e utilizzo di queste tecnologie. Prendendo le mosse da una prospettiva antideterministica rispetto alla relazione tecnologia/organizzazione del lavoro/qualità del lavoro è, quindi, possibile chiedersi non solo come sono cambiati i processi produttivi delle imprese e le condizioni di lavoro di chi vi è coinvolto, ma anche quali sono gli spazi di intervento e negoziazione dei lavoratori, delle lavoratrici e delle organizzazioni che li rappresentano a fronte dell’introduzione delle tecnologie riconducibili a Industria 4.0.
Proprio all’interno di questa prospettiva si è mossa la ricerca commissionata dalla FIOM CGIL di Bologna e curato da Francesco Garibaldo, direttore della Fondazione Sabattini, e da Matteo Rinaldini, professore associato di Sociologia dei processi economici e del lavoro del Dce di Unimore (Il lavoro operaio digitalizzato. Inchiesta nell’industria metalmeccanica bolognese, il Mulino, 2022).
Il volume presenta un lavoro di due anni di ricerca di campo all’interno di alcune importanti imprese metalmeccaniche bolognesi che hanno implementato le più recenti tecnologie digitali e dell’automazione (Lamborghini, Ducati, Bonfiglioli, GD, IMA, Samp, Marchesini, Cesab-Toyota). Anche se, come gli stessi autori tendono a sottolineare in diverse parti del testo, è necessario ricondurre le evidenze emerse dall’analisi nello specifico setting di ricerca (il settore metalmeccanico bolognese e le particolari imprese su cui si è svolto lo studio), il volume restituisce un quadro utile ad interpretare anche processi di trasformazione più ampi e a cogliere le opportunità e i rischi di cui queste trasformazioni sono foriere nei diversi territori e tessuti produttivi.
Master di 2° livello in Lavoro digitale – Diritto e management per l’impresa e la pubblica amministrazione
Nell’ambito dell’offerta di formazione post laurea per l’anno accademico 2021-2022, Unimore propone il master universitario di 2° livello “Lavoro digitale – Diritto e management per l’impresa e la pubblica amministrazione”, nato dalla collaborazione tra i Dipartimenti di Giurisprudenza e di Economia e la Fondazione Marco Biagi.Come ampiamente illustrato negli articoli di questo numero di FocusUnimore dedicato al lavoro, l’uso sempre più esteso delle piattaforme digitali nella gestione delle risorse umane e l’impiego di innovazioni tecnologiche avanzate – big data e algoritmi – impongono alle imprese, alle pubbliche amministrazioni, alle organizzazioni sindacali e di categoria (ma anche agli Ordini e Collegi professionali) una profonda revisione organizzativa e culturale. Tale necessità rende necessaria una formazione di alto livello, adeguata e sempre aggiornata, in grado di fornire solide competenze per la creazione di infrastrutture digitali condivise, sicure ed affidabili.
Il master intende formare esperti in diritto, organizzazione e gestione digitale del lavoro. Si rivolge a persone che già operano o sono interessate a specializzarsi nella gestione delle relazioni di lavoro, e intendono completare e aggiornare il proprio bagaglio di competenze rispetto alla crescente trasformazione digitale del lavoro e delle organizzazioni, con un approccio interdisciplinare che combina diritto del lavoro, gestione delle risorse umane e relazioni sindacali.
Il percorso formativo si compone di due fasi principali: durante la prima fase studenti e studentesse saranno impegnati/e con la didattica frontale e avranno modo di approfondire i contenuti dei nove moduli didattici in cui si articola il master, affrontati seguendo una metodologia interdisciplinare (giuridica, economico-organizzativa e informatica) e orientata alla pratica, ma avranno anche occasione di partecipare a workshop, momenti di studio e discussione individuale e di gruppo su leading cases, testimonianze e visite aziendali; la seconda parte del master sarà invece dedicata allo stage, da svolgere presso i partner che sostengono il master.
Tutte le informazioni sul master, sulle modalità di iscrizione e sulle agevolazioni e borse di studio per dipendenti pubblici e per neo laureati, sono disponibili sul sito dedicato: https://www.masterlavorodigitale.unimore.it/