> FocusUnimore > numero 46 – aprile 2024
New life for hazelnut waste with a view to a circular and sustainable economy
Hazelnut pellets separated from the fruit during roasting are managed as waste, but can now have a second life in the agri-food sector as animal feed, all in a circular economy perspective aimed at reducing waste at all levels of the supply chain. Their use appears to be suitable for animal feed. The study, financed by PRIN funds, is being conducted by five universities: Turin, Catania, Milan, Perugia, Modena and Reggio Emilia. The Nestlé Italia group is a partner in the project and the trial also involves a number of farms for in vivo testing. The experimental project is called Live-Haze and has a co-funding of approximately €600,000.
Le pellicole della nocciola separate dal frutto durante la fase di tostatura vengono gestite come scarti, ma da oggi possono avere una seconda vita nel settore agroalimentare come mangime per gli animali, il tutto in un’ottica di economia circolare volta alla riduzione di sprechi a tutti i livelli della filiera.
Il loro utilizzo pare essere idoneo all’alimentazione per gli animali grazie all’elevata presenza di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i polifenoli, i tocoferoli ecc.
Lo studio, finanziato da fondi PRIN – Progetti di rilevante interesse nazionale del Ministero dell’Università e della Ricerca, vede il coinvolgimento di cinque Atenei:
Torino, Principal Investigator prof. Claudio Forte,
Catania, responsabile di Unità: prof. Alessandro Priolo,
Milano responsabile di Unità: prof. Davide Pravettoni,
Perugia (responsabile di Unità: prof. Massimo Trabalza Marinucci),
Modena e Reggio Emilia, responsabile di Unità: prof. Domenico Pietro Lo Fiego
ed in qualità di partner il Gruppo Nestlé Italia.
La sperimentazione coinvolge inoltre alcuni allevamenti per lo svolgimento delle prove in vivo.
Il progetto sperimentale si chiama Live-Haze e gode di un co-finanziamento di circa 600.000€
Come è coinvolta Unimore e quale sarà il suo contributo al progetto, lo abbiamo chiesto al prof. Domenico Pietro Lo Fiego, docente di Valutazione della qualità degli alimenti di origine animale e di Tecnologie e industrie dei prodotti di origine animale e responsabile di Unità del progetto.
“Innanzitutto, precisiamo che l’Italia è il secondo produttore al mondo di nocciole dopo la Turchia. La superficie coltivata è in continuo aumento e risulta pari a circa 79.500 ettari con una produzione annuale che sfiora le 100.000 t. Gli scarti di lavorazione della nocciola sono rappresentati dal guscio (circa il 50%) e dalla pellicola che si ottiene dopo la tostatura (circa il 2,5%). Ogni anno, quindi, solo per la produzione nazionale devono essere smaltite circa 50.000 t di bucce e 2.500 t. di pellicole che vengono destinate prevalentemente alla produzione di calore o alle discariche, con notevoli costi ambientali. Questi sottoprodotti, la pellicola in modo particolare, sono ancora ricchi di sostanze bioattive naturali quali antiossidanti (polifenoli, vitamina E), fibre, proteine, acidi grassi mono e polinsaturi che, se opportunamente recuperate, possono essere impiegate nell’industria mangimistica, alimentare e farmaceutica”.
“Il progetto PRIN Live-Haze – prosegue il prof. Domenico Pietro Lo Fiego – nel quale siamo coinvolti, si pone un obiettivo ancora più ambizioso, quello di utilizzare la pellicola tal quale direttamente nel mangime per gli animali e, per i monogastrici (suini, unità UNIMORE e avicoli, unità UNIPG), utilizzare anche un estratto green di polifenoli dalla pellicola e verificarne l’effetto sulle performance di allevamento, sulla salute degli animali e sulla qualità dei prodotti ottenuti. L’unità di ricerca UNIMORE si sta occupando della parte di progetto riguardante la specie suina con le prove in vivo e lo studio degli effetti della pellicola tal quale e dell’estratto green sulle caratteristiche qualitative della carne suina. Inoltre, essendoci una forte interconnessione tra le unità di ricerca, noi, con il contributo del prof. Davide Tagliazucchi, ci stiamo occupando anche della quantificazione e caratterizzazione dei composti fenolici delle materie prime e della carne fresca, cotta e dopo simulazione della digestione gastrica ed intestinale, ottenuta da tutti i gruppi di ricerca dalle altre specie impiegate nella sperimentazione.
In parallelo, in nostro gruppo di ricerca sta portando avanti una sperimentazione, nell’ambito di un Dottorato di ricerca PON, sull’impiego di altri sottoprodotti dell’industria agroalimentare, compreso la pellicola e l’estratto di nocciola, nella produzione di hamburger di suino. I primi risultati sono molto incoraggianti ed evidenziano un notevole effetto antiossidante durante la conservazione e la cottura degli hamburger”.
Fasi del progetto:
- caratterizzazione delle cuticole di nocciola
- creazione di un estratto green di polifenoli
- prova in vivo: suini (UNIMORE), bovini (UNITO, UNIMI), ovini (UNICT), avicoli (UNIPG)
- studio degli effetti in vivo su ossidazione, microbiota, prestazioni
- analisi derivati come carne e latte
- indagine su sostenibilità ambientale e sociale guidata dal prof. Simone Blanc dell’Università di Torino con il coinvolgimento di consumatori ed aziende.
Nestlé contribuirà mettendo a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto, alle porte di Perugia.
Come affermato da Marta Schiraldi, Head of Sustainability Nestlé Italia, “Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto al 100% italiano e di condividere le nostre conoscenze con le Università aderenti al progetto. Dare nuova vita a un piccolo scarto può contribuire a rendere la nostra filiera sempre più sostenibile e un modello di economia circolare da esportare, insegnandoci quanto niente possa essere davvero considerato un rifiuto, bensì una preziosa risorsa. Siamo certi che lavorare da soli non basti, ma che la collaborazione con altre imprese, start up e Università sia fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie e raggiungere risultati sempre più significativi”.
I numeri delle nocciole
superficie coltivata a nocciole 79.500 ettari
produzione annuale 100.000 tonnellate
gusci nocciole da smaltire 50.000 tonnellate
pellicole nocciole 2.500 tonnellate