FocusUnimore > numero 40 – ottobre 2023
I PRIN 2022 con PI di Unimore finanziati dal MUR relativi all’ambito di studi Società e Cultura, esplorano molteplici tematiche che vanno dalla genitorialità sociale alla competenza interazionale dei bambini e delle bambine, dalle applicazioni del digitale in diversi campi fino al gioco d’azzardo, per arrivare infine alle problematiche connesse all’impiego dell’acqua per la produzione di energia.
Tra i PRIN dell’ambito giuridico uno in particolare è dedicato alla normativa in tema di gioco d’azzardo, coordinato dal Prof. Simone Scagliarini, supportato da un’unità di ricerca Unimore – composta dal Prof. Roberto Pinardi, dal Dott. Matteo Bursi, dal Prof. Alessandro Turchi e dai due dottorandi Veronica Palladini e Rolando Poggi del Dipartimento di Economia Marco Biagi – e da un’unità dell’Università di Genova.
“L’obiettivo che il progetto si propone – dichiara il Prof. Simone Scagliarini – è di analizzare e contribuire a migliorare, a seguito dell’esplosione del gioco d’azzardo in rete, le misure di carattere normativo volte a contrastare o almeno limitare il fenomeno del gioco “di massa” e prevenire la sua degenerazione patologica, ovvero la ludopatia”. Si tratta di un tema del quale gli studiosi e le studiose coinvolti, tanto nell’unità di ricerca principale modenese quanto in quella genovese, hanno approfondito, in passato, soprattutto i profili riguardanti gli interventi messi in campo dalle Regioni e dai Comuni, ma che richiede oggi più che mai una disciplina a livello territoriale più ampio.
Finora, invece, il legislatore statale ha seguito un orientamento ambiguo, mirato a reprimere le infiltrazioni criminali nel settore, ma al prezzo di aumentare l’offerta del gioco lecito vincita in denaro, che crea fenomeni di dipendenza con gravi ripercussioni a livello economico e sociale su individui e famiglie. Se questa scelta è dovuta al peso che per il bilancio statale hanno le entrate fiscali dai giochi di vario tipo (dalle lotterie al gratta e vinci fino alle slot machine), quello che va sottolineato è tuttavia come il fenomeno generi, al contempo enormi, costi per i soggetti impegnati nell’assistenza sociale e sanitaria in favore delle vittime della dipendenza.
Per queste ragioni, l’unità di ricerca modenese focalizzerà la sua attenzione su due profili: il tema del gioco on line e della sua regolazione e l’utilizzo dello strumento tributario per finalità extrafiscali, così da superare la logica del payout in favore di una maggiore tassazione del gioco in tutte quelle ipotesi in cui questo risulti più pericoloso per il giocatore.
Fondamentale, in questo contesto, risulta la collaborazione con istituzioni ed enti del Terzo settore impegnate su questo fronte, il cui coinvolgimento consentirà al progetto tanto di giovarsi delle conoscenze di questi ultimi quanto di avere un impatto diretto anche sul territorio.
Un altro progetto in ambito giuridico è guidato dal Prof. Luca Vespignani, che coinvolge anche l’Università degli Studi Padova e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
La ricerca mira ad approfondire le problematiche connesse all’impiego dell’acqua all’interno dei processi per la produzione dell’energia, focalizzando l’attenzione su quella da combustibili fossili, da fonti rinnovabili e da rifiuti, tenuto conto che si registra una domanda in costante aumento, legata all’incremento della popolazione mondiale, ai nuovi modelli di consumo, al processo di urbanizzazione. Una tendenza la cui rilevanza ha trovato recentemente conferma nella situazione di emergenza evidenziatasi a seguito del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, con conseguente innalzamento dei prezzi a carico degli utenti finali (privati ed aziende).
L’obiettivo del progetto è individuare nuove soluzioni, in primis a livello normativo, che possano ottimizzare l’impiego dell’acqua nell’ambito preso in considerazione, in un’ottica di sostenibilità.
In tal senso, si è prevista un’analisi multidisciplinare nei campi del diritto pubblico (costituzionale e amministrativo), della politica economica, dell’ingegneria ambientale e dell’ingegneria industriale, che tutte si occupano, pur da diversi punti di vista (ed anzi, così completandosi), di sviluppo sostenibile. Più nel dettaglio, la strategia messa in campo consiste in un’analisi dinamica delle fonti e delle norme sul tema del diritto dell’ambiente e della regolamentazione dei processi industriali, nell’ottica di individuare delle BAT (Best Available Techniques) che possano consentire un miglioramento nell’utilizzo della risorsa acqua.
Sempre in ambito giuridico, il progetto guidato dal Prof. Federico Pedrini, con il coinvolgimento dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, mira ad approfondire le problematiche derivanti dal progressivo ampliamento dei casi di genitorialità non biologica, ma fondata sull’autodeterminazione (attraverso specifici trattamenti o procedimenti di adozione). Queste fattispecie determinano l’emersione di un nuovo fenomeno conosciuto come genitorialità sociale.
Nell’ordinamento italiano, il fenomeno assume una dimensione peculiare perché non è prevista una disciplina organica, ma sono previsti limiti che impediscono il riconoscimento di alcuni rapporti costituiti all’estero. Tali ostacoli sono considerati limiti di ordine pubblico, in presenza dei quali, secondo la giurisprudenza, non può essere riconosciuto il rapporto tra il nato e il genitore intenzionale, se non attraverso la riduzione dello status da filiazione piena a adozione in casi particolari. Tale fenomeno è definito downgrading e consiste nell’attribuzione di uno status inferiore in Italia ad una relazione che, nello stato di provenienza, è tutelata da uno status maggiormente protetto.
Tuttavia, il downgrading dello status costituisce una violazione del superiore interesse del minore alla famiglia, quale formazione sociale fondamentale all’interno della quale esprime la propria personalità, del diritto alla bigenitorialità, del diritto alla circolazione in UE con lo status filiationis acquisito fuori dal territorio nazionale, in modo pieno e definitivo.
Il progetto vuole avviare una discussione sulla mancanza di riconoscimento che porta alla dissociazione tra status, filiazione e procreazione, e considera il nuovo concetto di genitorialità sociale, come un modello alternativo, per il superiore interesse del minore. È essenziale trovare un equilibrio tra l’identità nazionale e il relativo il concetto di famiglia – da un lato – e l’interesse del minore a vedere riconosciuto giuridicamente lo status filiationis – dall’altro – al di là della tecnica riproduttiva. Un impedimento automatico al riconoscimento si tradurrebbe in un’irragionevole compressione degli interessi del minore.
Come la genitorialità legittima e naturale, la genitorialità sociale richiede l’elaborazione di una struttura e dei principi fondanti, così da identificarla come modello non più eccezionale, ma generale. Occorrono infatti forme adeguate e stabili di protezione per le filiazioni sorte da genitorialità sociale, anche in contrasto con i divieti interni.
Il progetto PRIN, coordinato dalla Prof.ssa Piera Margutti con la collaborazione della Prof.ssa Elisa Rossi del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali, ha un focus specifico sullo sviluppo della competenza pragmatica e interazionale di bambini in età scolare. Il progetto vede la partecipazione di quattro unità (oltre a Modena, Bolzano, Bologna e Roma).
L’obiettivo principale del progetto è investigare la competenza pragmatica e interazionale di bambini di 8-9 anni, durante le loro quotidiane attività didattiche in due tipiche situazioni: la prima, in cui la classe lavora insieme, guidata dall’insegnante; la seconda, in cui si svolgono attività in modo più libero, con i bambini organizzati in piccoli gruppi.
La ricerca si svolge secondo l’approccio primariamente qualitativo dell’analisi della conversazione e utilizzando le video-registrazioni di lezioni, raccolte così come avvengono quotidianamente e naturalmente. Ogni unità raccoglie dati nel suo territorio, ma il progetto prevede scambi e incroci di dati e di analisi, così da fornire un quadro piuttosto esteso e, si suppone, variegato delle norme conversazionali, forme di partecipazione e strutture linguistiche utilizzate.
Il progetto nasce dall’idea di documentare con dati empirici la potenzialità dell’ambiente educativo della classe per lo sviluppo delle competenze e abilità conversazionali, linguistiche e sociali dei bambini, in una fase di età che in letteratura è considerata “critica”. Il progetto intende anche fornire una griglia di indicatori delle dimensioni studiate, includendo le pratiche comunicative non verbali, multimodali e, laddove si presentino, anche multilinguistiche. A queste linee di ricerca, si aggiungerà l’osservazione delle differenze nei comportamenti interattivi e nelle forme partecipative legati alle questioni di genere.
Per quanto riguarda i risultati attesi, oltre ad aggiornare lo stato dell’arte nei vari campi che la ricerca toccherà, il progetto avrà ricadute applicative sull’aggiornamento e formazione di docenti, perché intende sviluppare un format di materiali basati sui corpora tratti da un’attenta selezione dei dati videoregistrati.
Si rimane nell’ambito pedagogico con il PRIN di cui è PI la Prof.ssa Chiara Bertolini, che coinvolge anche un’unità di ricerca presso l’Università di Parma ed è in dialogo con altri progetti Prin finanziati e sviluppati presso le Università di Perugia e Roma 3. Il progetto di ricerca affronterà due sfide importanti per la scuola primaria italiana per una durata di 24 mesi.
La prima riguarda l’insegnamento della comprensione del testo. La capacità di lettura è una competenza chiave per l’apprendimento permanente: è fondamentale per la formazione di ciascuno, perché è alla base dei processi di apprendimento. Tuttavia, le ricerche internazionali mostrano rilevanti difficoltà nella comprensione del testo da parte degli studenti e studentesse italiani (Ocse-Pisa, 2018).
La seconda sfida al centro di questo progetto di ricerca riguarda l’Ordinanza 172/2020, che richiede alle scuole primarie di cambiare le modalità di valutazione periodica e finale. Si tratta, tuttavia, di un cambiamento auspicato, che la scuola fatica a recepire e mettere in pratica.
Per rispondere a queste sfide, il progetto svilupperà due linee di azione interconnesse. La prima linea di azione sperimenterà modalità di promozione della comprensione del testo nelle scuole primarie, anche nella direzione di coprire lacune legate a condizioni di svantaggio socio-culturale. In particolare, il progetto intende revisionare e potenziare l’“approccio alla didattica della comprensione centrato sul testo” includendo maggiormente i paradigmi della didattica inclusiva. Questo approccio sarà ulteriormente revisionato in ulteriori due direzioni: verso un uso più integrato della tecnologia e verso una maggiore attenzione al coinvolgimento del pensiero creativo attraverso l’uso di testi che contengono metafore.
La seconda linea d’azione prevede la progettazione e l’implementazione di una ricerca-formazione sui temi dell’insegnamento della comprensione del testo e della valutazione secondo l’ordinanza 172/2020. In particolare, insegnanti e ricercatori costruiranno insieme strumenti per osservare e valutare il processo di apprendimento dei bambini durante le attività di comprensione del testo che verranno svolte nel corso della sperimentazione. L’efficacia della ricerca-formazione sarà misurata principalmente attraverso questionari e focus group utili a verificare in che modo cambiano le pratiche didattiche degli insegnanti coinvolti.
Comprendere i fattori chiave di gradimento in contesti caratterizzati dalla presenza di nuove tecnologie in grado di modificare le caratteristiche delle relazioni con il cliente è l’obiettivo centrale del progetto di ricerca coordinato dalla Prof.ssa Silvia Grappi, con il coinvolgimento delle Prof.sseVeronica Gabrielli e Ilaria Baghi del Dipartimento di Comunicazione ed Economiadi Unimore e di altre due unità dell’Università di Macerata e dell’Università Politecnica delle Marche.
Tradizionalmente, gli antecedenti dell’apprezzamento del consumatore si suddividono in tre categorie: fattori legati ai dipendenti che erogano il prodotto/servizio, fattori legati al contesto in cui si usufruisce del prodotto/servizio e fattori legati al consumatore stesso.
L’importanza degli aspetti legati alla relazione cliente-dipendente (quali, ad esempio, le competenze messe in campo) sono elementi chiave del piacere provato dal cliente; la presenza, sempre più frequentemente, di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale che sostituiscono le interazioni umane con assistenti virtuali o chatbot, rende evidente la necessità di individuare nuove strategie e modalità di gestione della relazione col cliente.
Questo progetto si pone quindi l’obiettivo di estendere la concettualizzazione della soddisfazione del cliente a nuovi ambienti tecnologici, sviluppare una metrica per misurare il costrutto in questi ambiti e individuare nuovi percorsi basati sulle nuove tecnologie. In altre parole, verrà proposta una concettualizzazione più completa che abbracci anche i contesti relazionali basati su intelligenza artificiale, e verranno altresì indagati quali elementi sono in grado di portare al gradimento in questo tipo di esperienze di consumo.
Il progetto di ricerca coordinato dal Prof. Paolo Di Toma, entra invece nella tematica dell’innovazione dei modelli di business orientata all’economia circolare. Lo studio, il cui gruppo di ricerca Unimore comprende anche la Prof.ssa Arianna Lazzini del Dipartimento di Comunicazione ed Economia e la Prof.ssa Sara Giovanna Mauro del Dipartimento di Economia “Marco Biagi”, si indirizza all’analisi della digitalizzazione e della sostenibilità per comprenderne l’integrazione nelle pratiche manageriali, al fine di attuare strategie imprenditoriali che coniughino la tutela dell’ambiente, l’inclusione sociale e gli equilibri economici in una prospettiva di circolarità. Partecipano inoltre Unità di Ricerca dell’Università di Pisa, dell’Università di Bologna, dell’Università “G: D’Annunzio” di Chieti-Pescara e la Scuola IMT Alti Studi di Lucca.
La crisi ambientale e la sempre più insistente scarsità di risorse espongono a rischi che possono essere mitigati rendendo sostenibili e circolari i modelli di business delle imprese. L’adesione all’economia circolare prevede la creazione di modelli di produzione e consumo che estendano l’orizzonte del ciclo di vita dei prodotti per ridurre gli sprechi e, nella migliore delle ipotesi, i rifiuti. Non consiste nella mera attività di riciclo e si concretizza attraverso strategie produttive di riutilizzo, riprogettazione dei prodotti, rigenerazione, riduzione dell’utilizzo di risorse e recupero.
L’economia circolare è un cambiamento paradigmatico per l’attività economica e per gli stili di vita delle persone. Risponde ad una esigenza riconosciuta sia nel dibattito scientifico che dagli attori economici ed istituzionali, dalla società civile e dai policy-makers. I risultati ottenuti fino ad oggi dalla ricerca sono, tuttavia, ancora limitati e non conclusivi, anche a causa della carenza di studi empirici disponibili.
Il progetto si inserisce in questo contesto e si propone di contribuire all’avanzamento della conoscenza sul tema dell’innovazione dei modelli di business verso la circolarità sia con riferimento all’influenza del contesto istituzionale e della regolamentazione intesi come driver, sia concentrandosi sui processi interni (competenze, best practices) che governano le imprese verso la transizione.
Per contribuire al superamento dei limiti attuali, la ricerca mapperà ed analizzerà le evidenze esistenti per identificare pattern di comportamento, nei processi strategico-organizzativi delle imprese, che promuovano l’innovazione dei modelli di business orientata alla circolarità. La ricerca approfondirà la formazione di capacità organizzative e le modalità di collaborazione inter-aziendale tra cui, ad esempio, le relazioni di filiera, la partecipazione o la creazione di ecosistemi, l’adozione di approcci “open business model innovation” che favoriscono, con crescente rilevanza, l’innovazione dei modelli di business nella transizione verso l’economia circolare.
Si passa al campo della digitalizzazione, con il progetto che vede come PI la Prof.ssa Elisabetta Menetti, il cui obiettivo principale è l’allestimento di una edizione completa, digitale e commentata delle 214 dediche e novelle di uno degli scrittori di racconti italiani più rappresentativo del Rinascimento settentrionale: Matteo Bandello (Castelnuovo Scrivia 1484/5 – Agen 1561).
La ricerca, sviluppata in collaborazione con l’Università di Torino, si inserisce nel processo della transizione digitale delle opere letterarie italiane che custodiscono l’eredità storica e culturale di un periodo storico fondamentale per la successiva tradizione letteraria italiana ed europea.
La nuova edizione digitale darà la possibilità a tutte le studiose e a tutti gli studiosi di accedere a una edizione aggiornata nelle annotazioni (storiche e esegetiche), negli apparati filologici (censimento delle edizioni a stampa), negli apparati esegetici (censimento biografico dei personaggi storici e de dedicatari, censimento della datazione teorica delle lettere dedicatorie, censimento dei luoghi). Lo scopo è quello di offrire una aggiornata edizione dell’intera raccolta novellistica, che integri e completi le edizioni novecentesche che non sono in circolazione nel mercato editoriale o che presentano un commento limitato e non aggiornato agli ultimi studi e che, in ogni caso, sono reperibili solo in alcune biblioteche italiane (ma non ancora in open access) e che non sono sempre presenti nelle biblioteche estere.
La nuova edizione integrale commentata in un formato digitale open access è di decisiva importanza per l’avanzamento degli studi della narrativa italiana nella comunità scientifica europea e internazionale che potrà disporre, finalmente, di un testo rivisto e corretto sulle prime edizioni a stampa e di un commento completo, ricco e aggiornato, che raccolga con una puntuale ricognizione critica, filologica e storiografica tutte le acquisizioni (storiche, interpretative, esegetiche) conseguite fino ad oggi sul novelliere.
Inoltre, l’edizione scientifica digitale commentata rappresenta un lavoro preparatorio a un’edizione critica integrale dell’opera novellistica di Bandello. La ricerca si inserisce nell’ambito di un più ampio percorso sul ‘Racconto in Italia’, coordinato da Elisabetta Menetti in collaborazione con alcune università italiane (Bergamo, Bologna, Catania, Napoli, Trento) e alcune università straniere (Basilea, Strasburgo, Toronto) nonché nell’ambito delle ricerche sulle edizioni digitali del Centro DHMore.
Il progetto coordinato dal Prof. Matteo Al Kalak intende invece offrire alla comunità scientifica e al pubblico l’accesso a un archivio tra i più ricchi per lo studio dell’età moderna e contemporanea: l’Archivio del Dicastero per la Dottrina della Fede, che conserva le carte dell’Inquisizione Romana e dell’Indice.
L’obiettivo principale è la creazione di una digital library ad accesso libero che consenta una fruizione di materiali digitali tratti dalla documentazione dell’Inquisizione Romana e della Congregazione dell’Indice. Il piano di pubblicazione prevede, come punto di avvio, una prima fase riguardante i documenti del XVI secolo, ovvero i decenni iniziali dell’Inquisizione Romana. Ci si concentrerà anzitutto sulla messa online della serie Decreta (per tutto il XVI secolo): tale documentazione, articolata in registri, raccoglie le decisioni dell’Inquisizione dal 1548 in poi. A causa della dispersione che ha colpito gli archivi del Sant’Uffizio prima alla morte di Paolo IV (1559), poi in età napoleonica, i Decreta sono testimonianze privilegiate degli obiettivi della congregazione ai suoi esordi.
Saranno poi pubblicate alcune campionature di altre serie documentarie. In particolare, saranno inclusi materiali scelti dalla Stanza storica (soprattutto alcuni dei processi sopravvissuti alla dispersione documentaria); infine, si selezioneranno materiali riguardanti la censura e la Congregazione dell’Indice.
La scelta dei pezzi da includere avverrà a seguito del lavoro sul campo: l’obiettivo è infatti individuare pezzi che possano essere messi efficacemente in relazione con la serie dei Decreta, in modo da favorire una riflessione sui meccanismi di funzionamento della Congregazione e, dunque, permettere un’adeguata articolazione della digital library sulla base del nesso archivistico che intercorre tra le varie tipologie documentarie.
I documenti sulla censura saranno invece utilizzati come “caso-pilota” per indagare le relazioni tra la congregazione del Sant’Uffizio e altre congregazioni della Curia romana (in futuro si auspica per esempio un’estensione a Propaganda fide). La digital library sarà corredata da tool collaborativi in un’ottica di crowd-sourcing e di “terza missione”. Si prevede inoltre l’edizione critica del primo volume della serie Decreta, il cui testo sarà utilizzato per la creazione di mappe interattive (Atlante del dissenso) tramite estrazione automatica dei nomi di persona e di luogo, secondo le metodologie del text mining. L’Atlante sarà arricchito dalla ricostruzione della distribuzione geografica delle sedi inquisitoriali e dalle serie degli inquisitori locali.
Il progetto di ricerca coordinato dal Prof. Alfonso Botti, con la collaborazione della Prof.ssa Maria Chiara Rioli, che dal 1° novembre 2023 assumerà l’incarico di responsabile dell’unità di Unimore, analizza i rapporti che vennero a intrecciarsi in Europa e America Latina tra populismo, nazionalismo e cattolicesimo nel salazarismo, nel varguismo, nel franchismo e nel peronismo sul piano ideologico, culturale, pastorale e politico: per quanto riguarda la percezione che di questi intrecci ebbe la Santa Sede e in merito alle pratiche devozionali presenti nei quattro contesti, sia quelle che ricevettero impulso dalla Santa Sede, sia di quelle di carattere locale, legate a specifici culti nazionali.
Come afferma il Prof. Botti “il progetto si inserisce nel nuovo quadro interpretativo disegnato da una parte dagli studi sui rapporti tra nazione, nazionalismo, Chiesa cattolica e cattolicesimo, dall’altra dalla letteratura sulle implicazioni politiche di culti e devozioni”.
“In collaborazione con l’unità dell’Università di Tor Vergata guidata da Lucia Ceci, la ricerca – continua Maria Chiara Rioli – analizzerà la documentazione conservata negli archivi vaticani relativa ai casi di studio prescelti (Portogallo, Spagna, Brasile e Argentina)”.