> FocusUnimore > numero 18 – settembre 2021
Un innovativo progetto finalizzato allacoesione sociale, coordinato dalla Prefettura di Reggio Emilia, vede coinvolti come partner Unimore, il Centro interculturale Mondinsieme e la Fondazione E35 di Reggio Emilia.
L’iniziativa nasce dall’esigenza di affrontare la sfida dell’inclusione coinvolgendo istituzioni e attori sociali e rientra tra gli obiettivi del progetto FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) “Strategie Interculturali per costruire Coesione Sociale – SICCS”.
Nell’ambito del progetto, Unimore svolge un ruolo di particolare valore, in quanto sono previste attività di ricerca finalizzate ad approfondire la comprensione di fenomeni di marginalità sociale dei giovani del territorio e attività di formazione per dotare gli operatori pubblici di conoscenze e competenze idonee ad affrontare l’impatto delle trasformazioni sociali e culturali in atto nella società.
Le attività previste avranno durata annuale, con inizio nel mese di settembre, con una ricerca, la cui responsabilità è affidata a Unimore, attraverso il prof. Loris Vezzali, articolata in due parti: l’analisi dei fattori di rischio e degli indicatori di disagio sociale; lo studio e la valutazione dell’efficacia delle iniziative territoriali in atto.
“Il contributo che ci è stato chiesto – dichiara il prof. Loris Vezzali – è principalmente quello di migliorare la comprensione del fenomeno del rischio marginalità sociale dei giovani di origine straniera del territorio e valutare l’efficacia delle iniziative in essere. Unimore inoltre avrà un ruolo chiave nell’individuazione di soluzioni condivise e partecipate per rafforzare la coesione e prevenire conflitti e marginalità delle fasce più a rischio della popolazione”.
Da tempo il prof. Vezzali si occupa di queste tematiche e la sensibilità e le competenze costruite in anni di studio e ricerca lo portano ad avere una lettura attenta della situazione attuale: “i migranti affrontano una serie di problemi tipici legati, ad esempio, alla difficoltà di valorizzare la loro identità originaria all’interno del contesto ospitante. Questo non solo a causa di pregiudizi e discriminazioni, ma anche di difficoltà strutturali, quali i problemi che si possono incontrare nell’ottenere uno status di soggiorno sicuro o nel richiedere la cittadinanza. Tali difficoltà si associano a quelle che spesso fronteggiano i giovani, soprattutto in seguito alla pandemia, vale a dire le difficoltà legate alla socialità e all’impegno in iniziative coinvolgenti”.
Il territorio di Reggio Emilia, d’altra parte, è caratterizzato da una pluralità di iniziative sostenute da istituzioni e associazioni locali che promuovono l’interazione e il dialogo interculturale; emerge tuttavia la necessità di un coinvolgimento sempre maggiore delle comunità migranti nella definizione di una più incisiva strategia di promozione della convivenza. “Se è vero che Reggio Emilia – spiega il prof. Vezzali – ha in atto molteplici attività rivolte ai giovani, promosse dai tanti attori presenti sul territorio; tuttavia, queste sono spesso scarsamente legate tra di loro e, in quanto iniziative singole e talvolta estemporanee, possono perdere di efficacia. La sfida è capire se sia possibile metterle a sistema, creando un coordinamento tra gli enti che dialoghi anche in fase di formulazione di nuove proposte, questo potrebbe allargarne il raggio di azione e favorirne l’efficacia”.
L’intento della Prefettura di Reggio Emilia con questo progetto, oltre a favorire il dialogo interculturale per prevenire rischi di conflitto sociale, è quello di promuovere un approccio integrato nella governance del fenomeno migratorio sul territorio, rafforzando le reti esistenti e assicurando il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti. Un’iniziativa che non si limita, quindi, ad affidare la ricerca ad una istituzione e le azioni ad altri enti tenendo ben distinti i piani. In questo caso, attraverso la ricerca e il contributo di figure competenti, si cerca di coinvolgere più soggetti istituzionali e sociali per agire sul complesso fenomeno dell’interazione fra culture e generazioni.
SICCS – Strategie Interculturali per costruire Coesione Sociale, è un progetto che vede la Prefettura UTG di Reggio Emilia come ente capofila e UNIMORE, Fondazione Mondinsieme e Fondazione E35 come partner.
Con questa importante iniziativa che vede insieme diverse istituzioni e associazioni si vogliono prevenire fenomeni di marginalità sociale attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle comunità migranti, delle loro associazioni e delle comunità religiose del territorio, mettendo a sistema attività già in essere e costruendo una cornice di riferimento comune per la creazione di nuove iniziative.
Un progetto che prevede attività di ricerca sui fenomeni di marginalità sociale, di formazione e di messa in atto di azioni pilota.
Accanto all’attività di ricerca, la cui responsabilità scientifica è affidata a Unimore, sarà costruito un percorso formativo rivolto agli/ alle operatori/operatrici della Prefettura di Reggio Emilia e di altri enti pubblici della Provincia e un “Tavolo per il Dialogo Interreligioso” con la finalità di raccogliere, rappresentare e affrontare le questioni poste da tutta la comunità locale, nonché di rafforzare la partecipazione delle comunità migranti e delle comunità religiose alla vita culturale, sociale e civile del territorio.
Inoltre il progetto prevede la sperimentazione di azioni pilota innovative per l’interazione di giovani a rischio di marginalizzazione, realizzate in partenariato con associazioni, cooperative ed altri attori del territorio.
Infine, il progetto si prefigge, attraverso un percorso partecipativo, articolato in 5 incontri di confronto, di elaborare una pianificazione strategica sul dialogo interculturale e di programmare interventi di sostegno a tale dialogo.
Il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2020 (FAMI) è uno strumento finanziario istituito con Regolamento UE n. 516/2014 con l’obiettivo di promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio.
Il Fondo offre un supporto agli Stati per:
– rafforzare e sviluppare tutti gli aspetti del sistema europeo comune di asilo, compresa la sua dimensione esterna;
– sostenere la migrazione legale verso gli Stati membri in funzione del loro fabbisogno economico ed occupazionale e promuovere l’effettiva integrazione dei cittadini di Paesi terzi nelle società ospitanti;
– promuovere strategie di rimpatrio eque ed efficaci negli Stati membri, che contribuiscano a contrastare l’immigrazione illegale, con particolare attenzione al carattere durevole del rimpatrio e alla riammissione effettiva nei paesi di origine e di transito;
– migliorare la solidarietà e la ripartizione delle responsabilità fra gli Stati membri, specie quelli più esposti ai flussi migratori e di richiedenti asilo, anche attraverso la cooperazione pratica.