> FocusUnimore > numero 55 – febbraio 2025

Slow tourism, historical knowledge and digital humanities, new technologies and poly-linguistic  studies are at the centre of the three projects funded in the social sciences and humanities macrosector 
The text describes three research projects funded by Unimore through the FAR call, focusing on interdisciplinary  fields of social and human sciences. The first project, coordinated by Prof. Silvia Cavalieri, focuses on  inclusive slow tourism, exploring the impact of Diversity, Equity, and Inclusion (DEI) in sustainable tourism.  It uses digital media and artificial intelligence (AI) to improve accessibility to historical and natural itineraries  for people with various needs. The second project, coordinated by Prof. Matteo Al Kalak, investigates  the history of the Roman Inquisition through a digital library that collects documents from the Archive of  the Holy Office and local archives, offering new perspectives on the inquisitorial actions in peripheral areas.  The third project, led by Prof. Vincenzo Gannuscio, aims to create a multilingual corpus of non-institutional  political speeches in four languages (German, French, Spanish, and Italian), using advanced AI technologies  to analyse political persuasion strategies in non-parliamentary contexts. These projects aim to enhance  understanding and access to digital resources, using new methodologies to promote history, politics, and  tourism in a more inclusive and innovative way. 

I progetti di ricerca finanziati da Unimore attraverso il bando FAR – Fondo di Ateneo per la Ricerca 2024 – Linea Unimore per il Macrosettore ERC Scienze sociali e umanistiche – SH sono tre, ognuno dei quali ha ricevuto un finanziamento di 60mila euro.

Sono tre progetti tutti coordinati da docenti del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali di Unimore: il progetto “Inclusive Slow Tourism: route tourism between digital media and AI (SlowIT)” (Turismo Slow inclusivo: turismo di rotta tra media digitali e AI), coordinato dalla Prof.ssa Silvia Cavalieri, il progetto “Multi-Inquisition. The archives of the Holy Office between Roman center and outlying areas” (Multi-Inquisizione. Gli archivi del Sant’Uffizio tra centro romano e aree periferiche), coordinato dal Prof. Matteo Al Kalak e il progetto “Beyond Parliament: AI-Enhanced Multilingual Corpus Using Innovative Methodology for Non-Institutional Political Speeches in German, French, Spanish and Italian” (Oltre il Parlamento: Corpus multilingue potenziato dall’intelligenza artificiale con una metodologia innovativa per discorsi politici non istituzionali in tedesco, francese, spagnolo e italiano), coordinato dal Prof. Vincenzo Gannuscio.

Il progetto coordinato dalla Prof.ssa Silvia Cavalieri intende esplorare il ruolo della Diversità, Equità e Inclusione (DEI) nel turismo lento e itinerante. Quest’ultimo si riferisce a forme di viaggio sostenibili e consapevoli, come il cammino su percorsi storici, il cicloturismo o il turismo ferroviario su tratte panoramiche. La ricerca, di natura interdisciplinare, coinvolge ambiti quali l’anglistica, la letteratura e la filosofia per analizzare come i temi dell’inclusività e della sostenibilità vengano comunicati in vari ambienti digitali, tra cui siti web turistici, social media e nei contenuti generati dall’intelligenza artificiale (IA).

L’obiettivo è sviluppare strategie comunicative efficaci e linee guida per migliorare l’accessibilità del turismo itinerante, rendendolo fruibile a bambini, anziani e persone con disabilità, e mettendo in evidenza la ricchezza paesaggistica e culturale anche di quegli itinerari meno battuti. 

Lo studio esaminerà come i principi DEI e sostenibilità vengano integrati nei testi digitali sul turismo itinerante attraverso metodi di analisi linguistica quantitativa e qualitativa. A tal fine, saranno utilizzati strumenti di corpus linguistics per individuare schemi linguistici e discorsivi ricorrenti. L’analisi si estenderà anche a una prospettiva critica e multimodale del discorso, considerando l’interazione tra testo, immagini e altre risorse semiotiche nel loro contesto d’uso. Infine, il progetto adotterà un approccio letterario, esaminando come il viaggio e il turismo vengano raccontati nelle fonti letterarie e digitali, e un approccio filosofico, riflettendo sull’impatto dei media digitali e dell’intelligenza artificiale nella costruzione e diffusione della conoscenza.

“Grazie al finanziamento del progetto, sarà possibile condurre un’analisi linguistica innovativa che migliorerà la comprensione di come DEI e sostenibilità vengano veicolati nel turismo dei cammini e di altri percorsi itineranti – ha commentato la Prof.ssa Cavalieri -. La ricerca fornirà approfondimenti cruciali sulle strategie linguistiche che supportano le buone pratiche per rendere il turismo più inclusivo, svilupperà modelli per analizzare la DEI nella comunicazione turistica e creerà risorse e linee guida per la formazione di studenti e professionisti del settore. Questo, a sua volta, favorirà una maggiore valorizzazione del territorio, promuovendo pratiche turistiche più sostenibili e rispettose della diversità”.

Il progetto Multi-Inquisition coordinato dal Prof. Al Kalak intende promuovere una nuova comprensione della storia dell’Inquisizione romana attraverso un confronto sistematico tra i materiali prodotti dalla Congregazione del Sant’Uffizio e i documenti dei tribunali periferici. Sebbene gli studiosi si siano spesso interrogati sull’effettiva applicazione delle decisioni dell’Inquisizione nelle aree periferiche, le nuove prospettive offerte dalle digital humanities consentono di adottare un metodo strutturato che favorisce tale confronto e, di conseguenza, permette di avere una visione più completa e integrata dell’azione inquisitoriale e della sua effettiva influenza sulle strutture sociali e culturali.

Lo strumento principale con cui MULT_INQ intende coniugare conoscenza storica e digital humanities è l’implementazione di una biblioteca digitale ad accesso aperto (già prototipata e pubblicata al sito: addf.arianna4.cloud) che raccoglierà la documentazione conservata nell’Archivio del Sant’Uffizio e quella degli archivi locali dell’Inquisizione. La biblioteca digitale costituirà un punto di accesso unificato alla documentazione inquisitoriale – sia centrale che locale – con l’obiettivo esplicito di favorire un’intersezione di dati, da cui ci si aspetta nuove prospettive di ricerca e una conoscenza più articolata dell’azione del Sant’Uffizio stesso.

Il progetto è articolato in tre azioni: la prima azione prevede la digitalizzazione della serie dei Decreta della Congregazione romana, testimone privilegiato dell’azione istituzionale dell’Inquisizione romana e chiave di accesso indispensabile alla conoscenza dell’attività del tribunale. Ogni unità archivistica sarà catalogata per costruire un insieme di luoghi, soggetti e persone che consentirà di incrociare i dati con altri materiali inclusi nella biblioteca digitale. Tale azione permetterà inoltre di stabilire altre connessioni con materiali inclusi nella biblioteca digitale e conservati in sedi periferiche. La cronologia considerata coprirà l’intero XVI secolo, cioè il periodo di fondazione del Sant’Uffizio.

La seconda azione riguarda la selezione, la digitalizzazione e la metadatazione dei documenti inquisitoriali conservati negli archivi periferici del tribunale. I casi saranno scelti da (almeno) tre collezioni documentarie (al momento è in corso di lavorazione l’Archivio inquisitoriale conservato presso l’Archivio di Stato di Modena e sono in corso di acquisizione alcuni documenti dell’Inquisizione di Udine, conservati nel locale Archivio Diocesano.

La terza azione prevede l’importazione dei materiali digitalizzati nella biblioteca digitale del progetto. In questa fase si procederà alla valutazione del prototipo esistente e all’implementazione della biblioteca digitale, in vista della creazione di un punto di accesso “federativo” ai materiali prodotti dall’Inquisizione. Sono inoltre in corso contatti con altre istituzioni e progetti internazionali, con la finalità di avviare nuove forme di collaborazione e interoperabilità.

Le potenzialità del digitale – spiega il Prof. Matteo Al Kalakpermettono una visione unitaria di fenomeni storici, la cui documentazione si è depositata, nel corso del tempo, in sedi diverse. L’ambizione è quella di offrire uno strumento con cui gli studiosi possano più facilmente accedere alle testimonianze prodotte dall’Inquisizione Romana nella sua attività di controllo e disciplinamento di idee, comportamenti e letture nel corso di quasi quattro secoli di attività”.

Inserendosi nel filone dei più recenti studi politolinguistici, il progetto coordinato dal Prof. Vincenzo Gannusciosi propone di creare un corpus collaborativo di discorsi politici non istituzionali in lingua tedesca, francese, italiana e spagnola, avvalendosi delle più avanzate innovazioni tecnologiche potenziate dall’Intelligenza Artificiale. Il corpus, concepito in una prospettiva transpartitica, consentirà di facilitare e approfondire l’analisi, anche in chiave contrastiva, del linguaggio e delle strategie discorsive adottate dai politici europei ed extraeuropei per esercitare la persuasione e conquistare il sostegno dell’elettorato.

Al fine di comprendere meglio come il linguaggio venga utilizzato come strumento di formazione delle opinioni e di persuasione nei contesti politici, il responsabile scientifico e le studiose partecipanti al progetto, Ulrike Kaunzner, Silvia Modena, Gloria Julieta Zarco, fanno parte, da diversi anni, di una rete internazionale dedicata all’analisi contrastiva del linguaggio politico. Da questa collaborazione e dal costante confronto scientifico è emerso che gli studi sulla comunicazione politica orale al di fuori dei contesti parlamentari o istituzionali sono ancora estremamente limitati.

L’interesse per il discorso politico orale non istituzionale nasce dall’idea che sia particolarmente rilevante analizzare dichiarazioni pronunciate in contesti meno controllati, dove i meccanismi di dissimulazione del sostrato ideologico sono meno marcati. Al contrario, i discorsi parlamentari, oltre a essere generalmente trascritti e rivisti da stenografi – eliminando così molte caratteristiche tipiche dell’oralità – sono spesso scritti in anticipo e letti ad alta voce durante i consessi ufficiali. Si tratta dunque di testi concepiti per la scrittura ma espressi oralmente, in cui le strategie di dissimulazione risultano più raffinate grazie a un’attenta pianificazione del contenuto. Per questo motivo, mettere a disposizione della comunità scientifica discorsi orali non istituzionali rappresenta un’opportunità significativa per ampliare le possibilità di ricerca.

Ad oggi, il discorso orale non istituzionale è una delle tipologie testuali meno studiate, poiché i ricercatori che operano in questo ambito devono spesso realizzare trascrizioni dettagliate per i loro studi, un processo che avviene quasi esclusivamente in modo manuale e solo raramente con il supporto di software di trascrizione automatica. Tuttavia, questi strumenti possono contribuire alla creazione di ampi corpora di lingua parlata, riducendo i tempi e le difficoltà legate alla trascrizione manuale. Inoltre, i materiali così ottenuti rimangono spesso in possesso esclusivo dei loro autori e solo di rado vengono resi disponibili alla comunità scientifica.

“Il finanziamento di Unimore gioca un ruolo cruciale nel colmare questa lacuna – ha commentato il Prof. Gannuscio -, sostenendo un progetto volto a condurre un’analisi approfondita degli aspetti scientifici e tecnici connessi alla creazione di un corpus multilingue collaborativo. Questo corpus offrirà ai ricercatori impegnati nello studio dei discorsi politici orali non istituzionalizzati la possibilità di condividere e rendere accessibili le fonti raccolte e trascritte, favorendone l’utilizzo comune. Il progetto rappresenta non solo un’opportunità per consolidare la cooperazione già esistente con colleghi tedeschi, francesi e latinoamericani – i quali hanno espresso un concreto interesse nella creazione congiunta di un corpus e nella condivisione di materiali provenienti da studi multilingue precedenti – ma anche un’occasione per acquisire competenze fondamentali e sfruttare al meglio le potenzialità dell’Automatic Speech Recognition, rese possibili dagli sviluppi più recenti dell’Intelligenza Artificiale”.

Slow tourism, conoscenza storica e digital humanities, nuove tecnologie e studi politolinguistici al centro dei tre progetti finanziati nel macrosettore scienze sociali e umanistiche