> FocusUnimore > numero 30 – ottobre/novembre 2022
Green transition: Unimore protagonist of the EcosistER project in a network with other universities in the region
At the end of 2021, the Ministry of Universities and Research (MUR) website published a call for ‘submitting proposals for action to create and strengthen territorial innovation ecosystems’ to finance the creation of 12 territorial, regional or supra-regional innovation ecosystems. The highest score was achieved by the Emilia-Romagna Region’s EcosistER project, which will bring over 100 million euro in resources to the region to support the green transition of the regional economic and social system. In particular, EcosistER will cover advanced and sustainable materials, green manufacturing, systems and components for the conversion and use of energy from renewable sources, intelligent mobility, housing and energy solutions for a carbon-free society, circular economy and blue economy, data analysis and supercomputing to foster the green transition. The project is the result of great teamwork that has brought together the entire network of regional universities and is organised according to the Hub&Spoke model. The Hub is the ‘implementing party’ responsible for initiating, implementing and managing the Innovation Ecosystem. Spokes are the ‘implementing actors’ involved in the implementation of the Research and Innovation Programme. There are six project spokes and they all see the active participation of Unimore, which is the leader of spoke 2 (Clean Energy Production, Storage and Savings) and co-leader of spoke 6 (HPC and data technology-based green transition). The project will bring Unimore more than 12 million euro in resources to be committed to research and innovation. Within Unimore, the operation is coordinated by Prof. Mauro Dell’Amico. The heads of the six spokes are, respectively: Prof. Luigi Rovati, Prof. Marcello Romagnoli, Prof. Cristian Secchi, Prof. Mauro Dell’Amico, Prof. Annamaria Ferrari and Prof. Luca Selmi together with Prof. Alice Ruini.
Alla fine del 2021 sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) è stato pubblicato il bando per la “presentazione di proposte di intervento per la creazione e il rafforzamento di Ecosistemi dell’innovazione territoriali”, previsto tra le misure di ricerca in filiera del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con un investimento di 1,3 miliardi di euro. Attraverso questo avviso pubblico il MUR finanzia la creazione di 12 Ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale, regionale o sovraregionale, di cui 5 nel Mezzogiorno.
Il punteggio più alto è stato ottenuto dal progetto EcosistER della Regione Emilia-Romagna, che farà arrivare sul territorio risorse per oltre 100 milioni di euro, con cui sostenere la transizione ecologica del sistema economico e sociale regionale.
Il progetto prevede finanziamenti a favore di centri di ricerca e imprese, per un trasferimento di conoscenze che contribuisca nei prossimi anni alla riconversione dei processi produttivi, alla creazione di buona occupazione, all’ammodernamento dei servizi dedicati alla salute, a nuovi tempi di vita, a una pubblica amministrazione più efficiente e ad azioni più efficaci per la tutela dell’ambiente.
In particolare EcosistER riguarderà materiali avanzati e sostenibili, manifattura green, sistemi e componenti per la conversione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, mobilità intelligente, soluzioni abitative ed energetiche per una società carbon free, economia circolare e blu economy, analisi dati e supercalcolo per favorire la transizione ecologica
Il progetto vede oltre 750 persone coinvolte, di cui circa 300 ricercatrici e ricercatori. Il soggetto proponente è l’Università di Bologna, ma il progetto è il risultato di un grande lavoro di squadra che ha messo insieme l’intera rete degli Atenei regionali – l’Università di Ferrara, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Parma, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Politecnico di Milano sedi di Piacenza – e il CNR, con ENEA e INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare), con il coordinamento della Regione attraverso ART-ER, la società consortile regionale per la crescita sostenibile, l’innovazione e l’attrattività.
L’ampio partenariato coinvolto mette a sistema le competenze e le infrastrutture tecnologiche dell’Emilia-Romagna Data Valley (Big Data, supercomputer e capacità di supercalcolo), attraverso la Rete regionale Alta Tecnologia, i Tecnopoli come asset fondamentali per la transizione ecologica.
Il progetto è organizzato secondo lo schema Hub&Spoke. L’Hub è il «soggetto attuatore» responsabile dell’avvio, dell’attuazione e della gestione dell’Ecosistema dell’Innovazione.Gli Spoke sono i “soggetti realizzatori” coinvolti nella realizzazione del Programma di Ricerca e Innovazione.Gli spoke del progetto sono sei e vedono tutti la partecipazione attiva di Unimore che inoltre è leader dello spoke 2 e co-leader dello spoke 6.
Lo Spoke 1- Materiali per la sostenibilità e la transizione ecologica – è strettamente legato all’area prioritaria di specializzazione regionale “Innovazione sui materiali” e si rivolge a temi chiave legati alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, rispondendo alle esigenze di materiali innovativi e intelligenti.
Per quanto riguarda lo Spoke 2 – Produzione, stoccaggio e risparmio di energia pulita – le politiche regionali individuano l’energia tra i settori prioritari su cui investire per stimolare l’utilizzo di fonti energetiche pulite e rinnovabili, l’ottimizzazione del loro utilizzo e l’autoproduzione.
La vocazione principale dello Spoke 3- Green manufacturing for a sustainable economy – è quella di sviluppare attività di ricerca finalizzate all’implementazione e al consolidamento di un contesto di green manufacturing orientato a un’economia sostenibile e circolare.
Lo Spoke 4 – Smart mobility, housing and energy solutions for a carbon-neutral society – mette al centro i valori relazionali e produttivi del territorio della Regione Emilia-Romagna in cui mobilità, modelli abitativi e soluzioni volte alla neutralità climatica sono destinati a sviluppare una città sana e attiva.
L’obiettivo principale dello Spoke 5 – Circular economy & Blue Economy – è consolidare e promuovere una rete di innovatori per migliorare la trasformazione delle attività economiche verso l’economia circolare, con particolare attenzione ai settori della crescita blu, del turismo e dell’agricoltura.
Lo Spoke 6 – Transizione ecologica basata sull’HPC e sulla tecnologia dei dati – mira a rafforzare le sinergie tra le principali infrastrutture regionali di HPC e HTC con le sue università e gli istituti di ricerca e migliorare la capacità della Regione di attrarre e trattenere i migliori talenti in grado di padroneggiare la modellazione, la simulazione, l’analisi dei dati e il loro utilizzo nei “digital-tween”, contribuendo così a una crescita sostenuta dell’innovazione attraverso la ricerca scientifica di base in questo settore.
Il progetto porterà a Unimore più di 12 Milioni di euro di risorse da impegnare nella ricerca ed innovazione. All’interno dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia l’operazione è coordinata dal Prof. Mauro Dell’Amico, mentre i responsabili dei sei spoke sono, rispettivamente: il Prof. Luigi Rovati, il Prof. Marcello Romagnoli, il Prof. Cristian Secchi, il Prof. Mauro Dell’Amico, la Prof.ssa Annamaria Ferrari e il Prof. Luca Selmi insieme alla Prof.ssa Alice Ruini.
“Il progetto PNRR EcosistER, con oltre 12 milioni di finanziamento è uno dei principali progetti di ricerca nell’ambito PNRR e il più grande progetto attualmente in carico ad Unimore. I temi della transizione ecologica, della sostenibilità e dell’economica circolare sono alla base del progetto, che prevede un forte impulso alle attività di collaborazione con il territorio e di trasferimento tecnologico. Unimore è fortemente impegnata su questa iniziativa che vede coinvolti 7 dipartimenti (Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, Dipartimenti di Ingegneria Enzo Ferrari, Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche, Dipartimento di Scienze della Vita, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche e Dipartimento di Economia Marco Biagi) con oltre 70 ricercatori di ruolo, 22 nuovi ricercatori, 6 tecnologi e numerosi PhD ed assegnisti di ricerca. Si tratta di un’occasione unica di poter utilizzare risorse europee, per poter sviluppare ulteriormente la nostra ricerca e al tempo stesso dimostrare concretamente come nuove tecnologie e metodi possano dare un impulso significativo alla crescita sostenibile” – ha commentato il Prof. Dell’Amico.