> FocusUnimore > numero 22 – gennaio 2022
A digital archive of child drawing
A research group coordinated by Professor Stefano Calabrese, teacher of Narrative Communication at DESU (Department of Education and Human Sciences), has set up a digital archive of children’s drawing that will be used to study the evolution of graphic representations of children, thanks to the many disciplines involved, such as the psychology of evolution, the neuro-cognitive narratology, the morphology of visual representation, the social history and anthropology of the imaginary.
The natural location of the Archive will be the International Centre Loris Malaguzzi, headquarters of Reggio Children which, together with Officine Reggiane, is the main partner of the Archives.
The main objective of the open-access Digital Archive is to set up a database of visual narratives produced by children aged 0-14 all over the world – starting with schools connected with Reggio Children SRL, in particular the United States and Japan, that will enable educators, researchers and teachers to learn about the evolution of visual language and have access to a heritage of individual and collective memories.
Cosa e come disegnano i bambini? Come evolve il disegno nel corso dello sviluppo individuale? Quali sono le principali caratteristiche delle rappresentazioni grafiche infantili a livello tematico e a livello strutturale?
Queste sono solamente alcune delle domande che hanno portato il Prof. Stefano Calabrese, Ordinario di Comunicazione narrativa presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore, e il gruppo di ricerca da lui coordinato a progettare la costituzione di un Archivio digitale del disegno infantile che consenta alla comunità scientifica internazionale e a un pubblico di utenti dalle molteplici competenze di studiare l’evoluzione delle rappresentazioni grafiche infantili.
Il visual storytelling può essere considerato un linguaggio adamitico e inappreso, sulla base del quale – come mostrano recenti ricerche neuro-cognitiviste – non solo apprendiamo a grammaticalizzare il linguaggio verbale bensì a raccontare fin dai primi anni di vita la realtà percepita, fornendone valutazioni emotive e traendone indicazioni utili alla formazione identitaria dei bambini e delle bambine.
“Fino a vent’anni fa – sostiene Calabrese – i test di neuro-imaging rilevavano un’attivazione delle aree della visione nel corso della lettura di testi verbali solo nel caso delle lingue ideogrammatiche orientali, in particolare cinese e giapponese, mentre oggi i test di lettura sui media digitali rivelano una sorprendente attivazione delle aree visive. Per questo Joseph Magliano e Lester Loschky, cognitivisti statunitensi, sono diventati dei convinti assertori circa la necessità di introdurre nel syllabus scolastico della prima e media infanzia il visual storytelling come utensile altamente redditizio in termini di acquisizione delle capacità di decodifica, ragionamento causale, identificazione empatica, ricorso a focalizzazioni multiple e quindi miglioramento del Mind Reading, ossia della capacità di leggere le intenzioni altrui. Il differenziale da cui partono questi studiosi è non tanto la distinzione tra print e visual media, bensì tra media che comportano un contributo attivo dei lettori (come il disegno sequenziale e i graphic novels) e media che addirittura impediscono al fruitore di gestire il testo e la sua decodifica (come il cinema)”.
La costituzione dell’Archivio è dunque parallela alla convinzione che il disegno vada reintrodotto o potenziato nei curricula scolastici della fascia 0-14, come da anni propongono istituzioni quali Reggio Children SRL – innanzitutto nella persona della sua Presidente Claudia Giudici – Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia e Officina Educativa del Comune di Reggio Emilia, partners principali dell’Archivio, puntualmente caldeggiato dall’Assessora all’Educazione Conoscenza Città Universitaria e Sport Raffaella Curioni.
Se a Modena è nato il primo studio italiano sul disegno infantile (Corrado Ricci, L’arte dei bambini, 1887), a Reggio Emilia si sono sedimentate esperienze disegnative nella fascia anagrafica 0-14 che non aspettavano altro che di essere digitalizzate e messe a disposizione della comunità scientifica internazionale.
La sede naturale dell’Archivio sarà dunque il Centro Internazionale Loris Malaguzzi. Immaginiamo un utente dell’Archivio tra un secolo: potrà studiare il modo in cui i bambini che frequentano attualmente la Scuola dell’infanzia o la Primaria hanno ad esempio rappresentato il Covid, o valutare a quale età i volti hanno iniziato a popolarsi delle sue componenti principali (naso, occhi, bocca, orecchie) o quando i rapporti di causa/effetto hanno fatto la loro comparsa nei disegni sequenziali. Psicologia dell’evoluzione, narratologia di impostazione neuro-cognitivista, morfologia della rappresentazione visiva, storia sociale e antropologia dell’immaginario – sono solo alcune delle discipline coinvolte nel progetto.
Obiettivo principale dell’Archivio digitale open access è di costituire una banca dati di visual narratives prodotte da bambini di età 0-14 in ogni parte del mondo – cominciando dalle scuole collegate con Reggio Children SRL, in particolare statunitensi e giapponesi – identificando le fasi evolutive delle rappresentazioni grafiche attraverso una metadatazione capillare e bilingue (italiano e inglese), in cui risultino evidenziati tra l’altro la morfologia del tratto grafico, la disposizione spaziale del disegno sulla pagina, i principali elementi contenutistici, la tipologia di “realismo” (fortuito, intellettuale, visivo ecc.), le scelte cromatiche, l’orientamento verticale o orizzontale degli scribbles (gli scarabocchi che contraddistinguono il disegno infantile fino ai 4 anni) ecc., in modo tale insegnanti, educatori ed educatrici, ricercatori e ricercatrici possano, a vario titolo, conoscere la grammatica evolutiva del linguaggio visivo e avere accesso a un patrimonio di memorie individuali e collettive.