> FocusUnimore > numero 46 – aprile 2024
An innovative project on the recycling of WEEE, waste electrical and electronic equipment and electronic equipment to create innovative re-use process chains.
The “Enzo Ferrari” Department of Engineering of Unimore hosted the workshop of the PINECOR project – Integrated ECO-efficient WEEE Recovery Process – co-funded by the Ministry for the Environment and Energy Security (MASE), of which it is the lead partner, and which involves Treee Srl, Italy’s leading industrial group in the WEEE sector, and Tre-Effe Forniture Idrauliche Industriali Srl. PINECOR, thanks to an investment of Euro 550,000 of which about Euro 250,000 of ministerial co-financing, proposes to develop technological solutions focused on optimising the recovery and purification treatments of glass, metals and siliceous fractions from the recycling of WEEE, waste from electrical and electronic equipment, with the purpose of creating innovative reuse process chains. PINECOR aims to reduce waste and optimise secondary material recovery processes evolving towards environmental, economic and social sustainability.
Il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore ha ospitato nel mese di marzo il workshop finale del progetto PINECOR – Processo INtegrato ECO-efficiente Recupero RAEE -, cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), che vede coinvolti Unimore, come capofila, insieme a Treee Srl, gruppo industriale leader in Italia nel settore RAEE e Tre-Effe Forniture Idrauliche Industriali Srl.
PINECOR, che ha visto un investimento di 550mila euro dei quali circa 250mila di cofinanziamento ministeriale, si propone di sviluppare delle soluzioni tecnologiche focalizzate all’ottimizzazione dei trattamenti di recupero e di purificazione del vetro, dei metalli (di base e preziosi) e delle frazioni silicee dal riciclaggio dei RAEE, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, al fine di creare innovative catene di processi di riutilizzo. PINECOR intende ridurre gli sprechi ed ottimizzare i processi di recupero delle materie seconde evolvendo in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il progetto PINECOR, al termine, ha raggiunto interessanti risultati grazie alle competenze trasversali acquisite in un lungo percorso da uno staff di chimici ed ingegneri del DIEF – Luisa Barbieri, Isabella Lancellotti, Cristina Leonelli, Roberto Giovanardi, Paolo Pozzi, Fernanda Andreola – che hanno coordinato l’attività dell’assegnista del progetto, l’Ing. Maria Chiara Canu: il processo messo a punto, sostenibile a livello ambientale, permette di recuperare selettivamente il rame contenuto nei RAEE” – ha commentato la coordinatrice del progetto Prof.ssa Luisa Barbieri.
Il rame, materiale per il quale il recupero è giustificabile a livello economico, essendo presente in quantità non trascurabili nei RAEE, viene portato in soluzione attraverso un processo di lisciviazione che non fa uso di reagenti tossici o cancerogeni e poi depositato allo stato solido mediante un processo galvanico che può essere condotto nella medesima vasca di lisciviazione (Figura 1).
“Durante il progetto – continua la Prof.ssa Barbieri – sono state inoltre eseguite prove di separazione sui RAEE preventivamente macinati in modo da destinare al recupero del rame solo quella frazione di RAEE che contiene metalli ed evitare di far operare il processo sulla frazione che contiene anche materiali polimerici”.
Nel corso dell’evento finale del progetto, dopo la presentazione del Centro di coordinamento RAEE, con il suo direttore l’Ing. Fabrizio Longoni, sono stati affrontati diversi aspetti del progetto PINECOR con: la Prof.ssa Barbieri, l’Ing. Teresa Sessa, project manager di Treee Srl, l’assegnista Ing. Maria Chiara Canu, Giovanna Ferraroli, responsabile commerciale di Tre Effe srl e il suo consulente Dott. Luca de Benedittis, il Prof. Alberto Muscio, responsabile di EELab – Laboratorio per l’Efficienza Energetica di Unimore e la Dott.ssa Chiara Ferrari, consulente EELab.
Tra i vari aspetti considerati c’è anche la valorizzazione della frazione vetrosa per la colorazione superficiale di tegole per copertura di tetti in ambito di cool roofs: si è cercato di sondare nell’ambito dei cool roofs, i cosiddetti “tetti freddi”, come rimedio all’isola di calore urbano con una forte interazione tra mondo accademico (in questo caso con EELab – Laboratorio per l’Efficienza Energetica del DIEF) e industriale.
Una prima fase, sviluppata in INCO Industria Colori S.p.A. (Pavullo nel Frignano – Modena), ha visto la messa a punto di engobbi colorati opachi per l’applicazione superficiale su tegole. Dal punto di vista tecnico i prodotti mostrano parametri che rientrano negli standard richiesti. In merito all’aspetto ecologico è stato raggiunto un ottimo risultato sostituendo il vetro standard utilizzato fino ad ora (e ottenuto da materie prime naturali e pure) nelle normali formulazioni, con il vetro RAEE per circa il 60% dell’intera formula.
La seconda fase è consistita in test preliminari seguiti da prove pre-industriali di realizzazione di tegole (Figura 2) ottenute con un ciclo di produzione standard e con tutto il relativo processo preparativo industriale da Fornaci Briziarelli Marsciano SpA, (Marsciano, Perugia). I laterizi, dopo cottura, non si incollano tra loro (segno inequivocabile dell’ottimizzazione dell’ingegnerizzazione della miscela colore e parte vetrosa degli engobbi forniti). I parametri di assorbimento di acqua, resistenza a flessione, abrasione dei provini ottenuti rientrano ampiamente nei limiti imposti dalle normative vigenti in materia.
Si è dato spazio infine a “L’approccio dei Comuni in ambito di edilizia sostenibile” con l’Arch. Gianluigi Roli, responsabile Struttura Lavori Pubblici, Patrimonio e Ambiente del Comune di Spilamberto (Mo). A chiudere l’appuntamento è stato il Dott. Carlo Zaghi, Direttore Divisione III “Vigilanza sulla pianificazione della gestione dei rifiuti e tracciabilità” della Direzione Generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “La Fornace sta attualmente ultimando le prove di caratterizzazione delle tegole smaltate – conclude la Prof.ssa Barbieri – e abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse da altri impianti nazionali di RAEE per proseguire la ricerca di valorizzazione di frazione vetrose anche di altri elementi, come le fonti luminose”.