> FocusUnimore > numero 9 – novembre 2020
A partire da questo numero, inizia una serie di articoli di approfondimento sul dottorato e sul suo ruolo nella ricerca e nell’alta formazione.
“Il dottorato di ricerca – spiega il Prof. Giuseppe Biagini, referente dei coordinatori e delle coordinatrici dei corsi di dottorato Unimore – nasce originariamente come percorso formativo dedicato allo sviluppo di una carriera accademica. La sua diffusione è stata confinata a poche realtà accademiche sino agli anni Sessanta, per poi diffondersi dapprima nelle università anglosassoni e successivamente anche nelle nostre realtà universitarie.
In seguito all’espandersi del reclutamento dei corsi di dottorato, ed all’evoluzione delle politiche della ricerca accademica, anche la funzione di questo livello avanzato di formazione si sono modificate per poter rispondere al meglio alla continua e rapida evoluzione delle università e della società nel complesso”.
I Corsi di Dottorato di ricerca sono diventati, infatti, uno degli elementi più qualificanti di un ateneo: hanno l’obiettivo di fornire le competenze necessarie per esercitare attività di ricerca di alta qualificazione presso soggetti pubblici o privati e nelle libere professioni, contribuendo alla realizzazione dello Spazio Europeo dell’Alta Formazione e dello Spazio Europeo della Ricerca.
Istituiti in Italia nel 1980, i dottorati di ricerca oggi sono regolati dall’art. 19 della L. 240/2010, secondo il quale i corsi di dottorato possono essere istituiti dalle Università previo accreditamento da parte del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca (oggi MUR), su conforme parere dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR). Le modalità per l’accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato sono invece state definite dal Decreto Ministeriale n. 45/2013, “Regolamento recante modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato e criteri per la istituzione dei corsi di dottorato da parte degli enti accreditati”.
In conformità a quanto previsto nel decreto ministeriale, Unimore ha definito, nel Regolamento di Ateneo sui dottorati di ricerca, le modalità e i requisiti per l’istituzione e l’attivazione dei corsi di dottorato, le modalità di accesso e di conseguimento del titolo, la durata e le altre norme generali di organizzazione e funzionamento dei Corsi.
“In tempi recenti – prosegue il Prof. Biagini – le politiche di sviluppo dei corsi di dottorato sono state orientate ad integrare nei percorsi formativi relazioni sempre più strutturate con fornitori di servizi (amministrazioni pubbliche, terzo settore, attività imprenditoriale), realtà industriali e reti accademiche, con lo scopo di offrire un’offerta formativa sempre più arricchita da competenze complementari. In particolare, gli strumenti utilizzati per l’evoluzione dei corsi di dottorato in tale direzione sono: gli accordi internazionali tra università ed aziende, i quali hanno consentito iniziative specifiche come lo svolgimento di periodi di attività di ricerca all’estero ad un numero crescente di studenti di dottorato; la realizzazione di accordi con la Regione Emilia-Romagna, con il finanziamento di progetti triennali di dottorato di ricerca su temi di sviluppo specifici, nonché le iniziative di mentoring che hanno consentito ai dottorandi il confronto con studiosi italiani che operano negli Stati Uniti d’America; le convenzioni con aziende e terzo settore, con le quali sono stati reclutati studenti e studentesse di dottorato su progetti di tipo industriale”.
Particolarmente interessante è stata l’introduzione del Dottorato internazionale: l’Università può attivare corsi di dottorato, previo accreditamento, con Università ed enti di ricerca esteri di alta qualificazione e di riconosciuto livello internazionale, nel rispetto del principio di reciprocità, sulla base di convenzioni, anche in co-tutela di tesi. I dottorati internazionali prevedono un’effettiva condivisione delle attività formative e di ricerca, l’equa ripartizione degli oneri, le modalità di regolazione delle forme di sostegno finanziario, le modalità di scambio e mobilità di docenti e dottorandi e il rilascio del titolo congiunto o di un doppio o multiplo titolo dottorale.
Lo stesso DM regolamenta il Dottorato in collaborazione con le imprese, il dottorato industriale e l’apprendistato di alta formazione.L’Università può infatti attivare corsi di dottorato in convenzione con imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo, e anche attivare corsi di dottorato industriale, con la possibilità di destinare una quota dei posti disponibili, sulla base di specifiche convenzioni, ai dipendenti di imprese impegnati in attività di elevata qualificazione, che sono ammessi al dottorato a seguito di superamento della relativa selezione. Le convenzioni finalizzate ad attivare questi percorsi stabiliscono, tra l’altro, le modalità di svolgimento delle attività di ricerca presso l’impresa e, la ripartizione dell’impegno complessivo del dipendente e la durata del corso di dottorato relativamente ai posti coperti da dipendenti delle imprese. Rimane in ogni caso la possibilità, già prevista dall’articolo 5 del decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 167, di attivare corsi di dottorato in apprendistato con istituzioni esterne e imprese. I contratti di apprendistato, nonché i posti attivati sulla base delle convenzioni, sono considerati equivalenti alle borse di dottorato ai fini del computo del numero minimo necessario per l’attivazione del corso.
Unimore sta lavorando alacremente per promuovere e utilizzare questi strumenti, e fare così crescere l’offerta di corsi di dottorato e la qualità della formazione dei nostri dottori e dottoresse di ricerca.
Per il XXXVI ciclo (a.a. 2020/21) Unimore ha infatti attivato 13 corsi di dottorato afferenti a 10 Dipartimenti, cui si aggiungono due Corsi di Dottorato di ricerca interateneo con sede amministrativa esterna; nel box sotto riportato è contenuta una panoramica dei dottorati oggi attivi.
In ben sei casi, sono stati stipulati accordi con Università europee ed extraeuropee finalizzati al rilascio del doppio titolo dottorale, a testimonianza del forte impegno di Unimore verso la dimensione internazionale della ricerca.
L’innovatività ha costituito l’elemento-guida di tali iniziative e ha consentito di valorizzare il conseguimento della formazione nel dottorato di ricerca come strumento per garantire un buon equilibrio tra specializzazione ed eclettismo, un elemento indispensabile ad assicurare la capacità di risoluzione dei problemi in realtà diversificate della nostra realtà avanzata.
Il dialogo con il prof. Paolo Pavan, delegato alla ricerca del Rettore, che segue, prova ad analizzare il significato strategico del dottorato fuori e dentro il mondo accademico, e il rapporto tra il dottorato di ricerca in Unimore e il tessuto produttivo del territorio su cui il nostro ateneo insiste.
Corsi di Dottorato XXXVI ciclo 2020/2021 |
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CLINICAL AND EXPERIMENTAL MEDICINE (CEM) – MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE Giuseppe Biagini Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze DOPPIO TITOLO ANGERS FRANCIA (da 35 ciclo) – ART. 10 D.M 45\2013 |
INFORMATION AND COMMUNICATION TECHNOLOGIES (ICT) Sonia Bergamaschi Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” DOPPIO TITOLO UNIV. PARANA’ BRASILE – ART. 10 D.M 45\2013 • Corso appartenente a Scuola di Dottorato – E4E |
INGEGNERIA DELL’INNOVAZIONE INDUSTRIALE Franco Zambonelli Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria DOPPIO TITOLO CON VICOSA BRASILE (da 35° ciclo) – ART. 10 D.M 45\2013 • Corso appartenente a Scuola di Dottorato – E4E |
INGEGNERIA INDUSTRIALE E DEL TERRITORIO Alberto Muscio Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” DOPPIO TITOLO UNIV. FUZHOU CINA (Rinnovo dal 35° ciclo) – ART. 10 D.M 45\2013 DOPPIO TITOLO UNIV. PARANA’ BRASILE – ART. 10 D.M 45\2013 • Corso appartenente a Scuola di Dottorato – E4E |
LAVORO, SVILUPPO E INNOVAZIONE Tindara Addabbo Dipartimento di Economia “Marco Biagi” • Corso appartenente a Scuola di Dottorato – E4E |
MODELS AND METHODS FOR MATERIAL AND ENVIRONMENTAL SCIENCES Alfonso Pedone Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche DOPPIO TITOLO UNIV. LILLE FRANCIA – ART. 10 D.M 45\2013 |
MOLECULAR AND REGENERATIVE MEDICINE Michele De Luca Dipartimento di Scienze della Vita |
NEUROSCIENZE Michele Zoli Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze |
PHYSICS AND NANO SCIENCES Stefano Frabboni Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche |
SCIENZE UMANISTICHE Marina Bondi Dipartimento Studi linguistici e culturali |
SCIENZE, TECNOLOGIE E BIOTECNOLOGIE AGRO-ALIMENTARI Alessandro Ulrici Dipartimento di Scienze della Vita |
REGGIO CHILDHOOD STUDIES Alberto Melloni Dipartimento di Educazione e scienze umane |
SCIENZE GIURIDICHE (in convenzione con Parma) Alberto Tampieri Dipartimento di Giurisprudenza |
MATEMATICA (in convenzione con UNIFE e UNIPR sede amm) Cristian Giardinà Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche, Matematiche |
AUTOMOTIVE ENGINEERING FOR INTELLIGENT MOBILITY (SEDE BOLOGNA) Consorzio con UniBO e UniPR (per 1 ciclo; attivato dal 34° ciclo) |
Knowledge broker, sviluppatori/trici – facilitatori/trici della ricerca, più generalmente personale tecnico-amministrativo. Molti nomi per significare il lavoro di supporto alla ricerca, che richiede competenze trasversali. Si guadagnano con l’esperienza, l’interesse, e a volte con un PhD.
Abbiamo raccolto alcune riflessioni di colleghe che, dopo il dottorato, si sono specializzate nell’accompagnare ricercatrici e ricercatori dell’Ateneo nella presentazione e gestione di progetti nazionali e internazionali, così come a portare i loro risultati sul mercato e anche a diventare impresa.
Esplorare nuove strade
Le discipline scientifiche mi hanno sempre affascinato. Come tante giovani collezionavo fossili, divoravo libri scientifici, capendo poco o nulla realmente, e immaginavo un futuro da scienziata sul campo. Dopo la laurea in scienze biologiche è stato “normale” tentare il concorso per ottenere il PhD. Il giorno della pubblicazione del risultato ero al massimo della gioia: il mio sogno si stava realizzando, avrei fatto ricerca. Ho lavorato alacremente per quasi 4 anni e finalmente, in un’aula polverosa della Sapienza, ho ottenuto il titolo: PhD in Animal Biology.
L’esperienza maturata in quasi dieci anni di ricerca universitaria in campo biologico mi ha consentito di arricchire la visione della gestione della ricerca da una più ampia prospettiva. Infatti ho avuto esperienza delle problematiche della ricerca sia dal punto di vista della ricercatrice sia dal punto di vista della gestione amministrativa.
Questa esperienza si avvicina alla figura del manager scientifico di scuola anglosassone, che abbina conoscenze scientifiche e gestionali nel condurre progetti.
Dal 2000 ho poi svolto attività all’interno dell’Ufficio ricerca nazionale e internazionale di Ateneo, struttura alla cui creazione ho contribuito fattivamente: prima non esisteva in Ateneo.
Da oltre 5 anni coordino la Direzione ricerca, trasferimento tecnologico e terza missione e mi piace tantissimo il mio lavoro, sempre memore di un percorso dottorale che apre la mente, aiuta a cercare soluzioni originali, a non fermarsi davanti ad un insuccesso e a esplorare nuove strade.
Dottorato al lavoro!
Il dottorato mi ha dato la possibilità di accrescere le competenze nell’ambito del lavoro che già svolgevo, e tuttora svolgo, ormai da anni. Dopo avere collaborato con il MIUR nell’ambito dei finanziamenti alle Università per la ricerca, sono approdata a UNIMORE, alla Direzione Ricerca, nel
2010 e ho conseguito il PhD in Storia dell’Europa nel 2014. Titolo della tesi: “Università e ricerca. Ambito nazionale e comunitario”, a riprova di quanto la mia esperienza lavorativa pregressa sia stata determinante nel mio percorso formativo e di ricerca, che a sua volta è stato fondamentale per il mio lavoro.
Il dottorato ha infatti arricchito le mie conoscenze e ampliato i miei orizzonti: io, che da sempre mi occupo di supporto nell’ambito dei progetti di ricerca nazionali, ho potuto “sconfinare” anche in ambito europeo.
Perché il cielo è blu
Sono cresciuta sulle rive del Mar Baltico. Finita la stagione turistica, la domenica, cominciavano le passeggiate con mio padre sulla spiaggia. Mi spiegava perché il mare è verde o grigio, come fa l’acqua a muoversi, perché il cielo è blu. In quei momenti ho cominciato ad appassionarmi alla scienza. Ho studiato Chimica e mi sono specializzata in Chimica teorica, prima col dottorato poi come post-doc. Dopo varie peripezie sono arrivata in Italia, prima all’Università di Perugia poi a quella di Bologna. Qui ho lavorato in un gruppo di ricerca molto forte nei progetti europei. Il mio supervisor aveva bisogno di qualcuno che seguisse il management di un progetto, così mi ci sono buttata. E, sorpresa, ho trovato che fare questo lavoro fosse molto complesso ma anche molto interessante. Due anni dopo ho cominciato a dedicarmi completamente alla gestione di progetti e alla scrittura di proposte.
I 14 anni di ricerca precedenti sono stati molto utili per capire quali problemi devono affrontare ricercatori e ricercatrici, e anche per unirsi alla gioia che si prova quando una proposta viene finanziata, un risultato viene pubblicato o convertito in un brevetto.
Artigiani/e di idee
La mia esperienza è prova di quanto il dottorato sia stato fondamentale, non tanto – o meglio, non solo – per acquisire nuove conoscenze, quanto per aprirmi la strada a una carriera lavorativa nell’ambito della progettazione e dei finanziamenti europei.
Ho cominciato a interessarmi di dinamiche territoriali e politiche pubbliche ai tempi del corso di laurea e per questo ho deciso di iscrivermi al dottorato in Pianificazione Territoriale e Politiche Pubbliche del Territorio dell’Università IUAV di Venezia. La mia ricerca si è concentrata sullo studio degli impatti dei progetti europei sulla città, collaborando come consulente del Comune di Venezia per un progetto Central Europe. Da quel momento l’euro-progettazione è diventata il mio lavoro e le competenze acquisite con il percorso di dottorato sono diventate cruciali.
Scrivere un progetto non è solo seguire un insieme di regole predeterminate, ma è essenzialmente un prodotto “artigianale”: la mano della progettista, la sua capacità di suscitare curiosità e di ben rappresentare obiettivi, azioni e possibili sviluppi sono fondamentali per avere successo.
Strumenti quotidiani
Alla proposta di proseguire gli studi dopo la laurea iniziando il percorso del dottorato, mi sono chiesta in cosa fosse differente dalla laurea. Ho presto appreso che sarebbe stata un’esperienza a un livello molto più ‘alto’ e ho capito che, purtroppo, al di fuori dell’ambito strettamente accademico si fa fatica a far comprendere cosa significhino questi tre anni di ricerca e apprendimento insieme. Ecco perché quando ho ricevuto la proposta di un assegno in un Dipartimento e poi di lavorare all’Ufficio ricerca ho pensato che potesse essere un’ottima occasione per combinare l’esperienza appresa sul campo, come ricercatrice, con gli aspetti più amministrativi. Devo ammettere che è molto interessante vedere come nasce l’idea del progetto, affiancando i docenti dall’inizio della proposta e accompagnandoli nella fase di strutturazione del budget e rendicontazione.
Il dottorato mi ha insegnato ad avere pazienza e dedizione, soprattutto quando si ha a che fare con modelli umani, dinamici e complessi. E anche a ricercare soluzioni fuori dall’ordinario, innovative e creative.
Ritengo che la forma mentale flessibile e dinamica appresa durante il percorso dottorale possa essere un valido strumento nel lavoro quotidiano di supporto alla ricerca.
STS, nella pratica
Ultimo controllo notturno del mio account di posta elettronica, quattro anni fa. Un’email girata due o tre volte a varie liste da una collega giornalista scientifica salta all’occhio: supporto alla ricerca cercasi all’ufficio ricerca internazionale di Unimore. Dopo anni di consulenze da free lance nella ricerca sociale applicata, nella comunicazione e nella scrittura di progetti di ricerca per vari enti, mi son detta che potevo provarci. Stare seduta su una stessa sedia, ma affacciata su una fonte di idee progettuali potenzialmente infinita: i dipartimenti di una università.
Per chi viene come me dagli Studi sociali sulla scienza e la tecnologia (STS), materia del mio dottorato e campo estremamente frammentato nell’accademia italiana, lavorare alla Direzione ricerca offre l’occasione di occuparsi di connessioni fra gli ambiti del sapere in ambito internazionale.
Il lavoro quotidiano, poi, mette di fronte a mille variabili amministrative. Se affrontate con metodo, come si impara appunto “facendo ricerca”, i risultati arrivano.