> FocusUnimore > numero 2 marzo 2020
Le trasformazioni in atto nel modo di trasmettere la conoscenza e i nuovi strumenti di comunicazione a disposizione della società affidano agli atenei la responsabilità di aprirsi al mondo esterno più di quanto fatto in passato.
Unimore, consapevole del suo ruolo di faro culturale per la società, ha da tempo iniziato un lavoro di condivisione dello stato dell’arte sulle vaccinazioni con la popolazione, attuando una serie di iniziative volte a chiarirne le basi scientifiche, la sicurezza e l’utilità per la salute pubblica.
Già dal 2015 e 2016 si sono svolti incontri pubblici sul tema nell’ambito dei cosiddetti “Caffè scienza”, serate di divulgazione scientifica tenuti in locali pubblici (bar, caffè) di Modena e di Vignola in presenza dei massimi esperti del nostro ateneo su questo tema, il prof. Andrea Cossarizza e la prof.ssa Cristina Mussini.
L’obiettivo di questi incontri è stato prima di tutto quello di (ri)creare un clima di fiducia nei confronti di scienziati e scienziate, abbattendo le barriere che separano, anche fisicamente, esperti ed esperte del tema dalla società civile.
Nell’ottica di sensibilizzare le giovani generazioni, poi, dal 2018 la Facoltà di Medicina e Chirurgia organizza ogni anno “VacciniaMO”, una giornata di informazione sui vaccini rivolta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, che quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 500 studenti e studentesse modenesi.
Il tema delle vaccinazioni è fra quelli che maggiormente sono inquinati nel dibattito pubblico dalla diffusione di notizie parzialmente o totalmente false. Questo flusso di false informazioni ha creato un clima di diffidenza nei confronti delle vaccinazioni che ha portato negli scorsi anni ad un calo significativo nelle coperture vaccinali della popolazione; in alcune aree del nostro paese il fenomeno aveva raggiunto proporzioni preoccupanti.
L’intervento del legislatore, che ha imposto l’obbligo di vaccinazione contro 10 agenti infettivi, ha portato ad un significativo recupero nella percentuale di copertura vaccinale, ma non è certamente sufficiente perché si possa ritenere raggiunto il necessario clima di fiducia e consenso nei confronti delle vaccinazioni.
Di qui il rilievo strategico della giornata di discussione e confronto entro la prospettiva della terza missione dell’università e in particolare delle attività di public engagement.
Nel corso della manifestazione, si sono succeduti il prof. Andrea Cossarizza, patologo generale da sempre in prima linea nella battaglia per contrastare complottismi e fake news riguardanti le vaccinazioni, che ha spiegato l’importanza delle vaccinazioni, raccontando quanto le epidemie fossero devastanti nel mondo antico e medievale e come lentamente si è arrivati a ideare e mettere in pratica la prima vaccinazione contro il vaiolo, nel 1796; il prof. Marcello Pinti, immunologo, ha raccontato i principi di funzionamento di un vaccino dal punto di vista immunologico e ha chiarito per quale motivo molte delle notizie riguardanti la presenza di sostanze tossiche nei vaccini o il presunto aumentato rischio di autismo siano totali falsità; il prof. Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa, che ha descritto i meccanismi mentali per i quali percepiamo le vaccinazioni come più rischiose di altri comportamenti, nonostante i numeri dicano il contrario; il dott. Stefano Zona, infettivologo della AUSL di Modena, che ha proposto un esempio di corretta informazione sul tema dei vaccini presente sul web, raccontando l’esperienza di “IoVaccino”, una pagina creata e mantenuta da una community di volontari e volontarie che promuove iniziative di sensibilizzazione della società riguardo la prevenzione di malattie prevenibili tramite le vaccinazioni; la prof.ssa Cristina Mussini, docente di Malattie infettive e primario della Clinica malattie infettive del Policlinico, che ha infine mostrato ai presenti i rischi e le conseguenze dell’infezione da meningococco.
Particolarmente toccanti sono state infine le testimonianze di Nicola Pomaro e di Andrea Lanfri.
Nicola Pomaro, ingegnere e ricercatore padovano, ha condiviso con i presenti la storia della propria figlia Angela Stella, sottoposta nel 2015 a trapianto di midollo per questo motivo da allora immunodepressa. La sicurezza di Angela Stella, che oggi ha otto anni, dipende dall’immunità di gregge fornita dalla comunità che la circonda.
Andrea Lanfri, scalatore ed atleta paralimpico, ha invece raccontato cosa significa non essere vaccinato: colpito nel 2015 da meningite con sepsi meningococcica, ha perso entrambe le gambe e sette dita delle mani. Un anno dopo ha cominciato a correre con delle protesi in fibra di carbonio, con le quali è diventato il primo atleta uomo italiano della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori sotto i 12 secondi nei 100 metri piani. Dal 2017 è tornato alla montagna, suo primo amore, arrivando a conquistare la vetta del Chimborazo, in Ecuador, ad oltre 6.000 mt. Il suo prossimo obiettivo dichiarato è di conquistare l’Everest. Non senza aver prima ricordato a tutti quanto sia importante vaccinarsi, per sé e per gli altri.
Unimore ancora una volta, con questa iniziativa, ha cercato di interpretare al meglio il compito di “alta cultura” che la Costituzione assegna alle università, assolvendo così a pieno la missione di essere non solo “fucina” per la ricerca, ma anche soggetto di divulgazione e trasmissione di conoscenza da condividere con la società.