> FocusUnimore > numero 23 – febbraio 2022
Gender-based violence in universities: Unimore leads an innovative study
Unimore is the leader of an important research on gender-based violence in universities, together with the State University of Milan, the University “La Sapienza” and the University of Turin. For this project, the Ministry of University and Research, within the framework of “Projects of relevant national interest – PRIN”, has provided funding of 320 thousand euro. The principal investigator of the research will be Professor Laura De Fazio (Criminology, Law Department), assisted by Professor Tindara Addabbo (Political Economy, Department of Economy), and Professor Silvia Ferrari (Psychiatry, Dept. of Biomedical, Metabolic and Neural Science).
International case studies will be shared to analyse the factors that favour harassment in universities. The research will carry out a quantitative and qualitative analysis of the phenomenon in the Italian universities involved and will focus on examining the existing resources for prevention and support, in order to draw up final recommendations, aimed at eliminating gender-based violence in universities.
Un aspetto ad oggi pressoché inedito nell’ambito della violenza di genere è quello delle molestie sessuali in ambito accademico, tema di studio che si inserisce in un contesto di grande interesse da parte della criminologia italiana
Un importante finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito dei “Progetti di rilevante interesse nazionale – PRIN”, è stato accordato ad un gruppo di studiose di varie realtà accademiche italiane.
La ricerca vede l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia – Unimore capofila assieme all’Università Statale di Milano, all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e l’Università di Torino, e ha come tema “Understanding gender based violence in the Italian universities”, ossia la violenza di genere in ambito accademico.
Attraverso una metodica ricognizione e condivisione della casistica internazionale, europea e, in parte minore, proprio a causa del pochissimo materiale presente, quella italiana, verranno analizzati ed esplicitati i fattori che favoriscono le molestie nelle università, con specifici approfondimenti sui diversi settori scientifico-disciplinari.
Ovviamente le ricadute negative di tale odioso fenomeno sono numerose e non riguardano solo la vittima, ma spesso interessano anche l’istituzione coinvolta e di frequente anche la ricerca da essa condotta.
Nel corso del progetto, oltre ad una analisi quantitativa e qualitativa del fenomeno nelle università italiane coinvolte, sarà dedicata particolare attenzione all’esame delle risorse esistenti in un’ottica di prevenzione e di sostegno, allo scopo di elaborare delle raccomandazioni finali, mirate a ridurre ed eliminare la violenza di genere in ambito accademico.
Per presentare gli esiti conclusivi degli studi saranno necessari trentasei mesi ed il finanziamento complessivo concesso dal Ministero ammonta ad oltre 320 mila euro, a fronte di un costo totale di quasi 390 mila euro.
Il ruolo di “principal investigator” della ricerca sarà ricoperto dalla Prof.ssa Laura De Fazio, associata di Criminologia presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Per Unimore prenderanno parte alla ricerca anche la Prof.ssa Tindara Addabbo, Ordinaria di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia “Marco Biagi”, e la Prof.ssa Silvia Ferrari, Associata di Psichiatria presso il Dipartimento Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze.
Per l’Università di Milano prenderà parte alla ricerca, in qualità di “associated investigator” la Prof.ssa Isabella Merzagora, mentre per l’Università di Roma “La Sapienza” il medesimo ruolo sarà ricoperto dalla Prof.ssa Annamaria Giannini.
La Prof.ssa Georgia Zara, associated investigator dell’Università di Torino, invece, conterà anche sulla collaborazione dei Proff. Franco Freilone, Lorys Castelli e Michele Settanni.
“Gli ambiti in cui maggiormente si possono articolare rapporti di autorità – spiega la Prof.ssa Laura De Fazio – sono la famiglia e quello lavorativo e, se si aggiunge la perdurante inferiorità di potere delle donne nell’ambito del lavoro, si comprende come esso possa essere un settore nevralgico per il ricorrere di violenza di genere in senso ampio e di violenza sessuale in specie. L’ampia letteratura che affronta il tema della violenza di genere nei luoghi di lavoro ci segnala una consistente prevalenza di donne e pochi uomini vittime di tale violenza nell’ambito della loro carriera studentesca o accademica nelle università europee. Le vittime di violenza di genere, inoltre, appartengono in maniera rilevante anche ad alcuni gruppi vulnerabili o a minoranze intersezionali.
Queste considerazioni – conclude la Prof.ssa De Fazio – ci hanno quindi spinto a proporre al Ministero dell’Università e della Ricerca un progetto in grado di affrontare e analizzare questi temi. Siamo certi che porre l’attenzione su tematiche così rilevanti rappresenti un segnale importante di attenzione, nei confronti di un fenomeno criminale particolarmente odioso e che purtroppo continua a crescere negli anni.”