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Intervista sul Dottorato con doppio titolo
La dott.ssa Ilaria Ottonelli frequenta il terzo anno del Dottorato di ricerca in Medicina
Clinica e Sperimentale, e si occupa di Nanomedicina, sotto la supervisione del
Prof. Giovanni Tosi.
Qual è il tuo ambito di ricerca?
Il mio progetto riguarda la formulazione e lo studio di un sistema innovativo per
il trattamento di una malattia neurodegenerativa della retina. In particolare, sto
sviluppando nanoparticelle biodegradabili caricate di un farmaco che viene così
trasportato direttamente alla retina e ne previene la morte cellulare, impedendo la
progressione della malattia che porterebbe fino alla cecità.
Con quale università straniere siete in co-tutela, e chi è il tuo supervisore?
Ho aderito a un programma di doppio titolo con l’Università di Angers in Francia.
Unimore ha infatti firmato un accordo con l’Ateneo francese all’interno di una
collaborazione tra il Dottorato in Medicina Clinica e Sperimentale (ed in particolare
il Curriculum in “Nanomedicine, Medicinal and Pharmaceutical Science”) e il
corso di dottorato in “Advanced therapies for cancer and degenerative diseases”
dell’Università di Angers. Presso Unimore lavoro sotto la supervisione del Prof.
Tosi, mentre tra poche settimane entrerò a far parte del laboratorio del Prof. Frank
Boury, il quale peraltro dirige la Scuola di Dottorato in Francia.
Come è nata questa scelta del dottorato in cotutela con l’Università di Angers?
Il laboratorio del Prof. Tosi, di cui faccio parte, collabora da anni con il laboratorio
del Prof. Boury. Il Prof. Boury è stato Visiting Professor presso Unimore, ed è
direttore del Dottorato Europeo in Nanomedicina “NanoFAR”.
I programmi di co-tutela e di doppio titolo sono una naturale derivazione di questo
rapporto di fiducia e stima reciproca. Personalmente, quando mi è stata offerta
la possibilità di aderire a un programma così ambizioso sono stata molto felice di
accettare.
Quali opportunità in più offre o ti ha offerto finora? Sei contenta di questa scel-
ta?
Con il programma di doppio titolo ho la possibilità di apprendere molte tecniche
diverse e di affrontare problemi da un punto di vista nuovo, arricchendo non solo
il mio bagaglio di conoscenza, ma anche culturale.
Un doppio titolo di dottorato, inoltre, è sicuramente un valore aggiunto, ancora
piuttosto raro in Italia, e il mio CV risulterà sicuramente valorizzato agli occhi delle
aziende e del mondo accademico. Certo, non è facile districarsi nella burocrazia
di due Università in due stati diversi, e a ridosso della partenza le emozioni
sono tante. Ma senza dubbio mi impegnerò al massimo per mettere a frutto il
mio periodo di lavoro all’estero: sono molto contenta di aver aderito a questo
programma, e lo rifarei sicuramente.
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