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Paolo Ruffini: cenni biografici


                Ruffini nacque il 22 settembre 1765 a Valentano (Viterbo), dove il padre Basilio,

                d’origine reggiana, esercitava la professione medica; la madre, Maria Francesca
                Ippoliti, era originaria di Poggio Mirteto nel Ducato di Castro. Poco dopo la famiglia
                ritornò alla città di origine dove Paolo Ruffini trascorse i primi anni di vita, che
                proseguì poi interamente nella capitale del Ducato.
                Nella locale Università seguì il quadriennio di studi medici, laureandosi nel 1788.
                Nel biennio filosofico propedeutico agli studi di Medicina, venivano impartiti anche
                insegnamenti fisico-matematici e qui Ruffini ebbe come maestri Paolo Cassiani,

                Luigi Fantini e Giambattista Venturi. Fu Paolo Cassiani che maggiormente contribuì
                alla sua formazione matematica e ne caldeggiò la nomina, ancora studente, a suo
                sostituto. Per Ruffini iniziò così l’attività accademica di professore di matematica
                che proseguì fino a pochi giorni dalla morte, con la sola interruzione dell’anno 1798-
                99, quando rifiutò l’imposizione ai pubblici funzionari di prestare giuramento di
                fedeltà alla Repubblica. Col conseguimento della laurea in Phylosophia et Medicina
                intraprese anche l’esercizio della professione medica, che esercitò sempre con
                molto zelo soprattutto nei confronti dei concittadini. Caduto Napoleone, con la
                restaurazione del 1814 Francesco IV ripristinò l’Università e Ruffini fu nominato

                Rettore dell’Ateneo e incaricato degli insegnamenti di Matematica applicata, di
                Medicina pratica e di Clinica medica.
                Nel 1816 fu nominato Presidente della Società Italiana delle Scienze, il sodalizio
                scientifico fondato a Verona da Anton Maria Lorgna (1782) che riuniva sotto il
                vessillo della scienza i 40 più prestigiosi studiosi di un’Italia suddivisa in tanti
                stati; in forza del suo prestigio convinse il Duca a sostenere finanziariamente la
                Società Italiana delle Scienze che, in seguito alla caduta di Napoleone, rischiava

                la bancarotta. L’istituzione riprese così un’intensa attività scientifica e mantenne la
                sua sede a Modena fino all’Unità d’Italia. Morì a Modena il 10 maggio 1822 e, dal
                1998, una lapide in Via Ganaceto ricorda la casa in cui egli concluse i suoi giorni.
                Nella sua lunga e varia carriera accademica, Ruffini ricoprì cattedre di tutte le
                discipline allora previste per una completa formazione matematica e diversi codici
                e manoscritti di queste lezioni, rimaste tutte inedite, sono conservati nell’Archivio
                Ruffini, presso l’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena.
                Attualmente Paolo Ruffini è noto principalmente per la regola che porta il suo
                nome: un semplice algoritmo insegnato fin dai primi anni delle scuole superiori per

                eseguire la divisione tra un polinomio e un binomio di primo grado. In realtà, a lui
                deve essere riconosciuta la paternità di ben più importanti risultati.
                La sua opera più importante è la Teoria generale delle Equazioni, in cui si dimostra
                impossibile la soluzione algebraica delle equazioni generali di grado superiore al
                quarto (1799).









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