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modalità di svolgimento della prestazione.
Da un lato, pertanto, il “nuovo” quadro normativo in
materia di privacy ha innalzato il livello di responsa-
bilità delle imprese, le quali hanno dovuto e anco-
ra dovranno, con approccio flessibile, individuare le
misure più adeguate per rendere effettiva la tutela
del diritto alla privacy delle persone, dall’altro lato, le
trasformazioni del mercato del lavoro e del lavoro tout
court stanno portando ad emersione nuove questioni,
non tutte di facile risoluzione.
Basti por mente alla diffusione del “lavoro agile”, indi-
spensabile strumento nell’attuale situazione di emer-
genza sanitaria determinata dal Covid-19, esempio
paradigmatico dell’impatto dell’innovazione digitale
nel campo del lavoro, che richiede un bilanciamento
tra i diversi interessi coinvolti, ma anche un diverso
approccio alla gestione di impresa.
«La “smartification” della prestazione lavorativa ne-
cessita» – chiarisce il Professor Edoardo Ales,
Professore ordinario di Diritto del lavoro presso l’Uni-
versità di Napoli Parthenope e membro del Comitato
scientifico della Fondazione Marco Biagi – «a monte,
dell’adozione di un approccio “di risultato” al lavoro
subordinato che passa attraverso la predisposizione
da parte del datore di lavoro di obiettivi il raggiun-
gimento dei quali sia misurabile ex post. Si tratta di
abbandonare la logica del controllo sulla prestazio-
ne per abbracciare quella della verifica dell’output.
Di ripensare il concetto stesso di lavoro dipendente
in termini di “autonomizzazione” e “responsabilizza-
zione” del lavoratore per la propria performance, non
certo, come da qualcuno temuto, per quella comples-
siva dell’organizzazione materiale o immateriale nella
quale è inserito».
Di questo e di molto altro si parlerà in occasione delle
tre giornate di studio dedicate al tema dei rapporti tra
privacy e rapporto di lavoro.
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