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Germania si impose un acceso dibattito tra storici tematiche e le sale cinematografiche. Sono ormai
sul nazismo (l’historikerstreit) che, qui la novità, queste modalità espressive a imporre un’agenda
si celebrava per la prima volta sulle pagine dei su che cosa ricordare, ma, soprattutto, su come
quotidiani e non da quelle delle riviste scientifiche. ricordare.
Da allora, si è capito che se per secoli sono stati In un Paese che ha la tendenza a dimenti-
gli storici a raccontare il passato delle società, a care la propria storia, i vuoti vengono colmati dai
formare una coscienza collettiva sugli eventi, ora media audiovisivi. Così gli spettatori si fanno un’i-
non è più così: sono altri soggetti a giocare il ruolo dea più precisa del caso Moro attraverso il film di
di titolari. E i media audiovisivi, per il loro linguag- Bellocchio o la fiction con Michele Placido, del-
gio, la loro efficacia, la loro immediatezza, sono tra la strage di Sant’Anna di Stazzema con il film di
quelli che più si configurano come nuovi veicoli di Spike Lee, sulla vita di papa Giovanni XXIII o su
contenuti storici e di memoria del nostro passato. Padre Pio con la doppia fiction Rai e Mediaset,
Che non sia la storia ad essere in crisi lo si sulla Prima repubblica con La meglio gioventù, su
può ben percepire dall’offerta di fiction televisive o Peppino Impastato con i Cento Passi, sulle foibe
pellicole cinematografiche a carattere storico che con Il cuore nel pozzo. Esempi più recenti sono la
hanno invaso i palinsesti delle reti generaliste o pellicola candidata all’Oscar 1917 di Sam Mendes
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