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da parte di ICIMOD (www.icimod.org) un centro   innovativa e specifica, per poter stimare in tempo
                internazionale per lo studio della regione dell’Hin-  reale la composizione chimica di queste nanopar-
                du Kush Himalaya. “In ottica più ampia, - spiega   ticelle. E  nessuno, prima di questa ricerca,
                il Prof. Alessandro Bigi - l’obiettivo che spinge   aveva mai studiato quale fosse il loro desti-

                i ricercatori a studiare l’atmosfera in luoghi così   no.
                remoti è migliorare la comprensione  del ruolo   I risultati ottenuti sono tali da aver meritato la
                della  vegetazione  sull’atmosfera  per  permettere   copertina del numero di Gennaio 2021 della pre-
                una valutazione più accurata del clima in periodo   stigiosa rivista  Nature Geoscience (www.nature.
                pre-industriale e ridurre l’incertezza negli scenari   com/ngeo/volumes/14/issues/1)  con  l’articolo
                di simulazione del clima futuro”.              Biogenic particles formed in the Himalaya as

                Nello specifico di questo studio, l’obiettivo era   an important source of free tropospheric ae-
                di conoscere l’origine dei gas che in questa   rosols (Le particelle di origine naturale formatesi
                valle, con frequenza quasi giornaliera, si trasfor-  sull’Himalaya sono un’importante fonte dell’aero-
                mano in una grande quantità di nanopar-        sol presente in troposfera libera).
                ticolato atmosferico, “particelle che, appena   L’analisi e l’interpretazione della grande mole di

                nate - ci ricorda il Prof. Bigi - hanno dimensioni di   dati raccolti sulla meteorologia locale, la composi-
                circa 1 nanometro e che per un delicato equilibrio   zione e la granulometria di particolato atmosferi-
                riescono a non evaporare, ma al contrario a far   co hanno richiesto uno sforzo collettivo del team,
                condensare ulteriormente vapori su sé stesse ed   a cui Unimore ha contribuito attivamente con un
                ad aumentare rapidamente la propria dimensione   gruppo di ricercatrici e ricercatori del labo-
                fino a circa 100 nanometri, sufficienti per rimane-  ratorio LARMA (www.larma.unimore.it),
                re stabilmente presenti in atmosfera”.         diretto dalla Prof.ssa Grazia Ghermandi. Il LAR-

                Questo fenomeno era noto da anni presso la Pira-  MA impegnato da tempo su tematiche ambientali,
                mide, ma prima di questo studio, nessuno si era   aveva l’incarico di analizzare e interpretare i livelli
                mai avventurato in inverno con strumentazione   di nanoparticolato durante la campagna di misura





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