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Unimore ai vertici del panorama accademico italiano grazie ai risultati di
Censis e Almalaurea
L’Università di Modena e Reggio Emilia continua a brillare nel panorama
accademico italiano, come dimostrano i risultati eccezionali ottenuti sia nella
classifica Censis 2023/2024 che nell’ultimo rapporto AlmaLaurea. Unimore
rafforza il suo ruolo di leader, distinguendosi per la qualità didattica offerta nei
vari ambiti disciplinari e per l’alta occupabilità dei suoi laureati e laureate.
Questi dati, insieme al crescente tasso di occupazione e al miglioramento delle
retribuzioni, sottolineano il valore dell’esperienza formativa offerta dall’Ateneo.
La classifica Censis fornisce un’analisi dettagliata del sistema universitario
italiano, considerando parametri come servizi erogati, borse di studio, livello di
internazionalizzazione, comunicazione, servizi digitali e occupabilità. In questo
ambito, Unimore emerge come leader indiscusso, ottenendo il punteggio
massimo di 105 su 110. Unimore si distingue quindi come caposaldo per
l’occupabilità dei laureati, superando università di grande prestigio e atenei
regionali di pari dimensioni.
Nell’ambito della classificazione delle classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo
unico e delle lauree magistrali, Unimore ottiene eccellenti posizioni. Il gruppo
disciplinare medico-sanitario e farmaceutico si colloca al secondo posto in Italia
per la qualità della didattica tra le lauree triennali, mentre il gruppo disciplinare
linguistico si colloca al terzo posto. Tra le lauree magistrali a ciclo unico, il Corso di
Laurea in Giurisprudenza si conferma ai primissimi posti, classificandosi al terzo
posto in Italia.
Il rapporto AlmaLaurea 2023 conferma e valorizza ulteriormente i risultati di
Unimore. L’analisi mostra un ulteriore incremento nei tassi di occupazione e
nella retribuzione media dei laureati dell’Università. Questo miglioramento è
particolarmente evidente per i laureati di primo livello, il cui tasso di occupazione
è aumentato dall’81,8% del 2022 all’85,9% del 2023. Inoltre, il tasso di
disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è quasi dimezzato, passando dal
9,8% al 5,0%.
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