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Strumenti quotidiani

                Alla proposta di proseguire gli studi dopo la laurea iniziando il percorso del dottorato, mi
                sono chiesta in cosa fosse differente dalla laurea. Ho presto appreso che sarebbe stata
                un’esperienza a un livello molto più ‘alto’ e ho capito che, purtroppo, al di fuori dell’am-
                bito strettamente accademico si fa fatica a far comprendere cosa significhino questi tre
                anni di ricerca e apprendimento insieme. Ecco perché quando ho ricevuto la proposta
                di un assegno in un Dipartimento e poi di lavorare all’Ufficio ricerca ho pensato che po-
                tesse essere un’ottima occasione per combinare l’esperienza appresa sul campo, come
                ricercatrice, con gli aspetti più amministrativi. Devo ammettere che è molto interessante
                vedere come nasce l’idea del progetto, affiancando i docenti dall’inizio della proposta e

                accompagnandoli nella fase di strutturazione del budget e rendicontazione.
                Il dottorato mi ha insegnato ad avere pazienza e dedizione, soprattutto quando si ha

                a che fare con modelli umani, dinamici e complessi. E anche a ricercare soluzioni fuori
                dall’ordinario, innovative e creative.
                Ritengo che la forma mentale flessibile e dinamica appresa durante il percorso dottorale
                possa essere un valido strumento nel lavoro quotidiano di supporto alla ricerca.




                STS, nella pratica

                Ultimo controllo notturno del mio account di posta elettronica, quattro anni fa. Un’email
                girata due o tre volte a varie liste da una collega giornalista scientifica salta all’occhio:
                supporto alla ricerca cercasi all’ufficio ricerca internazionale di Unimore. Dopo anni di
                consulenze da free lance nella ricerca sociale applicata, nella comunicazione e nella
                scrittura di progetti di ricerca per vari enti, mi son detta che potevo provarci. Stare se-

                duta su una stessa sedia, ma affacciata su una fonte di idee progettuali potenzialmente
                infinita: i dipartimenti di una università.
                Per chi viene come me dagli Studi sociali sulla scienza e la tecnologia (STS), materia del
                mio dottorato e campo estremamente frammentato nell’accademia italiana, lavorare alla

                Direzione ricerca offre l’occasione di occuparsi di connessioni fra gli ambiti del sapere in
                ambito internazionale.

                Il lavoro quotidiano, poi, mette di fronte a mille variabili amministrative. Se affrontate con
                metodo, come si impara appunto “facendo ricerca”, i risultati arrivano.
















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