Page 32 - Focus Unimore n. 14 Aprile2021
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Il lavoro migrante al centro delle ricerche dell’Osservatorio

                migranti del CRID



                Il lavoro è uno degli assi di ricerca dell’istituendo Osservatorio Migranti promosso a
                partire da giugno 2019 dal CRID - Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discrimi-

                nazioni e vulnerabilità (www.crid.unimore.it) in collaborazione con l’Associazione Porta
                Aperta, l’ARCI di Modena, la Coop. L’Angolo, il CEIS e con la supervisione della Caritas
                diocesana e il sostegno della Fondazione di Modena.

                Il progetto, diretto sul piano scientifico dal Prof. Gianfrancesco Zanetti e coordinato
                dal Dr. Francesco De Vanna, è focalizzato specificamente sul territorio modenese dove

                i cittadini di origine straniera sono 92.413 e rappresentano il 13,1% della popolazione
                residente territoriale.

                L’Osservatorio, oltre a realizzare report e ricerche tematiche, ha promosso vari incontri
                con la partecipazione di lavoratori e lavoratrici migranti impegnati nel lavoro di cura, nel-
                la ristorazione, nelle attività di assistenza e collaborazione domestica, nelle imprese di
                pulizia e igienizzazione, nella filiera agroalimentare, nel settore delle consegne, fino alle

                attività di mediazione culturale.

                Il 26 marzo scorso si è svolto un workshop sulle condizioni delle lavoratrici migranti
                con tre significative testimonianze: Soumaya Bakkali, Shyrelin Diaz, Lucica Dumbra-
                va e il contributo della Dr.ssa Letizia Palumbo, corrispondente dell’Osservatorio, oltre
                che ricercatrice sui temi delle migrazioni e dello sfruttamento del lavoro migranti presso

                l’Univ. Cà Foscari di Venezia e componente del Centro “L’Altro Diritto” dell’Università di
                Firenze.

                Nel corso dell’incontro è emersa chiaramente la necessità di contrastare le recrudescen-
                ze delle nuove forme di asservimento, generate anche dal senso di solitudine e dall’iso-
                lamento vissuto da chi arriva a Modena da altri Paesi, spesso dopo un distacco difficile
                dalle proprie comunità di origine.

                In questa prospettiva diventa cruciale individuare le forme di vulnerabilità, che rischiano

                di restare fuori dalle statistiche e che attecchiscono anche nei luoghi di lavoro, siano
                essi le fabbriche, i settori del terziario, i campi agricoli, o anche solo le case nelle quali le
                lavoratrici migranti collaborano alle attività domestiche e al lavoro di cura.

                Nella provincia di Modena, ad esempio, le assistenti familiari sono 6.753 e 5.505 pro-
                vengono da Paesi dell’Europa Orientale ed hanno un’età media di 50 anni: classificate

                come “badanti” – un’espressione che è bene sostituire con quella di assistenti domiciliari
                - per tutte loro è difficile intercettare opportunità di lavoro che valorizzino le competenze
                professionali pregresse, in taluni casi anche molto elevate, ed è ancora più complicato






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