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“Man mano che le stampanti 3D saranno in grado di stampare di tutto, questa tecnologia
                   entrerà sempre di più nella nostra vita e in molti settori industriali”.  Questa citazione del World
                   Economic Forum e molti altri studi sia accademici sia di soggetti economici privati evidenziano
                   il potenziale della tecnologia di stampa 3D (manifattura additiva) negli anni a venire, portando
                   anche molti spunti di riflessione sulle criticità attuali della sua applicazione, in primis la mancanza
                   dei materiali.
                   Da una ricerca svolta da Covestro (Bayer) il mercato dispone oggi di solo 30 materiali per la
                   stampa 3D rispetto agli oltre 3000 per la manifattura tradizionale, e questo solo nel settore
                   delle materie plastiche.
                   È da questa premessa che nel 2017 è stata fondata  MAT3D, spin-off inter-universitaria
                   (Università di Modena e Reggio Emilia e Università di Parma) che sviluppa e produce materiali
                   innovativi per la fabbricazione additiva e cura la loro applicazione e/o sviluppo nella manifattura
                   tradizionale.
                   Le competenze del team coprono tutti gli ambiti del processo di produzione ovvero i materiali, la
                   loro formulazione, la fabbricazione additiva e la sua applicazione nella manifattura tradizionale.
                   I prodotti formulati da MAT3D sono principalmente resine fotosensibili con caratteristiche
                   termo-meccaniche avanzate, che coprono ampie merceologie di mercato: da quello
                   automotive, agli impianti per il packaging, al biomedicale fino al manifatturiero tradizionale.
                   Nella compagine sociale della start-up sono presenti quattro soci operativi Giampaolo Melli
                   (Responsabile vendite e operations), Prof.ssa Federica Bondioli (PoliTO), il prof. Massimo
                   Messori (Unimore) e  Chiara Manicardi (Responsabile Business Development) e i due
                   atenei Unimore e UNIPR, oltre a NextUp e Progress Tech Transfer, fondo di investimento
                   lanciato da MITO Technology e dedicato alla valorizzazione delle tecnologie nel campo della
                   sostenibilità.
                   Unimore è inoltre presente nel CdA di MAT3D con la Prof.ssa Elisabetta Gualandri.












































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