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parteciperà alla cerimonia, l’immagine mentale essere oggetto di interesse da parte delle stesse
che si forma nella nostra mente è quella di un istituzioni, come prova la creazione del Gruppo
uomo. Se invece leggiamo “la dirigente Bianchi” Esperti del Linguaggio, costituito presso la
e “la prefetta Rossi” l’immagine sarà quella di una Commissione Pari Opportunità dalla Presi-
donna. Oggi le donne svolgono professioni e de- denza del Consiglio dei Ministri, di cui ha fatto
tengono ruoli un tempo solo maschili, per questo parte anche la Professoressa Robustelli.
la tradizione ci ha abituato a definirle con termini Le modalità con cui il linguaggio può avere un
maschili: ma oggi dobbiamo acquistare familiarità effetto di discriminazione nei confronti delle donne
con quelle femminili, le uniche che possono desi- sono molte e sono già state descritte da Alma
gnare le donne. Del resto in italiano entrano ogni Sabatini, la prima studiosa italiana a occu-
anno tante parole nuove, e nessuno protesta. Do- parsi di sessismo linguistico quasi trent’anni
vremmo chiederci perché in Rete scoppiano tante fa.
polemiche sull’uso, ad esempio, di termini quali
ingegnera o avvocata, mentre chattare, coppapa- Nel 2014 la funzione discriminante del
sta o giocattoleria sono tranquillamente accetta- linguaggio è stata riconosciuta in modo
te”. esplicito anche sul piano istituzionale. Per
la prima volta un articolo di legge sprona ad
“Diciamo - continua la linguista di Unimore - operare “per riconoscere, garantire e adottare un
che la lingua ci offre, come sempre, tutte le pos- linguaggio non discriminante”: si tratta dell’art. 9,
sibilità per comunicare la presenza delle donne titolo III, della Legge regionale dell’Emilia-Ro-
come soggetti attivi della società, ma vengono ac- magna del 27 giugno 2014, n. 6, Legge qua-
colte lentamente. Anzi, con esitazione e a volte con dro per la parità e contro le discriminazioni
rifiuto. Certo, qualcosa si può spiegare pensando di genere.
che la tradizione linguistica è lunga a morire, ma
le ragioni sono largamente extra linguistiche, ri- Un tipo di discriminazione frequente avviene
conducibili alla fortissima tradizione patriarcale attraverso l’uso di stereotipi, in genere negativi, ri-
che impregna la cultura del nostro Paese. E così feriti alle donne: per esempio recentemente il pre-
nell’uso della lingua il genere grammaticale ma- sidente del Comitato Olimpico Tokyo 2020, Yoshi-
schile si allunga fino a includere la rappresenta- ro Mori, ha detto pubblicamente che alle riunioni
zione della donna: ancora oggi si usa “uomo” per dove ci sono troppe donne tra i partecipanti si per-
indicare uomini e donne. Il genere femminile in- de più tempo del necessario. Ma è discriminante
vece rimane relegato ai mestieri e alle professioni anche il riferimento, in contesti professionali, alle
più lontane dai centri di potere e più rispondenti qualità fisiche o alla vita privata della donna: per-
ai ruoli tradizionali. Manca la consapevolezza di ché soffermarsi sul colore dell’abito delle ministre
quanto il linguaggio discrimina le donne”. in sede di giuramento al Quirinale?
Un secondo tipo di discriminazione linguistica
La proposta, avanzata ormai da diversi anni,
di “cambiare la lingua” per definire i nuovi ruoli avviene attraverso l’uso della grammatica che,
delle donne anziché continuare a usare la forma come si è detto, viene usata come se ci si rivolges-
maschile corrispondente assicurata dalla tradizio- se a un uomo. Si tratta di usi obsoleti, che rendono
ne, provoca ancora oggi forti esitazioni, a livello le donne invisibili e le discriminano “a rovescio”
di comunicazione istituzionale, aziendale o in- rispetto al modo con cui normalmente si attua la
dividuale. Una questione di grande attualità che discriminazione linguistica: non con l’introduzione
viene periodicamente ripresa dalla stampa, oltre a di nuovi termini, ma, semplicemente, trattando la
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