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Il valore di una esperienza per meglio affrontare la Fase 2: contributo del
                  Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL di Reggio Emilia





                  Già dal mese di febbraio si era intuito che l’emergenza da coronavirus che avremmo affrontato
                  presentava le stesse difficoltà di una scalata di 6° grado con squadre che effettuavano in
                  continuazione tamponi ai sospetti casi per la ricerca dell’RNA virale e personale impegnato
                  nelle inchieste, sorveglianze di casi e ricerche di contatti stretti.

                  Nel mese di aprile erano al limite delle nostre possibilità con schierati al campo base 250
                  professionisti, compresi specializzandi/e, allievi/e tirocinanti, suddivisi in 25 team per gestire le
                  telefonate di oltre 8.000 persone in isolamento domiciliare con centinaia di nuovi casi al giorno

                  e con personale impegnato in turni al limite e una sensazione di impreparazione a gestire una
                  complessità di questa portata.
                  Ora, dopo la prima settimana di maggio, con 27.000 tamponi eseguiti, 8000 casi positivi e più
                  di 10000 contatti telefonici effettuati e più di 530 decessi, fortunatamente questa situazione è
                  radicalmente cambiata. È cominciata la “fase 2”, con pochi nuovi casi giornalieri e un numero

                  di persone impegnate e formate che progressivamente liberiamo ma pronti a rimetterle in capo
                  se dovesse subentrare una seconda ondata di contagi.
                  Questa esperienza ci ha insegnato alcune cose:

                  1.      Il concetto di prevenzione (anticipare, venire prima) e quindi dell’importanza dei
                  servizi territoriali nelle nostre organizzazioni e nel sistema delle politiche per la salute
                  deve diventare un “valore condiviso”;
                  2.      è necessario un  piano per affrontare queste epidemie e un addestramento
                  periodico degli operatori per garantire tempestività, efficacia ed efficienza ed una stretta

                  collaborazione/coordinamento tra servizi territoriali e ospedalieri;
                  3.      è fondamentale l’esperienza sul campo dei neo laureati/e, anche se difficile
                  per l’impegno psicofisico richiesto, anche perché i giovani e le giovani medici, i tirocinanti

                  e le tirocinanti TDP, le allieve infermiere e gli allievi infermieri rappresentano il futuro delle
                  nostre organizzazioni; questa esperienza sarà per loro una lezione di vita e di solidarietà che
                  renderà tutti migliori, eticamente preparati, con qualche ferita da guarire e qualche cicatrice ma
                  certamente con una grande preparazione per affrontare il futuro;
                  4.      infine, la necessità di  applicare indiscriminatamente tutte quelle norme di

                  prevenzione che i Dipartimenti di Sanità Pubblica sostengono in queste situazioni a
                  tutela del benessere di tutti e tutte.















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