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Secondo la sua esperienza, quali resistenze incontra l’attuazione del
bilancio di genere nelle istituzioni?
Si tratta di una questione interessante, che credo vada esplorata molto più da
vicino nei diversi contesti istituzionali. Le variabili in gioco sono molteplici: la
fiducia, la conoscenza dell’impatto di genere e delle sue cause e conseguenze,
la richiesta ai responsabili delle finanze pubbliche e ad altri soggetti, che non
lavorano abitualmente nell’ambito dell’analisi di genere, di occuparsene, il
posizionamento organizzativo sull’uguaglianza di genere e la disposizione o
meno a fare dell’uguaglianza di genere un obiettivo centrale dell’organizzazione o
a relegarla come attività di secondo piano, la visibilità e la qualità della leadership
sull’uguaglianza di genere e il “permesso” di agire per l’uguaglianza di genere.
A volte c’è una vera e propria resistenza, come una vera e propria opposizione
dovuta alla mancanza di un accordo sul fatto che la disuguaglianza di genere
persiste e che il perseguimento della parità di genere è un imperativo politico
urgente per il bene comune.
Esempi di politiche pubbliche la cui progettazione potrebbe portare a un
miglioramento della condizione femminile o, al contrario, che hanno un
impatto negativo sul genere?
Un’area in cui il bilancio di genere e le politiche pubbliche si integrano per
fare la differenza nella condizione delle donne è l’area dei finanziamenti per la
prevenzione della violenza contro le donne, dove le proposte di politica pubblica
per la prevenzione e la protezione, la protezione e la denuncia devono essere
pienamente finanziate per garantire la progressiva realizzazione del diritto delle
donne a vivere in sicurezza e senza paura della violenza. Come abbiamo discusso
nei seminari di dottorato, altre aree politiche che richiedono un’azione immediata
includono un congedo parentale più equo e maggiormente finanziato, per
spezzare il ciclo delle relazioni di genere che stereotipizzano le donne e gli uomini
nei ruoli di cura e che hanno un enorme impatto sulla condizione economica delle
donne. E allo stesso modo la necessità di politiche di sviluppo delle competenze
e di partecipazione al mercato del lavoro ben studiate, finanziate e mirate, che
si basano su servizi di assistenza all’infanzia e servizi sociali finanziati per essere
realmente efficaci. Un’area decisionale di politica economica o fiscale che ha
regolarmente un impatto negativo sulle donne è quella in cui i governi scelgono
di ridurre le tasse tagliando la spesa per i servizi pubblici. Le donne fanno ricorso
ai servizi pubblici per se stesse o gli altri più degli uomini, e quindi sono colpite in
modo sproporzionato dalle riduzioni dei servizi e della spesa per i servizi pubblici.
I piani per l’uguaglianza di genere sono stati recentemente introdotti
come prerequisito per l’accesso ai finanziamenti europei. In che misura
la loro attuazione ha cambiato le università e gli istituti di ricerca?
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