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Diversi interventi, rifacendosi alla teoria del Nel corso dell’ultimo anno le attività si sono al-
contatto immaginato, si sono avvalsi di tecni- largate all’ambito sportivo, grazie alla collabora-
che di simulazione mentale, nel quale agli alun- zione con la Reggiana calcio. In particolare, sono
ni/e di classi di scuole dell’infanzia e primaria si state organizzate attività con le squadre giovanili,
è chiesto di immaginare di diventare amici/che di con l’obiettivo di rendere i giovani atleti veri
coetanei/e con disabilità. e propri modelli di comportamento, che pos-
Nello specifico, erano previsti tre incontri, dove sano non solo avere atteggiamenti inclusivi, ma
i bambini e le bambine immaginavano di fare ami- anche agire come promotori di tale condotta tra i
cizia con coetanei/e con disabilità e di difenderli/e coetanei e le coetanee.
in situazioni in cui questi/e erano discriminati/e. Sono state realizzate delle sessioni di lavoro
Tali interventi hanno anche portato alla realizzazio- con la squadra degli atleti dei 12 anni, nelle quali
ne di laboratori cittadini, con la partecipazione ci si è concentrati, in primis, sui valori sportivi e
di bambini/e di scuole diverse, anche all’interno della propria squadra e, in seguito, si è cercato di
di eventi cittadini più ampi, come il “Festival delle rendere i giovani consapevoli di come quei deter-
Abilità Differenti di Carpi”. minati valori li caratterizzassero in prima persona
Altri interventi sono stati incentrati sulla teo- in quanto giocatori. Nella fase finale ci si è foca-
ria del contatto esteso e vicario, secondo cui lizzati sul ruolo che questi atleti possono svolgere
venire a conoscenza di buoni rapporti tra membri nella diffusione dei valori sportivi agli altri adole-
di gruppi differenti (ad esempio tra persone con e scenti. Si tratta di un’esperienza che si è dimo-
senza disabilità), oppure osservare le interazioni strata certamente positiva, tanto che quest’anno
tra loro, riduce significativamente il pregiudizio. le attività coinvolgeranno l’intero settore giovanile
Uno di questi studi, nell’ambito dei quali si è pre- della Reggiana, dagli 11 ai 14 anni.
sa in esame la celebre saga di Harry Potter, ha Il gruppo di ricerca è stato inoltre impegnato
permesso di dimostrare come una potente magia in altri progetti sul tema dell’inclusione so-
del piccolo mago, forse la più notevole, sia proprio ciale delle persone con disabilità, tra cui il
quella di migliorare gli atteggiamenti verso i bam- progetto ‘Erasmus+ SOUNDWORDS’, che mira
bini e le bambine con disabilità. all’uso del graphic storytelling come metodologia
Altri studi, basati sempre sulla stessa teoria, per prevenire il disagio sociale e promuovere i di-
hanno portato alla realizzazione di cartoni anima- ritti degli individui svantaggiati, comprese quindi le
ti che rispondessero precisamente ai principi del persone con disabilità.
contatto esteso e vicario, mettendo in luce come “Nel complesso - commenta il Prof. Loris Vez-
i bambini e le bambine con disabilità siano discri- zali - questi studi e attività hanno permesso non
minati/e e, allo stesso tempo, come fare amicizia solo di portare ad un avanzamento teorico nel-
con loro sia non solo possibile, ma anche diver- la lotta allo svantaggio sociale, ma anche alla
tente, tanto da andare a rinforzare la propria cer- realizzazione di attività educative condotte
chia sociale. con numerose scuole, enti e istituzioni che
Gli interventi condotti hanno generalmente hanno concretamente rivolto la propria attenzione
prodotto effetti rilevanti: non solo migliori atteg- all’inclusione sociale delle persone con disabilità.
giamenti nei confronti delle persone con disabilità, Si tratta di una strada in salita, dato lo stigma che
ma anche comportamenti inclusivi veri e propri, ancora caratterizza la nostra società. Per questo
andando persino ad impattare sulla risposta a è ancora più importante affrontarla con i mezzi
comportamenti legati al bullismo. adatti”.
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